Francesco Bandarin
Leggi i suoi articoliDopo un periodo di relativa tregua, sono ricominciati gli attacchi della Russia alla città di Odessa, finalizzati principalmente a danneggiare le sue infrastrutture portuali, che costituiscono un’importante risorsa per l’economia del Paese. I bombardamenti hanno provocato vittime tra la popolazione civile e danneggiato l’importante patrimonio storico e culturale di questa città storica, tra cui il Museo archeologico, il Museo marittimo e il Museo della letteratura.
Il 23 luglio missili russi si sono abbattuti sulla Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione danneggiandola gravemente. Inizialmente fondata nel 1794, progettata in forme neoclassiche dall’architetto italiano Francesco Frappoli e consacrata nel 1808, la Cattedrale della Trasfigurazione è stata la principale chiesa ortodossa della città e di tutta la regione prima di essere demolita dai sovietici nel 1936. I resti del conte Vorontsov (1782-1856), governatore generale di Odessa, e di sua moglie, sepolti nella cattedrale, furono esumati. Le bare furono derubate. Furono asportate anche le decorazioni militari del conte e i gioielli della contessa. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, fu ricostruita tra il 1999 ed il 2010. I resti dei Vorontsov sono stati sepolti nuovamente lì.
L’attacco del 23 luglio ha suscitato vive reazioni della comunità internazionale e dell’Unesco, che nel gennaio 2023 (ma candidato fin dal 2009, Ndr) ha iscritto il centro storico di Odessa nella Lista del patrimonio mondiale. Nonostante i bombardamenti russi sulla città, la Russia continua a essere membro dell’Unesco.
La città venne fondata da Caterina di Russia nel 1794 (sul sito di una antica colonia greca e di un insediamento portuale prima lituano e poi turco), dopo la guerra russo-turca (1787-92) che portò all’annessione della Crimea all’Impero russo. Per la grande importanza politica, militare e economica che aveva l’accesso al Mar Nero, la Russia imperiale investì notevolmente nella costruzione di una moderna città di stile neoclassico, che giunse a rivaleggiare per la sua importanza e bellezza con la capitale San Pietroburgo. Nel XIX secolo, grazie allo statuto di porto franco ottenuto nel 1817, Odessa divenne uno dei porti più importanti del mondo e un crocevia di culture e di etnie che ne fece una delle città più interessanti e vitali d’Europa, un ambiente in cui in cui si fondevano tradizioni culturali di bulgari, greci, armeni, ebrei, italiani, moldavi, polacchi, russi, romeni, tartari e ucraini.
La città venne progettata dall’ingegnere russo Franz Devolant (1752-1818), con una pianta a griglia rettangolare, delimitata ai lati da due scarpate, e dal Prymorsky Boulevard sul lungomare, un impianto urbanistico che si è largamente conservato nel tempo. Qui si trova l’importante monumento al nobile francese Armand Emmanuel du Plessis, Duca di Richelieu (1866-1822), il primo governatore della città, inaugurato nel 1828. L’architettura neoclassica di Odessa deve molto all’apporto di architetti italiani, come Francesco Frapolli (1770-1819), che progettò la chiesa della Santa Trinità, o di Georgis Torricelli, di origine ticinese, autore dell’English Club in Piazza Teatralna, costruito nel 1841-42.
Ma certamente il maggiore architetto neoclassico di Odessa fu Francesco Boffo (1790-1867), originario della Sardegna, che svolse le funzioni di architetto capo dal 1822 al 1844. A lui si devono alcuni dei più famosi edifici di Odessa, tra cui il Palazzo Vorontsov, il Palazzo Potocki, l’edificio della Vecchia Borsa, ora Municipio, costruito tra il 1829 e il 1837, e il Londonska Hotel, del 1826.
Certamente la realizzazione più famosa di Boffo, assieme all’architetto Avraam Melnikov (1784-1854), fu la monumentale Scalinata Potëmkin, immortalata da Sergej Ejzenstejn nel suo film «La Corazzata Potëmkin» (1925). In prossimità In prossimità si trova il Palazzo del Principe Gagarin (oggi Museo Letterario), del 1850, dell’architetto Louis Otton, un esempio interessante dell’eclettismo di Odessa. Probabilmente l’edificio più conosciuto della città è il Teatro dell’Opera del 1887, ricostruito dopo un incendio in stile viennese dagli architetti austriaci Ferdinand Fellner e Hermann Helmer. Nella parte orientale della città si trova la Casa Russov del 1900, costruita come edificio di appartamenti dal collezionista di Odessa e filantropo Alexander Russov. Questi e molti altri monumenti di Odessa costituiscono un patrimonio architettonico e urbano di enorme valore, oggi gravemente minacciato.
Le dichiarazioni dopo l’attacco
Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, mette in guardia la Russia: «Questa oltraggiosa distruzione segna un’escalation di violenza contro il patrimonio culturale dell’Ucraina. Condanno fermamente questo attacco contro la cultura ed esorto la Federazione Russa a intraprendere azioni significative per rispettare i suoi obblighi di diritto internazionale, tra cui la Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e la Convenzione del Patrimonio Mondiale del 1972».
Il Ministero della Difesa russo ha negato di aver preso di mira la cattedrale, affermando invece di aver preso di mira solo «le infrastrutture militari e terroristiche della regione di Kiev», e ha affermato che il danno era probabilmente il risultato di un missile di difesa aerea ucraino. La Russia ha lanciato attacchi in risposta a quelli dei droni ucraini che hanno colpito il ponte di Kerch, nella Crimea occupata dai russi, il 17 luglio.
Yuri Kruk, capo del comando militare ucraino del distretto di Odessa, ha dichiarato in un comunicato che si tratta del «più grande colpo del nemico sul centro storico della città di Odesa dall’inizio della guerra». La Casa degli Scienziati nel Palazzo Tolstoj, risalente al XIX secolo, è tra gli altri edifici gravemente danneggiati.
Oleh Kiper, il governatore militare ucraino di Odesa, ha riferito sul suo canale Telegram che 25 monumenti architettonici sono stati danneggiati dall’ultimo attacco russo.
[Sophia Kishkovsky]
Altri articoli dell'autore
Situato nella Siberia meridionale, il bacino idrografico russo presenta caratteristiche pressoché uniche (salinità molto bassa, purezza delle acque e temperatura mai sopra i 14°C), fattori che determinano una ricca biodiversità
Fondata in epoca medievale come una delle capitali del Regno del Marocco, la città è ridiventata nel 1956 capitale del Paese alla fine del dominio coloniale francese
In Brasile, lungo le frontiere con la Bolivia e il Paraguay, si trova la più grande area umida del mondo, nonché uno degli ecosistemi più produttivi del pianeta. Un sito così esteso e complesso è purtroppo oggetto di molte minacce
Parte seconda • Per avere basse temperature, di questi tempi, non basta andare nell’Europa del Nord, bisogna spingersi più in su, verso l’Artico