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Una veduta della mostra «Sculture nella Città 1971/2024. Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori», allestita dal 4 febbraio al 5 maggio nel Centro Arti Visive Pescheria e nella Chiesa del Suffragio, Pesaro

© Culto Productions

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Una veduta della mostra «Sculture nella Città 1971/2024. Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori», allestita dal 4 febbraio al 5 maggio nel Centro Arti Visive Pescheria e nella Chiesa del Suffragio, Pesaro

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Pesaro 2024 trasforma l’arte pubblica in arte di comunità

Prosegue il programma in 13 tappe intitolato «Dalle sculture nella città all’arte delle comunità», curato da Marcello Smarelli per Pesaro 2024 e ispirato alla storica mostra «Sculture nella città», con la quale Arnaldo Pomodoro ha ridisegnato Pesaro grazie alle sue monumentali scultura dislocate nelle vie del centro storico. Un progetto che ora si evolve coinvolgendo artisti e cittadini in un’unica grande visione collettiva

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Jenny Dogliani

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Quale deve essere oggi il ruolo dell’arte nello spazio pubblico? È questa la domanda alla base del progetto intitolato «Dalle sculture nella città all’arte delle comunità», curato da Marcello Smarelli per Pesaro 2024. Un programma in 13 capitoli ispirato alla storica mostra «Sculture nella città», con la quale Arnaldo Pomodoro nel 1971, per la galleria Il Segnapassi, aveva ridisegnato Pesaro con la presenza delle sue monumentali sculture dislocate nelle vie del centro storico. Per l’epoca fu una mostra fondamentale cui fecero seguito nel 1972 le opere lignee di Ceroli, nel 1973 una retrospettiva di Ettore Colla e nel 1976 di Alberto Burri, una tappa imprescindibile per la costruzione dell’identità contemporanea di Pesaro, che si è arricchita negli anni successivi di opere pubbliche di Pietro Consagra, Eliseo Mattiacci e Mauro Staccioli, tra gli altri. È questa l’esperienza visionaria cui si legano oggi oltre 40 tra artisti, autori e curatori coinvolti nel progetto che ha avuto il suo punto di partenza nella mostra allestita dal 4 febbraio fino al 5 maggio scorso nel Centro Arti Visive Pescheria, intitolata «Sculture nella Città 1971/2024. Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori», curata da Pippo Ciorra, senior curator MaXXI Architettura, e dei grafici e designer Michele Giorgi e Carola Nava. Il percorso comprendeva una selezione di documenti di archivio e fotografie provenienti dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e dall’Archivio Ugo Mulas, allestite nel loggiato della Pescheria, e i progetti commissionati a dieci autori under 35 esposti invece nella Chiesa del Suffragio, dove con il loro lavoro hanno potuto analizzare il contesto e le caratteristiche delle quattro aree del centro storico in cui era intervenuto nel 1971 Arnaldo Pomodoro (piazza del Popolo, piazzetta Mosca, piazzale e piazzale della Libertà), delineando una serie di nuove azioni e possibili approcci. «La mostra ha costituito il primo dei tredici episodi del progetto forse più iconico del dossier di Pesaro 2024, nato come metodo per nutrire l’immaginazione, interrogandosi su che cosa Pesaro vuole essere e diventare. Azioni dirette, pensate da artisti, architetti, poeti, nominati ambasciatori dell’arte, realizzate coinvolgendo attivamente le persone che abitano i quartieri, vagliando il possibile ed esplorando l’ignoto, riflettendo sull’evoluzione di quella che oggi chiamiamo arte pubblica, come fece pionieristicamente Arnaldo Pomodoro nel suo intervento dirompente, che oggi possiamo indicare come una pietra miliare verso lo straordinario traguardo di Pesaro Capitale italiana della cultura», spiega Smarelli. 

«Archè» (2024) di Friedrich Andreoni, Santa Veneranda, Pesaro © l’artista. © Culto Productions

Il progetto prosegue dunque con 12 residenze artistiche nei restanti Quartieri di Pesaro e nel Municipio di Monteciccardo, che si completeranno nei prossimi mesi coinvolgendo 12 artisti di differenti generazioni, nominati Ambasciatori dell’arte. Coordinate ciascuna da un curatore diverso, le residenze si nutrono di una profonda relazione con il territorio e la comunità, ritenuti centrali nella definizione di arte pubblica concepita e promossa dall’amministrazione cittadina. Un modus operandi compartecipato della durata di un anno circa, fatto di incontri, workshop e dibattiti sfociati nella creazione di dodici opere d’arte permanenti e site specific, la cui collocazione in un luogo determinato è ogni volta il frutto di una pratica relazionale e di una decisione condivisa da artista e cittadini. Ciascuna opera, oltre a rispecchiare la visione estetica del proprio autore, è anche un dispositivo capace di raccontare storia, paure e speranze di una collettività. Per il Quartiere 2, a Cinque Torri, Santa Veneranda, Friedrich Andreoni (Pesaro 1995) ha realizzato un itinerario intitolato «Arco, Archè, Archetipo», curato da Caterina Angelucci, composto da tre installazioni e inaugurato lo scorso 26 aprile. La prima, «Tracce mnemoniche» è un’opera sonora collocata nel Lavatoio di Santa Veneranda, dalle cui vasche colme d’acqua affiorano le note di «Petit messe solennelle» di Gioachino Rossini, una piccola messa solenne che si collega al valore metaforico di un luogo di incontro, memoria, storie condivise e «purificazione». «Tracce mnemoniche I e II» è invece una coppia di bandiere che sventola all’ingresso del Quartiere di Santa Veneranda, condensando in una rappresentazione astratta e colorata il componimento rossiniano. Infine la scultura in ferro «Arché» è composta dal profilo di cinque archi a sesto acuto stretti in una coreografia circolare ispirata al «La danza» di Matisse. 

