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Edek Osser
Leggi i suoi articoliRoma. Con il via libera del Consiglio dei Ministri, il 2 dicembre, si può dire definita in tutte le sue articolazioni la riforma Franceschini, ufficialmente intitolata «Nuovo regolamento di riorganizzazione del Mibact».
Molte le novità rispetto alla prima fase della riforma avviata da Dario Franceschini nel 2016, anche con cancellazioni e cambiamenti che hanno in parte annullato le modifiche introdotte dall’ex ministro Alberto Bonisoli alla fine del suo mandato.
Il testo attuale amplia la portata della riforma, un effetto dovuto anche al lavoro politico svolto da Franceschini da poco tornato alla guida del Mibact. Il passo decisivo è arrivato infatti con la conversione in legge del decreto 104 sul «riordino dei Ministeri», compreso quello dei Beni culturali, approvato alla Camera il 18 novembre scorso. L’impianto della riforma è rimasto invariato ed è stato confermato il ritorno al Mibact del Turismo che avrà una sua Direzione generale, ma la legge sui Ministeri ha soprattutto assegnato alla struttura ministeriale 25 nuovi posti da dirigente, che passano così da 167 a 192.
Per queste nuove posizioni sono stati stanziati 2,6 milioni di euro per il 2020 e 5,2 milioni per il 2021. La legge prevede anche uno stanziamento di 5 milioni dedicati a nuove assunzioni di personale per Ales, la società «in house» del ministero, che potrà destinarlo ad accoglienza e vigilanza nei musei.
Nuove Soprintendenze e più autonomia
Con la accresciuta dotazione di dirigenti, il Mibact può attuare una vera grande riforma della sua struttura. È stata subito ripristinata l’autonomia delle tre grandi istituzioni museali declassate da Bonisoli: Galleria dell’Accademia a Firenze, Museo Etrusco di Villa Giulia e Parco dell’Appia Antica a Roma. Sono stati creati soprattutto 7 nuovi musei autonomi e una serie di Soprintendenze locali che prima non esistevano. Viene così rafforzato il concetto base della riforma del Mibact basata su una più accentuata autonomia delle sedi territoriali.
Non solo, con quei dirigenti Franceschini ha annunciato anche la creazione di 3 nuove Soprintendenze «archivistiche e bibliotecarie» in Umbria, Basilicata e Calabria, mentre viene promossa a Biblioteca Nazionale quella dei Gerolamini a Napoli, ferita gravemente nel 2012 dal furto di centinaia di volumi organizzato dal suo stesso direttore, Marino Massimo De Caro (condannato a sette anni di prigione): un risarcimento per quella istituzione che, ha detto Franceschini, «potrà diventare la storia di un riscatto».
Promosso poi a direzione di prima fascia l’Archivio Centrale dello Stato a Roma. Saranno sei le nuove Soprintendenze per «Archeologia, Belle arti e Paesaggio» nelle Regioni per correggere una presenza di sedi periferiche chiaramente squilibrata. «Le Soprintendenze sono macchine complesse, non sempre distribuite in modo razionale sul territorio, ha dichiarato Franceschini. Per esempio: in Toscana ce ne sono cinque, in Lombardia soltanto due».
La riforma intende anche diminuire la loro eccessiva dimensione che copre a volte territori troppo ampi e densi di luoghi della cultura, per renderne più rapida e attenta la funzionalità anche in relazione al loro compito di servizio al pubblico. Vi sarà, per esempio, almeno un Ufficio esportazione nelle Soprintendenze di ogni capoluogo regionale e verrà riaffidata a loro la competenza sui vincoli per semplificare e snellire le migliaia di pratiche che gravano ora sugli uffici romani.
Si interverrà anche per rafforzare e rendere più attivi i Poli Museali, una delle strutture create dalla riforma che si sono però dimostrate poco efficaci anche per carenza di personale. Avrebbero dovuto raccordare fra loro musei diversi, statali e non, con risultati quasi mai soddisfacenti: i Poli verranno quindi trasformati in Direzioni museali regionali con una certa autonomia. A Roma invece viene creata una direzione che riunisce i Musei Statali della città.
Un caso a parte è l’istituzione di una Soprintendenza per il Patrimonio Subacqueo con competenza nazionale, sede a Taranto, e centri operativi a Venezia e a Napoli. La Soprintendenza tarantina avrà competenza anche sulla provincia. Della sua decisione Franceschini sottolinea anche il significato politico: «Questo intervento è parte del rilancio della città che il Ministero sta definendo e che passa anche attraverso la cultura».
A Roma sicurezza, creatività e digital library
Anche al centro, a Roma, la riforma agisce rafforzando e creando nuovi settori. Rafforzata la Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione urbana con ampie competenze sulle periferie, le industrie culturali creative, design e moda e, per la prima volta, la fotografia finora trascurata. In questa Direzione verrà collocata anche una struttura totalmente nuova che Franceschini definisce «un grande progetto che guarda al futuro»: è l’Istituto per la Digitalizzazione del Patrimonio che potrà diventare, «la più grande Digital Library del mondo». Un lavoro lungo che renderà accessibile, creerà collegamenti e darà valore internazionale allo sterminato tesoro conservato nei nostri archivi e biblioteche.
Altre novità per il Ministero: nasce la Direzione Generale per la Sicurezza del Patrimonio Culturale che dovrebbe permettere interventi diretti e più rapidi anche in caso di calamità naturali. A avrà un ruolo anche nella gestione della ricostruzione dopo i terremoti. Aumentano le competenze della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio nel quale vengono i ripristinati e potenziati l’Istituto centrale per il patrimonio immateriale, dotato di una speciale autonomia, e il settore della demoetnoantropologia.
Tutte queste strutture, al centro e nel territorio, hanno assoluta necessità non solo di dirigenti, ma di forti innesti di personale per diventare davvero operative. Ci vorrà comunque tempo e forse altri decreti per dare il via ai relativi concorsi, senza contare quelli a livello internazionale per scegliere i direttori dei musei autonomi. Intanto, per attuare quest’ultima fase della riforma si aspetta il via libera della Corte dei Conti, che dovrebbe arrivare a breve, e quindi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tutto entro gennaio 2020.

Dario Franceschini

La facciata del palazzo del Collegio Romano, che ospita il Mibact
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