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La facciata del Museo di Casa Cavazzini ad Udine

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Udine2812 | CC BY SA 4.0

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La facciata del Museo di Casa Cavazzini ad Udine

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Udine2812 | CC BY SA 4.0

Nuove donazioni a Casa Cavazzini

Nel Museo d’arte moderna e contemporanea arrivano tre frammenti di Pellegrino da San Daniele, un doppio disegno di Odorico Politi e due piccoli dipinti di Alessandro Filipponi

Melania Lunazzi

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È stata presentata oggi a Udine, al Museo d’arte moderna e contemporanea Casa Cavazzini, la donazione delle opere di tre autori, di epoca moderna e contemporanea, che entrano a far parte delle collezioni dei Civici Musei udinesi. Si tratta da tre frammenti di un’opera del pittore rinascimentale Martino da Udine detto anche Pellegrino da San Daniele (San Daniele del Friuli, 1467-Udine, 1547), di un doppio disegno del pittore neoclassico Odorico Politi (Udine, 1785-Venezia, 1846) e di due piccoli dipinti di Alessandro Filipponi (Udine, 1909-1931), esponente assieme ai fratelli Basaldella e altri autori friulani della Scuola friulana d’avanguardia.

Eccezionale il «ritrovamento», ma sarebbe meglio parlare di riconoscimento/agnizione, dei tre frammenti di pala d’altare di Pellegrino da San Daniele che, grazie alla donazione di Massimo Percotto, ora si ricongiungono a un altro lacerto di pala d'altare, donato nel 1959 da Luigi Ciceri ai musei udinesi, che raffigura la testa di un santo, da sempre attribuita a Pellegrino. È stato grazie al lavoro dei restauratori Ginevra Pignagnoli e Lucio Zambon che si è potuto collegare i frammenti di proprietà Percotto al frammento già noto per ricondurli a un’unica pala, una «Madonna con bambino in trono e santi e angeli ai lati», non solo per la coerenza figurativa e stilistica, di grande finezza, ma anche per la tecnica usata, tempera su tavola. Quest’ultima composta da legno di non ottima qualità e con molti nodi, ha pregiudicato l’adesione fra preparazione e pellicola pittorica, provocando nel tempo varie lacune. Fu proprio lo stato di conservazione della pala il motivo che portò allo smembramento dell’opera originale e alla sua immissione sul mercato negli anni Cinquanta da parte di un antiquario udinese. Esiste solamente una ’immagine in bianco e nero del dipinto originale, risalente proprio a quell’epoca e pubblicata nel volume di Anchise Tempestini Martino da Udine detto Pellegrino da San Daniele («Collana delle Pubblicazioni della Deputazione di Storia Patria per il Friuli», n. 9, 1979). La pala, le cui dimensioni originarie misuravano secondo le stime dei restauratori 220x160 cm, viene datata all’ultimo lustro del Quattrocento, ed è di poco successiva alla cosiddetta «Pala di Osoppo» di Santa Maria ad Nives realizzata a tempera su tela dallo stesso autore: si tratta dunque di un’opera giovanile, anche per questo molto significativa.

Le opere di Politi e Filipponi sono state donate da Cosimo Politi, discendente diretto del pittore e accademico Odorico Politi. Il doppio disegno (che misura 35x24 cm senza corniceI è stato eseguito su carta ed è ascrivibile agli ultimi anni di vita di Politi e presenta sul recto una «Madonna orante» a mani giunte a pastello e sul verso il ritratto a carboncino di una giovane donna, probabilmente una delle nipoti dell’autore.

Dallo stesso donatore sono stati acquisiti due piccoli oli su tela dell’udinese Alessandro Filipponi, l’uno un «Autoritratto» (57x43 cm), l’altro un episodio biblico, identificabile con una «Lotta di Giacobbe con l’Angelo». Entrambi inediti, appartengono all’ultima produzione di Filipponi, scomparso giovanissimo per tisi dopo aver trascorso un periodo di studio tra Roma e Venezia in parte assieme ad Afro Basaldella. Questi due rari dipinti dell’autore integrano la sua preziosa produzione e le altre cinque opere presenti nelle collezioni dei musei udinesi, accanto ad alcuni disegni.

Melania Lunazzi, 20 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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Nuove donazioni a Casa Cavazzini | Melania Lunazzi

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