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Afro, Il Pendolo

Sotheby’s

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Sotheby’s si conferma infallibile a Milano: tre Fontana superano il milione in asta

L'80% dei lotti sono stati venduti oltre la loro stima più alta, per un totale di 11,2 milioni di euro. Merito della loro qualità e del carattere di novità che li distingueva

Ludovica Zecchini

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«Si percepiva un’energia intensa», racconta Marta Giani, Head of Contemporary Art, che ha osservato la sala farsi compatta intorno ai lotti più ambiti, come un fuoco al centro del villaggio. Il silenzio come manifestazione della concentrazione dei bidder, di cui due terzi provenivano dall'estero. Partecipazione che si è tradotta in un'80% di opere vendute, quasi tutte al debutto in asta, di cui oltre la metà hanno superato la stima più elevata. Il totale: 11,2 milioni di euro. Un'ulteriore conferma che la freschezza, insieme alla qualità, è una buona strategia. A confermarlo sono le ultime sei aste di Sotheby's a Milano, che negli ultimi tre anni hanno sempre superato quota 10 milioni di euro. Cifra che in Italia si traduce in un incanto di grande successo. 

Il baricentro della serata è stato naturalmente Lucio Fontana. E non solo perché tre opere hanno superato il milione - cosa non così frequente dalle nostre parti - ma per la qualità del dialogo tra i lavori e il pubblico. Il Concetto spaziale del 1965, stimato 800 mila-1,2 milioni di euro, ha raggiunto 1,6 milioni dopo una gara tra tre collezionisti. Particolare la sua struttura metallica. Materiale, il metallo, che Fontana apprezzava per la capacità di trattenere la luce, come i profili verticali di New York, la cui energia sembra riverberare anche nell'opera esitata ieri sera. Le due idropitture Concetto spaziale, Attese hanno confermato un mercato selettivo ma solido. La versione bianca, con tre tagli verticali, stimata 700 mila-1 milione di euro, è salita fino a 1,4 milioni dopo cinque rilanci ben calibrati; la rossa, un vermiglio pieno con tre tagli obliqui, era stimata 600-800 mila euro e ha superato invece 1,1 milioni. La sua provenienza  - la Collezione Castellani, e poi oltre sessant’anni nella stessa raccolta - ha contribuito a renderla una delle opere più osservate del catalogo. Anche La reina de las rosas (Cabeza de Mujer), partita da una stima di 250-350 mila euro, ha trovato un nuovo proprietario a 330,2 mila euro, mentre Deposizione ha superato la propria (200 mila–250 mila euro) aggiudicandosi a 304,8 mila euro.

Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1965

Alberto Burri, Bianco CN3

La narrazione della serata ha però coinvolto anche altri maestri del Novecento. Bianco CN 3 di Alberto Burri, stimato 250-350 mila euro e rimasto quarant’anni nella stessa collezione giapponese, ha più che raddoppiato le aspettative raggiungendo 660.4 mila euro. Spagna n.4 di Emilio Vedova, stimato anch’esso 250-350 mila, si è fermato a 571.5 mila euro, mentre un secondo lavoro dell’artista ha trovato nuovo equilibrio a 190.5 mila euro (stima 180-250 mila euro). Archeologi di Giorgio de Chirico, stimato 350-450 mila euro, ha beneficiato di tre offerenti determinati salendo fino a 596,9 mila euro. Senza titolo di Mario Schifano, stimato tra i 100-150 mila  euro, ha raddoppiato la stima alta fermandosi a 330,2 mila euro.

Il capitolo internazionale si è mosso a un ritmo differente ma complementare. Jan Fabre, con A spiritual space (Shrine), ha oltrepassato con sicurezza il doppio della stima (100-150 mila euro), raggiungendo 508 mila euro. Jannis Kounellis ha visto il suo Senza titolo, stimato tra i 50 e i 70 mila euro, arrivare a 234 mila euro dopo quindici rilanci serrati. Christo, con Wrappedtrees, ha superato la stima di 60-80 mila euro fino a 101,6 mila euro, mentre Hans Hartung, stimato 120-180 mila euro, ha chiuso a 241,3 mila grazie a quattro offerenti. Marcel Broodthaers ha raggiunto 120.6 mila euro (stima 60-80 mila euro), e Giuseppe Capogrossi ha superato ampiamente la stima 35-45 mila euro con la sua Superficie 193, aggiudicata a 82,5 mila euro.

Per Francesca Lumina, Head of Sale, la serata ha confermato «l’interesse costante per lavori capaci di unire qualità, storia e ricerca». E in effetti ciò che è emerso è un mercato che non punta al clamore, ma alla coerenza. Opere radicate nella tradizione italiana, accostate a linguaggi internazionali senza forzature, hanno generato una competizione credibile e non episodica. 

Ludovica Zecchini, 27 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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