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Lo stand della galleria di San Paolo Mendes Wood DM a SP-Arte

Courtesy Mendes Wood DM

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Lo stand della galleria di San Paolo Mendes Wood DM a SP-Arte

Courtesy Mendes Wood DM

Resilienza e successo di SP-Arte 2025

La fiera di San Paolo ha confermato la forza del mercato dell’arte brasiliano che, nonostante le continue sfide politiche ed economiche che il Paese e i suoi galleristi devono affrontare, ha sviluppato un sistema interno solido e autosufficiente 

Elisa Carollo

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Mentre i mercati locali dell’arte «navigano a vista», Sp-Arte (dal 2 al 6 aprile) appena conclusasi a San Paolo, ha saputo dimostrare la resilienza di un sistema interno che si conferma solido ed estremamente dinamico nonostante un regime di tassazione punitivo che persiste negli anni. Sebbene le gallerie in fiera fossero primariamente brasiliane, queste hanno riportato numerose vendite fino dalle prime ore del giorno di apertura, rimanendo impegnate in trattative ben oltre la chiusura della fiera alle 21. SP-Sao Paolo si conferma insomma come la principale piattaforma per presentare e scoprire la scena artistica brasiliana. Alta la qualità della proposta, sia nell’ambito dello storico che nella scelta dei talenti locali che anche di blue chip internazionali (con quotazioni anche oltre il milione). Gli espositori rimangano principalmente quelli del Paese soprattutto per le difficoltà e i costi di importazione che per la mancanza di compratori. «Posso scommettere che il mercato dell’arte in Brasile è molto migliore rispetto a quello internazionale», ha dichiarato Fernanda Feitosa, fondatrice e direttrice della fiera. «I nostri artisti sono eccezionali e i collezionisti sono molto attivi. L’attenzione del mercato globale dell’arte è ora tornata sul Brasile». Di fatto questa edizione avviene a seguito della biennale di Pedrosa che ha portato il global south, e il Brasile in particolare, al centro dell’interesse mondiale (la Royal Academy of Arts a Londra ospita fino a 21 Aprile «Brasil! Brasil! The Birth of Modernism», dedicata al modernismo brasiliano. A questa farà seguito una mostra al Grand Palais a Parigi, dedicata invece alla scena contemporanea ed emergente del Paese).

