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Palinuro e la dieta mediterranea

I Parchi Nazionali del Vesuvio e del Cilento, Vallo di Diano e Alburni offrono un patrimonio pressoché inesauribile di scoperte paesaggistiche, bellezze ambientali e testimonianze architettoniche, ma sono anche una miniera di prodotti di qualità, materie prime e pietanze tradizionali. A fare luce su tutto ciò è il volume I sentieri del gusto, edito da Sviluppo Campania, società inhouse della Regione

Enzo Battarra

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«La natura dei luoghi, la storia geologica e archeologica, i paesaggi, le coltivazioni secolari e le tradizioni rurali rendono l’area vesuviana uno dei luoghi più suggestivi da scoprire», scrive nel testo introduttivo il presidente del Parco del Vesuvio Agostino Casillo. Il vulcano partenopeo è l’ombelico della Campania, una presenza catalizzatrice di attenzioni, ben radicata nell’immaginario collettivo.

Nel corso dei secoli molta pittura è stata concepita usando l’immagine stereotipata del cratere fumante sul Golfo di Napoli, dalla scuola napoletana del Seicento alla serie warholiana «Vesuvius by Warhol». E poi il rapporto con Pompei, Ercolano, Oplonti e con gli altri siti archeologici di più recente rinvenimento. Molta storia si è scritta sotto il vulcano. Questa terra lavica ricca di sali minerali ha dato sempre buoni frutti, dall’albicocca vesuviana alla ciliegia del monte, all’uva catalanesca, al pomodorino del piennolo.

Tra le eccellenze del territorio vi sono anche il miele, il nocillo, il pane, la pasta, lo stoccafisso e il baccalà. Sovrano è il vino che si produce sulle falde del vulcano, sotto il nome suggestivo di Lacryma Christi: i vitigni nascono dove Dio pianse incantato dal Golfo di Napoli. La varietà bianca proviene dall’uva Falanghina del Vesuvio e dalla Coda di Volpe, chiamata localmente Caprettone, mentre il rosso e il rosato dal Piedirosso. Anche dall’uva catalanesca si può ricavare un buon vino, con un sapore alquanto singolare. «Terra della Bellezza»: così definisce l’area del Parco del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni il presidente Lorenzo Pellegrino. Tutta questa bellezza «scaturisce dalla presenza di un ricco patrimonio ambientale, naturalistico, paesaggistico e culturale».

Si parla di un territorio molto ampio che comprende buona parte della provincia di Salerno, dalle zone montuose di derivazione appenninica alla splendida costa, numerosissime sono le attrattive turistiche. In relazione alla costa si ricordano miti come quello dell’isola delle sirene o dell’estenuante lotta con il mare di Palinuro, nocchiero di Enea. Appartengono all’area del Parco anche le aree archeologiche di Paestum, con i suoi templi, e di Velia. È la terra della dieta mediterranea, patrimonio Unesco. Qui è nata quella che è ritenuta al mondo la più corretta condotta nutrizionale, utile anche come stile di vita capace di prevenire le più pericolose patologie, come quelle cardiovascolari e tumorali. Si direbbe che i «sentieri del gusto» abbiano la capacità di allungare la vita. Simbolo di una così grande tradizione alimentare è l’olio extravergine di oliva, vanto del Cilento. Non vanno dimenticate altre tipiche prelibatezze del territorio come le alici di menaica e la cacioricotta.
 

Enzo Battarra, 04 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

Palinuro e la dieta mediterranea | Enzo Battarra

Palinuro e la dieta mediterranea | Enzo Battarra