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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliIl mese scorso, in una collezione privata nei Paesi Bassi è stato scoperto un taccuino manoscritto appartenente allo scultore e disegnatore francese (di origine rumena) Constantin Brancusi (1876-1957). Composto da 39 schizzi, nove firme e cinque note dell’artista, costituirebbe un «insieme di notevole valore documentario per la storia dell’arte moderna», secondo quanto riportato in un comunicato dell’agenzia di valutazione Afd. Ne ha scritto Charles Boutin in un articolo pubblicato sul sito del quotidiano francese «Le Figaro».
I taccuini di Constantin Brancusi sono una rarità: se ne conoscono solo pochi esemplari, documentati e conservati in collezioni pubbliche internazionali. Questo, ritrovato negli armadi di un collezionista d’arte della prima metà del Novecento, documenta «la pratica grafica dell’artista». Risalirebbe al periodo tra il 1908 e il 1916, durante il quale lo scultore surrealista e minimalista viveva e creava opere in Francia.
La copertina del taccuino reca l’indirizzo dell’atelier di Brancusi, «54 rue du Montparnasse à Paris». I 39 schizzi visibili all’interno delle pagine sembrano essere «studi preparatori e ricerche formali», realizzati per le opere «Il Neonato», «La Musa addormentata» e «Il Bacio», tutte realizzate a Parigi dal 1904 al 1957, anno della sua morte.
Gli schizzi sarebbero stati realizzati «con mina grafica, matita colorata e inchiostro di china». Quest’ultima tecnica, piuttosto insolita per l’artista franco-rumeno, figura principalmente sul retro delle pagine del taccuino. Il loro contenuto, mai pubblicato né esposto, è stato affidato a un comitato scientifico internazionale che intende analizzare, attraverso uno studio scientifico, «il processo creativo dell’artista attraverso le sue ricerche grafiche e scultoree».
Il tutto dovrebbe poi completare una serie di altri 22 schizzi di Constantin Brancusi, formando un corpus di 61 disegni. Secondo il comunicato, l’identificazione del taccuino ritrovato nei Paesi Bassi è stata effettuata da un esperto di scritture e documenti rari. Egli ha quindi confrontato i pezzi ritrovati con quelli già conservati al Centre Pompidou e alla Bibliothèque Kandinsky, e con alcune corrispondenze autografe.
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