Lo stand della galleria Nara Roesler a SP-Arte. Courtesy SP-Arte

In termini di collezionisti, anche se i visitatori internazionali rimangono meno di quelli che attraggono fiere come Zona Maco, quelli che sono arrivati attraverso il ben organizzato programma VIP della fiera avevano uno scopo preciso: scoprire la scena locale. A settare già il tono all’ingresso, un’accoppiata da millioni, tra il neon di Tracey Emin e un delicato Pierre-Auguste Renoir. Presentati entrambi da Almeida & Dale in uno stand degno di Gagosian o Pace a Basilea, erano accompagnati da altri nomi consolidati come Rudolf Stingel, Stanley Whitney, Wilfredo Lam, Gabriel Orozco, Hélio Oiticica e Tom Wesselmann. Sempre nello stand, una grande tela di Beatriz Milhazes, in concomitanza con la sua attuale mostra personale al Guggenheim. Poche settimane prima della fiera, Almeida & Dale ha scosso il mondo dell’arte brasiliana con l’acquisizione della storica galleria Millan, rilevando i suoi tre spazi espositivi a Pinheiros - uno dei quartieri più ambiti di San Paolo - e l’intero roster di artisti, puntando a diventare cosí una delle gallerie piú importanti del Paese. Sull’onda del momentum, Milhazes era presentata da vari stand, inclusa un’altro stand degno di Art Basel o Frieze come quello della galleria Flexa di Rio de Janeiro, che l’ha affiancata ad una «Infinity Net» di Kusama, una nuova opera di Cecilia Vicuña, vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, e una gouache di Marlene Dumas. Fra le opere piú costose in fiera, Galatea,  una galleria in rapida crescita che opera con sicurezza sia sul mercato primario che su quello secondario, ha presentato un monumentale dipinto di ispirazione picassiana del maestro del modernismo brasiliano Emiliano Di Cavalcanti, offerto a 7,8 milioni di reais (circa 1,3 milioni di dollari). Alla pari di quello italiano o francese, il sistema delle gallerie brasiliano peró presenta vari nomi consolidati, alcuni attivi fin dagli anni Sessanta-Settanta. Un’altra delle gallerie storiche come Galeria Luisa Strina, attiva dal 1974 e prima gallerista nel Sudamerica a entrare ad Art Basel, ha dimostrato la propria capacità di continuare con la sua ricerca esponendo le opere di Panmela Castro, brasiliana, che ha iniziato la sua carriera con i graffiti e che ora è sempre più ricercata per i suoi dipinti sensuali ricchi di texture. Le tele di medie dimensioni sono rimaste al di sotto dei 20mila dollari. La Castro è entrata di recente a far parte della collezione Pérez dopo aver trascorso una residenza lo scorso anno presso il museo privato e incubatore El Espacio 23 di Jorge Pérez. In galleria, Strina ha presemtato una delle mostre piú sperimentali della settimana, con instalalzioni di Marcius Galan. Nel mentre, Nara Rosler, un’altra delle galleriste storiche brasiliane oggi con sede anche in America, ha riportato varie vendite a diversi livelli di prezzo, per operre di artisti acclamati brasiliani ed esteri come Artur Lescher, Tomie Ohtake, Jim Lambie, Marco A. Castillo, Viz Muniz, Abraham Palatnik e Cristina Canale. Ricorrenti fra gli stand, anche nomi dell’astrazione geometrica brasiliana, dal Concretismo al Neo-Concretismo, tra cui spiccano Lygia Pape, Lygia Clark e Hélio Oiticica. In diversi stand erano poi presenti anche opere di maestri del movimento cinetico latino, come Jesús Rafael Soto e Carlos Cruz-Diez. Di quest’ultimo spiccava l’opera di oltre tre metri presentata da Simões de Assis. De Assis è un’altra realtá consolidata del Paese, con un business e reputazione acclarata di generazioni: fondata nel 1984 a Curitiba da Simões de Assis Filho, la galleria opera ora insieme alla SIM Galeria. Nel 2018, le due gallerie si sono ampliate aprendo uno spazio condiviso a San Paolo, consolidando i loro programmi e affermandosi tra le principali gallerie brasiliane. «SP-Arte si è affermata come una delle principali fiere dell’emisfero meridionale. La città si trasforma e diventa un polo culturale, che va oltre la semplice fiera, ma anche musei e gallerie collaborano con importanti mostre durante il periodo», ha commentato il direttore della galleria, Guilherme Simoes de Assis. «Anno dopo anno, il pubblico cresce, con collezionisti di altri Paesi che vengono a scoprire l'arte brasiliana. Anche le gallerie brasiliane iniziano a esporre i loro artisti in musei e gallerie internazionali». Per il giovane Simôes de Assis, questa edizione segna un momento importante per il mercato brasiliano, per il consolidamento di nomi nazionali, in un sistema che continua ad essere vivace. In fiera la galleria ha affiancato opere di altri maestri brasiliani come Sergio Camargo con lavori di nomi emergenti come Zéh Palito, Thalita Hamaoui e Diambe ma anche nomi internazionali, tra cui un’altra «Infinity Net» rossa e multimilionaria di Kusama, una scultura di grandi dimensioni di Jean-Michel Othoniel e opere dell’artista messicano Gabriel de la Mora (Simões de Assis ha recentemente iniziato a co-rappresentare questi ultimi con Perrotin).

Lo stand della galleria Simões de Assis a SP-Arte. Courtesy Simões de Assis

Un mix fra nomi consolidati ed emergenti è stato presentato anche da A Gentil Carioca, che ha riportato varie vendite, fra cui opere di Agrade Camíz, Pascale Marthine Tayou ( protagonista anche di una personale in galleria in occasione di questa settimana ) e Kelton Campos Fausto, acquisite da mecenati della Tate. Kelton è stato inoltre acquistato anche da un importante collezione in Germania, mentre Arjan Martins e Vivian Caccuri sono state inserite nella Collezione dell’Instituto Paz (Inhotim).  Agrade Camíz e Vinicius Gerheim parteciperanno inoltre alla «Mostra dei giovani artisti brasiliani» al Grand Palais di Parigi mentre Laura Lima presenterà una grande installazione al Panthéon (entrambi i progetti fanno parte della Stagione Brasile-Francia, che promette di portare la scena brasiliana ancor più sotto i riflettori internazionali). Con sedi anche a Bruxelles, Parigi, e New York, Mendes Wood DM è un’altra realtà brasiliana che si è rapidamente affermata nel mondo dell’arte internazionale nell’ultimo decennio. Mentre in una delle sedi a San Paolo è in corso una mostra personale dell’artista italiano Guglielmo Castelli, lo stand della galleria a SP-Arte ha dato ampio spazio ai talenti brasiliani, da un dipinto dell’oggi richiestissima Marina Pérez Simão, co-rappresentata da Pace, oltre a opere di Antonio Obá, Paulo Nazareth, Sonia Gomes, Rosana Paulino e Adriano Costa. La galleria ha inoltre presentato nomi riconosciuti a livello internazionale come Lucas Arruda, Julian Creuzet, Paul Taburet, Kishio Suga e Alvaro Barrington.

