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Perché i coniugi Arnolfini non si guardano? Chi sono? E soprattutto: che cosa fanno?

Perché i coniugi Arnolfini non si guardano? Chi sono? E soprattutto: che cosa fanno?

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Redazione GdA

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Esce questo mese per Skira un nuovo libro sul celeberrimo dipinto raffigurante i coniugi Arnolfini realizzato da Jan van Eyck nel 1434, oggi alla National Gallery di Londra. Una nuova indagine condotta non da uno storico dell’arte, ma da un medico, Jean-Philippe Postel, sul quadro e la sua storia e insieme una meditazione sulla lenticolare e vertiginosa bellezza della pittura fiamminga. Daniel Pennac, nell’introduzione al volume, nota che i coniugi Arnolfini non si guardano e si domanda che cosa vedono realmente nelle loro solitudini, a che cosa pensano.

Il libro aiuta a guardare il quadro con occhi nuovi. «Munitevi di una lente d’ingrandimento: vi permetterà di ammirare gli effetti del sole sulle minuscole ciliegie, il bordo del tappeto impercettibilmente sfilacciato, la paglia intrecciata del cappello nero. Poi noterete altri dettagli, segreti, a malapena visibili, e a poco a poco vi inoltrerete in un inestricabile labirinto dominato dai riflessi di uno specchio. Guardate». Offriamo un’anteprima del libro, che invita a leggerlo: «Per quanto si sa, nessun pittore prima di lui aveva mai raffigurato un uomo e una donna in una camera da letto. Annunciazioni, natività, Madonne col Bambino, crocifissioni, martiri, santi, qualche scena biblica, ecco i soggetti trattati da tutta la pittura di cavalletto occidentale degli inizi del Quattrocento: con foglia d’oro, per la maggior gloria di Dio. Tutta la pittura o quasi.

Negli anni 1360-70 il primo ritratto profano conosciuto dell’era cristiana (effigiante il re di Francia Giovanni il Buono) aveva aperto una breccia dove s’infilarono a ruota, trovando grazioso farsi ritrarre, re e regine, duchi e duchesse, principi e principesse, imitati un po’ più tardi da tutti i personaggi importanti, poi da quelli molto ricchi. E di punto in bianco, nel 1434, I coniugi Arnolfini. O piuttosto, siamo precisi, Hernoul-le-Fin con la moglie, come recita la prima descrizione nota del dipinto. Un uomo e una donna, in piedi in una camera da letto, si danno la mano. Di sicuro ricchi, a giudicare dalle apparenze (mobili delicatamente intagliati, specchio sofisticato, splendido candeliere d’ottone, tendaggi sfarzosi, tappeto d’Oriente, vesti foderate di zibellino e vaio), ma certo non facenti parte dei grandi di questo mondo, altrimenti lo sapremmo. E subito una domanda: chi sono? A leggere la miriade di articoli dedicati al dipinto dalla seconda metà del XIX secolo in poi, la risposta a questa domanda pare essere la condizione necessaria e sufficiente per la sua comprensione. Ora, di risposte non ne abbiamo, e vedremo che la domanda giusta sarebbe invece: Che cosa fanno?».

Il mistero Arnolfini. Indagine su un dipinto di Van Eyck
di Jean-Philippe Postel
prefazione di Daniel Pennac
traduzione di Doriana Comerlati
128 pp., ill. b/n.
Skira, Milano 2017
€ 16,00
 

Redazione GdA, 14 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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