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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliIl 23 novembre, nel comune abruzzese di Notaresco (Te), nella frazione di Guardia Vomano, si è tenuto un incontro avente per tema «L’Abbazia di San Clemente al Vomano e la statua trecentesca di San Clemente: il racconto del restauro», nell’ambito delle iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale promosse sul territorio nell’ambito del progetto «Radici».
Nell’occasione si è tenuta la presentazione del recente restauro di una statua lignea raffigurante San Clemente databile tra il XIII e il XIV secolo, eseguito presso il laboratorio del legno dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. L’intervento ha restituito nuova vita a una scultura sacra di notevole importanza storica e artistica, consentendo, con il ritorno alle cromie originarie, di apprezzarne nuovamente dettagli, fattura e iconografia originale. Un appuntamento che ha unito storia, arte e tutela, offrendo ai visitatori l’occasione di approfondire un’affascinante testimonianze del patrimonio abruzzese.
Nella circostanza si è anche ripercorsa la storia dell’antica Abbazia di San Clemente al Vomano, le cui origini risalgono al IX secolo. Nel percorso sono stati illustrati i lacerti di affreschi che ancora ornano pareti e pilastri, tra i quali quello, databile intorno all’anno 1285, tradizionalmente attribuito a Gentile della Rocca: esso si trova su di un pilastro della navata di sinistra e rappresenta la «Madonna Regina col Bambino», ritratta seduta col Bambinello in atteggiamento benedicente.
Un altro «focus» ha riguardato il portale lapideo, costituito da blocchi di pietra scalpellata e datato 1108, come riferito dalla pietra murata a fianco del piedritto sinistro, con un impianto decorativo complessivo che porta ad immaginare vari elementi rimontati e recuperati dai monaci a causa delle scarse possibilità economiche in cui si trovava l’abbazia in quell’epoca.
Infine, si è illustrato il ciborio di Roberto e Ruggero: datato intorno alla metà del XII secolo, la critica più recente lo colloca tra gli anni 1140 e il 1150. Per la sua artistica eleganza è considerato tra i più monumentali e antichi tra quelli dell'arte romanica in Abruzzo. Fu interamente realizzato e firmato dalla bottega di Ruggero e Roberto, padre e figlio.
Il «San Clemente» restaurato «a figura intera»
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