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Open Studio residenza «Sguardi Urbani», marzo 2023, presso la Casa degli Artisti a Milano

© William Fernando Aparicio. Cortesia della Casa degli Artisti

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Open Studio residenza «Sguardi Urbani», marzo 2023, presso la Casa degli Artisti a Milano

© William Fernando Aparicio. Cortesia della Casa degli Artisti

Residenze d’artista: il bello è stare insieme

Parte Prima · Quali sono, dove si trovano e che cosa prevedono i principali progetti attivi in località grandi e piccole del nostro Paese. Una guida ragionata ai luoghi predisposti per artiste e artisti che vogliono entrare in contatto con idee, persone, modi di vivere, ma anche cibi, paesaggi e climi capaci di stimolarne la ricerca, le relazioni e la creatività

Matteo Mottin

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Non è semplice fornire una definizione univoca di «residenza d’artista», tante sono le modalità di partecipazione, gli obiettivi e i contesti. Ma il minimo comune denominatore dei molti progetti attivi nel territorio italiano può condensarsi nel dare la possibilità a chi crea arte di vivere per qualche tempo in un luogo diverso da quello in cui risiede, per entrare in contatto con idee, persone, modi di vivere, ma anche cibi, paesaggi e climi che possano stimolarne la ricerca verso nuove forme e prospettive

Uno dei più antichi progetti ancora attivi in Italia è il Collegio Artistico Venturoli di Bologna, fondato nel 1822 su volere del facoltoso architetto Angelo Venturoli, che nel suo testamento del 1820, un anno prima della morte, lasciò scritto: «Voglio adunque che sia eretto nella città di Bologna un Collegio d’educazione, a comodo d’istruire giovani studenti di Belle Arti ed ivi siano mantenuti pienamente, in tanto numero, quanto potrà l’entrata di mia Eredità. Il locale ove abiteranno sarà scelto e giudicato a proposito, dagl’infrascritti signori Amministratori, Esecutori Testamentari; questo Stabilimento sarà perpetuo e nominato il Collegio Venturoli e di mano in mano, saranno scelti li Giovani da detti Amministratori e da quelli che saranno in avvenire posti in luogo...». Dopo oltre due secoli, l’attività del Collegio prosegue grazie all’omonima Fondazione, che seleziona tramite concorso pubblico giovani studenti di Arti visive e Architettura a cui assegnare borse di studio e spazi adibiti a studi d’artista all’interno della sua sede, un palazzo del XVII secolo nel centro storico di Bologna. Il Collegio, oltre a conservare l’archivio storico del suo fondatore, ospita una ricca collezione di circa 300 opere, donate dai borsisti al termine della loro residenza. Nei suoi 200 anni di attività il Collegio ha ospitato numerosi artisti e personalità della cultura, tra cui Sissi (oggi tutor dei borsisti), Irene Fenara e il curatore Renato Barilli. Sempre in tema di residenze antiche e longeve, nel 1898, a Venezia, venne istituita la Fondazione Bevilacqua La Masa, ancora attiva nell’assegnazione di studi d’artista e nella promozione dei residenti attraverso un programma di mostre collettive. 

Nel tempo il concetto di «residenza» si è modificato, e da luogo di sostegno e produzione si è evoluto in progetti di didattica sperimentale, workshop e laboratori, che permettono agli artisti emergenti di entrare in dialogo e confrontarsi in modo diretto con professionisti del settore. Dal 1995 la Fondazione Antonio Ratti di Como porta avanti l’Artists’ Research Laboratory, un soggiorno di tre settimane in cui giovani artisti internazionali partecipano ogni anno a un programma di workshop e dibattiti sotto la guida di un «collega» affermato. Sullo stesso modello ricordiamo la residenza di Fondazione Spinola Banna per l’Arte di Poirino (To), non più attiva nel campo delle arti visive ma di fondamentale importanza per la crescita di un’intera generazione di artisti. Fondata nel 2004 da Gianluca e Orsola Spinola, e diretta fin dagli esordi da Gail Cochrane, scomparsa lo scorso marzo a 72 anni, la residenza mirava a colmare un gap formativo, particolarmente sentito in quegli anni, sull’alta formazione artistica, proponendosi come programma post universitario dedicato ad artisti under 35 attivi in Italia. Ogni anno venivano selezionati dei visiting professor, artisti di fama internazionale individuati dal gallerista Guido Costa, curatore scientifico della residenza, tra cui si ricordano Mario Airò, Massimo Bartolini, Martin Creed, Lara Favaretto, Rirkrit Tiravanija, Alberto Garutti e Tim Rollins & Kos. Tra gli artisti che hanno partecipato alla residenza, Namsal Siedlecki, Luca De Leva, Gian Maria Tosatti, Helena Hadlová, Michele Gabriele, Ludovica Carbotta, Sara Enrico e Cleo Fariselli. 

Oltre a essere ideate e sostenute da istituzioni e fondazioni, alcune residenze nascono dall’iniziativa degli artisti. Tra queste, In-ruins, fondata da Maria Luigia Gioffre e codiretta insieme a Nicola Guastamacchia per favorire un dialogo tra i residenti e i parchi archeologici del Mediterraneo, e Castro, un programma di formazione sperimentale nato a Roma su iniziativa di Gaia Di Lorenzo. Uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni, purtroppo non più attivo, è stato Residenza La Fornace, fondato nel 2018 dall’artista Edoardo Manzoni e dalla curatrice Giada Olivotto. La residenza era scandita sul ritmo delle stagioni in quattro appuntamenti annuali, e avveniva in un luogo segreto, senza pubblico e senza opening. Gli artisti si riunivano in un momento collettivo di documentazione, fotografando le opere all’aperto, in dialogo con il paesaggio. La residenza si è conclusa nel 2020, e vive solamente nella memoria dei partecipanti e nelle belle foto di Mattia Angelini, ancora visibili sulla pagina Instagram del progetto. 

La Lombardia è la regione con il maggior numero di progetti di residenza, seguita da Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio e Puglia. Roma ospita una serie di prestigiosi e longevi progetti di residenza di istituzioni culturali estere, rivolti principalmente ad artisti, musicisti e ricercatori loro connazionali. Tra questi, la British School at Rome, l’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, l’American Academy in Rome. Quest’ultima offre delle borse di studio per italiani, che negli anni sono state assegnate, tra gli altri, a Nico Vascellari, Carola Bonfili, Luca Vitone, Paola Pivi, Namsal Siedlecki, Alessandro Di Pietro e Sara Enrico. Su questa linea, il Max Mara Art Prize for Women è un premio biennale nato nel 2005 da una collaborazione tra Max Mara Fashion Group e Whitechapel Gallery, rivolto ad artiste emergenti del Regno Unito selezionate da una giuria composta da una gallerista, una critica d’arte, un’artista e una collezionista, e presieduta dalla direttrice dell’istituzione londinese. Alla vincitrice viene offerto un periodo di residenza in Italia organizzato dalla Collezione Maramotti, sviluppato sulle esigenze e gli interessi dell’artista, e volto alla produzione di una mostra personale che sarà presentata nella Whitechapel Gallery e nell’istituzione di Reggio Emilia, la quale acquisirà in collezione una delle opere prodotte. Tra le artiste vincitrici, Laure Prouvost, Andrea Büttner e Dominique White.

Matteo Mottin, 15 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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