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Arthur Duff, «Sticky Eyes» © Vincenzo Parlati

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Arthur Duff, «Sticky Eyes» © Vincenzo Parlati

Paratissima Cavallerissima

L’ultima edizione nella Cavallerizza Reale

Barbara Ruperti

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Dall’1 al 5 novembre si svolge la 19ma Paratissima, l’ultima alla Cavallerizza Reale. La celebre fiera off e fucina dell’arte emergente è nata nel 2005 in un appartamento sfitto di via Po e nei suoi 19 anni ha cambiato molte case, sperimentato diverse forme e coinvolto creativi, artisti e cultural workers. Ed è guardando al futuro che Paratissima decide di dedicare questa importante edizione a quel ribaltamento di prospettiva che è diventato oramai la sua cifra distintiva. L’appuntamento di novembre si intitola «Eye Contact - Match with Art», un invito a sfidare le opere con il proprio sguardo penetrando oltre la superficie.

Per l’occasione, Paratissima riapre tutti gli spazi della Cavallerizza, raggiungendo oltre 6.500 metri quadrati di percorso espositivo: la fiera conta un totale di 300 artisti, 10 mostre curate e 15 progetti speciali, dislocati tra terzo piano, galoppatoio, scuderie ed esterno. Lo sguardo sarà il passepartout per spostarsi da una sala all’altra e accedere a diverse intuizioni, visioni e immaginari. Tornano Paratissima Factory, Liquida Photofestival e NICE, il corso per giovani curatori, che in occasione della sua 10ma edizione permetterà ai visitatori di curiosare tra sei progetti tematici ideati in dialogo con il suggestivo ambiente delle ex scuderie reali. Notevoli soprattutto i Main Project ospiti dell’edizione che si svelano lungo il percorso: oltre alle installazioni inedite di IDEM Studio e Beyond Studio, anche una proiezione ambientale realizzata sulla facciata della Cavallerizza da Arthur Duff, «Sticky Eyes» , visibile nelle ore notturne. . Il tutto è arricchito da numerose attività rivolte al pubblico come laboratori, dibattiti, performance, sonorizzazioni e molto altro.
 

Arthur Duff, «Sticky Eyes» © Vincenzo Parlati

Barbara Ruperti, 31 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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Paratissima Cavallerissima | Barbara Ruperti

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