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Giulia Grimaldi
Leggi i suoi articoliC’è una piazza, nel centro di Salonicco, dove ci si può sedere ai tavolini di un bar all’aperto, proprio come fanno i tanti studenti che vivono in questa città, e osservare i ragazzini che sfrecciano in monopattino, lasciarsi stuzzicare dal profumo dei «trigona» appena sfornati (coni di pasta sfoglia ripieni di crema pasticcera). Magari un gatto attirerà la vostra attenzione arrampicandosi su un muro di mattoni per poi sparire dall’altra parte.
Allargate ora la visuale e scoprirete che il gatto è entrato nella struttura di mattoni che si trova di fronte a voi: 24,5 metri di diametro interno, mura spesse oltre 6 metri e un’altezza di circa 30 metri. È la Rotonda di Galerio, un esempio significativo dell’ingegneria romana tardoantica, ma soprattutto un massiccio simbolo dell’identità di Salonicco. Costruita dall’imperatore Galerio nel 306 d.C., probabilmente per farne il suo futuro mausoleo, divenne la prima chiesa della città quando il Cristianesimo fu dichiarato religione ufficiale dell’Impero romano e fu in seguito trasformata dagli Ottomani in una moschea, come risulta evidente una volta riconosciuto il minareto nella torre di mattoni. Dopo la riconquista greca del 1912, ha avuto vari usi, ma oggi rappresenta un punto di riferimento per la città, circondata da monumenti (tutti a pochi passi l’uno dall’altro) come l’Arco di Galerio, che squarcia la contemporaneità della via Egnatia, l’Agorà romana e la casa di Atatürk, il fondatore della Turchia moderna tra anni ’20 e ’30 del Novecento.
Seduti a questo tavolino, già inebriati dal mix di culture su cui si fonda la città, non resta ora che studiare un percorso che porti alla scoperta dell’anima più contemporanea di Salonicco, disegnata da eventi internazionali come la Art Thessaloniki International Contemporary Fair (15-18 maggio), il dedalo d’arte costituito dalla rete di musei MOMus e alcune interessanti gallerie.
Tutto il mondo del MOMus
Il MOMus (Metropolitan Organisation of Museums of Visual Arts of Thessaloniki) è composto da cinque musei, ognuno con una storia molto interessante.
Il primo a sorgere fu il MOMus-Museo di Arte contemporanea, un’istituzione talmente pionieristica che nella sua prima forma (il Museo macedone di arte contemporanea) fu il primo museo di arte contemporanea di tutta la Grecia. Ma la sua caratteristica principale forse è un’altra, ovvero il forte desiderio civico che lo ha reso possibile. Come si denota dalla sua pianta irregolare, il MOMus-Contemporary, costruito un pezzetto alla volta come una kasba, è andato allargandosi di donazione in donazione, a partire dagli anni ’70. Le sue collezioni sono costituite dai lasciti di importanti personalità del mondo dell’arte (come Alexander Iolas, Alexandros e Dorothy Xydis, Georges Aperghis e molti altri), cui hanno fatto seguito con i propri contributi numerosi artisti. Ve ne renderete conto poco dopo aver iniziato la visita dell’edificio, quando vi imbatterete nell’«Alexander The Great» di Andy Warhol, commissionata da Iolas nel 1982 per la mostra «In Search of Alexander». Pare che l’opera sancì il rapporto tra il collezionista e Warhol, nato quando Iolas fermò il giovane uomo che passava ogni giorno davanti al suo negozio con una cartellina di modelli per scarpe e finì per sostenerlo nella sua prima carriera artistica.
Un altro museo del MOMus, meno conosciuto ma di grande valore, è il MOMus-Museo di Arte Moderna-Collezione Costakis, dedicato all’Avanguardia russa e al Realismo sovietico. Le opere sono frutto della passione di George Costakis, un impiegato delle Ambasciate greca e canadese a Mosca, che ha collezionato migliaia di pezzi, portando una straordinaria selezione di arte russa a Salonicco. Il MOMus-Museo della Fotografia è un altro importante museo della rete, inaugurato nel 1997, situato presso il porto, di fronte al MOMus-Centro Sperimentale per le Arti. Infine c’è un museo che collega Salonicco ad Atene: è nella capitale greca, infatti, che si trova il MOMus-Museo Alex Mylona, un piccolo gioiello che parte dai capolavori della scultrice ateniese (1920-2016) e li mette in relazione con giovani artisti contemporanei.