Prima ancora di Mendes, Fortes D'Aloia & Gabriel è stata un’altra galleria chiave nell'internazionalizzazione della produzione contemporanea brasiliana, con una presenza costante nelle principali fiere internazionali. A SP-Arte di quest'anno, la galleria ha presentato alcuni dei nomi più forti del suo roster già spesso con presenza e mercato estero, come Janaina Tschäpe, (fresca di una personale da Kasmin a New York), Ernesto Neto, Erika Verzutti, OSGEMEOS, Leda Catunda e Yuli Yamagata. «Il primo giorno alla SP-Arte è stato molto emozionante. Le vendite sono state forti e il nostro stand è rimasto occupato per tutto il tempo, a conferma dell’interesse del pubblico per il nostro programma e per gli artisti, sia emergenti che affermati», ha commentato Luiza Calmon, una delle partner della galleria. «La città è piena di curatori e collezionisti brasiliani e stranieri, molti dei quali stanno visitando le nostre due nuove mostre». In congiunzione con la fiera, la galleria ha aperto con un affollato brunch la mostra «Manifestação» dell’artista beninese Pélagie Gbaguidi e una personale di nuovi dipinti dell’artista di Sao Paolo Gokula Stoffel «Um Lugar Para Cabeça».

Al di là dei nomi noti e affermati, in fiera non è mancato lo spazio per le scoperte fra nuove gallerie e talenti emergenti. Tra le proposte più interessanti, nello stand di VERVE Galeria, l’artista brasiliana Mayara Ferrâo ha presentato una nuova serie di fotografie generate dall’A.I, dall’aspetto vintage, di coppie LGBTQ del passato, ciascuna racchiusa in cornici antiche. Le opere, ciascuna al prezzo di 6mila R$ (circa mille dollari), hanno offerto una revisione intima e poetica della memoria. Nello stesso stand, VERVE ha presentato anche un gruppo di nuovi dipinti accattivanti del giovane e promettente Victor Fidelis, ognuno dei quali ha un prezzo di circa 25mila reais (circa 4.500 dollari). Entrambi gli artisti sono inclusi nella mostra «Historias LGBTQ+» dedicata alla storia alternativa della comunità queer dal MASP diretto da Adriano Pedrosa. Poche settimane prima della fiera, il museo ha inaugurato il suo nuovo edificio di 14 piani, raddoppiando così gli spazi della storica sede progettata da Lina Bo Bardi.

Un’altra realtà interessante per l’emergente, Mitre Galeria di San Paolo, ha registrato quasi il tutto esaurito alla fine del primo giorno. Lo stand presentava opere di Wallace Pato e Marcos Siqueira, oltre a una serie di ritratti enigmatici di Éder Oliveira, tutti con prezzi inferiori a 15mila dollari e protagonista di una mostra personale presso la galleria, in concomitanza con la fiera. «Avevamo grande fiducia nella forza della nostra presentazione a questa edizione di SP-Arte e l’accoglienza del pubblico e del mercato l’ha confermata», ha dichiarato Flávia Cardoso, vicedirettrice della galleria. «È stato il nostro primo giorno di maggior successo in termini di vendite da quando abbiamo iniziato a partecipare alla fiera». La fiera parteciperà a Frieze New York e Expo Chicago, in un importante anno di internazionalizzazione per promuovere il loro programma anche all’estero.

Fra le poche temerarie gallerie straniere presenti, Galleria Continua ha portato artisti latinoamericani, come Carlos Garaicoa, Ana Maria Tavares, André Komatsu, Jorge Macchi, Luís López-Chavez, Alejandro Campins. «La Galleria Continua è presente a questa fiera da molto tempo. Con una galleria in città, portiamo la nostra anima italiana in Brasile. I colori uniti di Continua», ha commentato la direttrice della sede brasiliana, Akio Aoki. Conferma coma SP-Arte alla fine vale tutte le difficoltà per partecipare anche Atchugarri, quest’anno alla sua 10ma partecipazione: «Questa è la nostra decima partecipazione a SP-Arte. Abbiamo iniziato nel 2015, ed è stata la nostra prima fiera d’arte in America latina», ha commentato Piero Achungarri. «Da allora, abbiamo coltivato rapporti duraturi con collezionisti e amici che hanno aderito al nostro programma internazionale».

Nell’edizione di quest’anno,la galleria ha venduto a collezionisti locali e internazionali opere di artisti come Tulio Pinto, Verónica Vázquez, Adam Jeppesen, Emil Lukas, Guillermo García Cruz e Pablo Atchugarry, con prezzi compresi tra 10mila e 100mila dollari. Se il sistema fiscale punitivo del Brasile continua a rappresentare un ostacolo significativo a un’ulteriore internazionalizzazione sia della fiera che dell’ecosistema artistico del Paese, questo presto si estenderà anche ad altri mercati con la nuova guerra di dazi in corso. Nel mentre la qualità e il livello di attività di questa edizione di SP-Arte hanno senza dubbio dato prova della forza, del dinamismo e della resilienza del mercato dell’arte brasiliano, che nonostante le continue sfide politiche ed economiche che il Paese e i suoi galleristi devono affrontare ha saputo sviluppare un sistema interno solido e praticamente autosufficiente che ora punta a conquistare comunque istituzioni e collezionismo internazionale.

Elisa Carollo, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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