Autori vari
Leggi i suoi articoli100 buone ragioni per visitare il Man di Nuoro
Il Man, il Museo d’arte della Provincia di Nuoro, è davvero un museo da scoprire, e poi da visitare per le sue collezioni e le sue attività, e da ammirare per il suo impegno e l’originalità della proposta. E ovviamente per la sua qualità garantita da una serie di direttori, ciascuno portatore di una propria visione mai scontata, mai allineata. Prima Cristiana Collu (sarda di Cagliari, passata alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma), poi Lorenzo Giusti (alla GAMeC di Bergamo) e Luigi Fassi (ad Artissima a Torino), fino all’attuale direttrice Chiara Gatti (Luino, Va, 1973), curatrice e giornalista. Proprio a lei, con Rita Moro ed Elisabetta Masala, si deve la cura del nuovo catalogo, a suo modo «sintetico». Di ciascuno dei «soli» 100 capolavori, le curatrici raccontano i motivi della scelta, l’importanza dell’opera nella storia artistica e culturale del periodo, in Sardegna ma anche in una prospettiva nazionale e oltre. E in effetti sono davvero opere di grande qualità, segno di un contesto tutt’altro che periferico o marginale. Ma che nel suo essere «eccentrico» trova invece contenuti e suggestioni. Per il lettore (e il visitatore) questa dimensione «locale» consente una continua scoperta. Ciò che dovrebbe sempre consentire un museo, e in particolare un museo civico o provinciale: capace cioè di raccontare artisti e vicende altrimenti dimenticate e ignote ai più. Qualche nome, essenziale e imperdibile: i collage di Edina Altara, le sculture di Francesco Ciusa e le chine originalissime di Antonio Ballero, per gli anni ’20; le grafiche editoriali e pubblicitarie per Olivetti di Giovanni Pintori per gli anni ’50; le sculture astratte di pietre locali di Pinuccio Sciola e i recentissimi arazzi in lana di pecora sara del Gruppo Pratha. E ovviamente i grandi nomi ormai celebrati come Maria Lai, Lisetta Carmi, Costantino Nivola...
[Alessandro Martini]
MAN_Museo d’arte della Provincia di Nuoro. 100 capolavori
a cura di Chiara Gatti, Rita Moro ed Elisabetta Masala, 224 pp., Officina Libraria, Roma 2023, € 19
A Faenza la ceramica è anche popolare
A tre anni dalla sua inaugurazione arriva, in italiano e inglese, la guida alla sezione «Ceramiche popolari, design e rivestimenti» del Mic, Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, curata dalla sua direttrice Claudia Casali e dalla conservatrice Valentina Mazzotti. La sezione, composta di oltre duemila oggetti e realizzata anche con la collaborazione di Daniela Lotta, Federica Fanti ed Elena Dal Prato, è divisa in tre capitoli principali: le ceramiche popolari del XVIII-XX secolo con oggetti utilizzati per il lavoro nei campi, per la cucina, la dispensa e la tavola; un’amplissima parte dedicata ai rivestimenti ceramici (il Mic conta infatti oltre 15mila esemplari di piastrelle industriali di particolare significato storico, produttivo, artistico, realizzate nel XX e XXI secolo) e infine la parte più corposa, dedicata al XX e XXI secolo, con autori chiave del design e del dialogo tra le arti, avvenuto proprio nella contemporaneità. «La nuova sezione permanente mostra come la ceramica racconti gli stili di vita delle diverse epoche, gusti e mode che si sono succeduti nei secoli lasciando tracce importanti nella vita dell’uomo, spiega Casali. Essa vuole inoltre mettere in luce i dialoghi costanti tra arte e design, tra reciproche introspezioni e interazioni, mai nascoste dagli stessi protagonisti, fondamento invece dei percorsi delle nuove generazioni». In esposizione, e illustrati nella guida, opere di maestri indiscussi come Gio Ponti, Antonia Campi, Enzo Mari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Nanni Valentini, Alfonso Leoni, Denis Santachiara, accanto a opere di autori più contemporanei come Patricia Urquiola, Christina Hamel, Simon Zsolt, Diego Dutto, FormaFantasma, Diego Grandi, Philippe Nigro, Zaven e tanti altri.
[Carla Cerutti]
Mic, Ceramiche popolari, design e rivestimenti
a cura di Claudia Casali e Valentina Mazzotti, 112 pp., Silvana Editoriale, Cinisello B. (Mi) 2024, € 15
Altri articoli dell'autore
La sostenibilità e l’inclusività nei musei • La Galleria Nazionale dell’Umbria sala per sala • La collezione dei coniugi Jacquemart e André
Abbiamo chiesto agli egittologi una riflessione sull’istituzione torinese che, con l’apertura della nuova Galleria dei Re e il riallestimento del Tempio di Ellesiya, il 20 novembre festeggia il bicentenario (1824-2024) e sulle sfide future dell’Egittologia
Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci
Quello viennese è il secondo camposanto più esteso d’Europa e il primo per numero di tombe (3 milioni); tra gli emiliano-romagnoli compaiono anche le Certose e per il Monumentale di viale Ariosto nel capooluogo toscano Opera Laboratori ha preparato visite guidate