«Meteorite, gemello» di Paolo Icaro, davanti alla Biblioteca del Quartiere di Villa Fastiggi, Pesaro. © Culto Productions

Per il Quartiere 3, nelle Colline e Castelli, Davide Mancini Zanchi ha progettato «Paesaggio bello», curato da Giacomo Pigliapoco e inaugurato il 28 giugno. Nel quartiere, composto dai borghi Candelara, Ginestreto, Novilara, Santa Maria dell’Arzilla, Trebbiantico, l’artista di Urbino, classe 1986, ci avvicina con la sua arte a una dimensione contemplativa: cinque dipinti e un’insegna luminosa itinerante ispirati a elementi caratteristici del paesaggio, dove per esempio un parco o una porzione della cinta muraria dialogano tra loro come emanazioni di epoche e mondi differenti, invitandoci a una riflessione sulla lentezza, gli angoli nascosti, la storia e il significato di tutto ciò che ci circonda che esisteva e che esisterà oltre il nostro breve e distratto passaggio.Nel Quartiere 4, a Villa Fastiggi, Villa Ceccolini, Paolo Icaro presenta invece «Meteorite, gemello», un’opera accompagnata da una poesia di Gianni D’Elia, a cura di Marcello Smarrelli, inaugurata il 19 aprile. L’artista torinese, nato nel 1936, tra le più raffinate espressioni della scultura contemporanea, durante un workshop di quattro settimane ha invitato gli abitanti a realizzare manufatti con l’impasto del pane, la terracotta, la carta, i colori. Successivamente l’artista ha realizzato una grande scultura dividendo in due parti un monolite di granito verde: la superficie liscia, creata dal taglio netto della pietra, simboleggia la relazione tra natura e tecnologia, luce e oscurità, profondità e superficie, interno ed esterno. Le due parti sono state collocate una davanti alla Biblioteca del Quartiere di Villa Fastiggi, l’altra nel Quartiere 1, nei giardini prospicenti Rocca Costanza, nel cento storico, simboleggiando il legame che stringe tutti i cittadini di Pesaro in un’unica grande comunità. 

Davide Mancini Zanchi, Paesaggio Bello, 2024, mixed media, installazione itinerante. Courtesy l’artista. © Culto Productions

Nel Quartiere 12 a Pantano, Ricardo Aleodor Venturi ha realizzato invece «Che cosa c’è dietro la scogliera?», curato da Lucia Camela e inaugurato il 24 maggio. L’artista pesarese, classe 1994, è protagonista di una mostra (visibile fino al 7 settembre) nella scuola secondaria IC Olivieri-Brancati e dell’esecuzione di tre installazioni permanenti pensate per i tre principali parchi del quartiere: Trulla, di via Rossi e di Largo Baccelli. Alla base del progetto il tema del riciclo. In mostra una sorta di coloratissimo archivio legato ai materiali raccolti durante una campagna di pulizia del mare, elemento centrale anche nella realizzazione delle tre installazioni. Nel Municipio di Monteciccardo, l’8 maggio, è stato poi inaugurato il lavoro di Giovanni Termini, curato da Marco Tonelli. L’opera, «Where is Montericciardo», mira ad azzerare le distanze tra Montericciardo e Pesaro, circa una ventina di chilometri, attraverso 15 gigantografie di luoghi quali Monteciccardo, Villa Betti, Montegaudio, Monte Santa Maria, Villa Ugolini, affisse in centro città secondo il linguaggio della cartellonistica pubblicitaria. Il prossimo appuntamento è per venerdì 5 luglio alle 12.00 nel Museo Paleontologico «L. Sorbini» di Fiorenzuola di Focara, nel Quartiere 6, San Bartolo, dove verrà presentato il video del collettivo No Text Azienda, realizzato in dialogo con Cyprien Gaillard per la quinta edizione di «Against Sun and Dust», a cura di Cornelia Mattiacci e Alessandra Castelbarco Albani, con Ruggero Pietromarchi

 

 

 

Davide Mancini Zanchi, Paesaggio Bello, 2024, mixed media, installazione itinerante. Courtesy l'artista. © Culto Productions

Jenny Dogliani, 04 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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