L’idea è che cinque musei siano meglio di uno, per cui tutto viene messo in rete, creando maggiori spazi di condivisione e terreni fertili per continuare a creare arte. Ed è proprio quello che sta succedendo al Museo di Arte contemporanea, con l’apertura di un nuovo braccio chiamato Case Studio, dedicato a mostre di artisti contemporanei che per diverse ragioni non hanno avuto modo di essere visti molto altrove. Il Case Studio n. 1 presenta fino all’1 giugno il lavoro di Dimitris Fragakis, un brillante artista locale. Un buon momento per visitare Salonicco sarà ottobre, mese in cui il MOMus proporrà la nona edizione della Biennale.

Una veduta di Salonicco, con l’antico casterllo bizantino in primo piano
Tutti in fiera
Se invece sarete in città tra il 15 e il 18 maggio, la sentirete fremere con l’energia dell’Art Thessaloniki International Contemporary Fair, fondata e diretta da Pantelis Tsatsis, artista e gallerista che ha contribuito a mettere la città sulla mappa dell’arte contemporanea. Quest’anno lo spazio verrà dedicato, oltre che alle gallerie internazionali e provenienti da tutta la Grecia, anche a due «honored artist»: Michelangelo Pistoletto, con i suoi «Quadri specchianti», e Panagiotis-Tanimanidis, con opere che fondono pittura e sculture dai materiali non convenzionali come gomme, molle, schiuma e shampoo. Un’importante novità di questa edizione è la creazione di un polo che mira a trasformare Salonicco in un punto di riferimento per la scena artistica della regione. Per la prima volta, durante la fiera si aprirà un dialogo tra Salonicco, Bucarest e Sofia, con l’obiettivo di organizzare nel 2027 una biennale che unisca Grecia, Romania, Bulgaria e Macedonia del Nord.
Le gallerie del centro
Oltre ai grandi musei e agli eventi di rilievo, Salonicco è un piacere da esplorare per i suoi quartieri, ognuno contraddistinto dai propri tesori, artistici o gastronomici.
Tra il centro e Valaoritou, prendetevi il tempo di visitare la Lola Nikolaou Art Gallery, dove l’elegante Lola Nikolaou vi guiderà alla scoperta degli artisti locali e delle attività culturali della città. La galleria è anche un punto di riferimento per eventi e performance. La Metamorfosis Gallery, fondata nel 2011, ha invece iniziato con l’obiettivo di dare visibilità agli artisti locali, ma oggi ha assunto una dimensione internazionale, organizzando esposizioni temporanee in Paesi come Italia, Germania e Francia. Si percepisce tuttavia una dose di malcontento da parte delle gallerie. Sia la Metamorfosis Gallery che la storica Lola Nikolau vedono la città far fatica a recuperare il lustro perso con la crisi del Covid-19. Mentre Atene è ripartita a vele spiegate, Salonicco si sente un po’ lasciata indietro dal Governo centrale, benché non abbia alcuna intenzione di arrendersi.
Vita notturna e buon cibo
Mentre molti turisti si fermano a Salonicco per la vita notturna e l’ottimo cibo, non fate l’errore di limitare la vostra visita a un weekend veloce, perché è necessario del tempo per cogliere l’essenza di questa città. Certo, le taverne di Ano Poli meritano senza dubbio una sosta per pranzo, e a Ladadika potrete ballare fino all’alba. Ma non mancate di salire in cima alla collina e visitare il minaccioso Heptapyrgion, ex fortezza bizantina convertita in prigione e attiva fino al 1989, usata dalla dittatura dei colonnelli (1967-74) per gli oppositori. Dopo, però prendetevi il tempo di scoprire tutta l’arte che si deposita qui da secoli, nelle catacombe, nelle chiese bizantine, nei festival, nelle gallerie o nei musei. Qualunque itinerario scegliate, prima di ripartire dedicate qualche minuto ancora alla Rotonda di Galerio: vi rivolgerà un ultimo, complice saluto.

La Rotonda di Galerio
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