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Virtus Zallot
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Tra i libri letti nel 2025, scelgo quello più discreto: piccolo, sottile, sobrio nella copertina e del tutto privo di immagini. Di una povertà elegante e lieta, quasi francescana, si è inserito nella mia biblioteca senza creare problemi, mentre altri (non tutti necessari, qualcuno inutile) hanno richiesto spostamenti per far loro posto. Di minimo ingombro effettivo ma ingombrante nella sostanza, affronta un tema insolito (la comunicazione performativa di san Francesco) e con uno sguardo altro rispetto a quello degli storici e degli storici dell’arte, poiché Antonio Attisani è uomo di teatro. Smentendo il san Francesco che pittori e scultori hanno spesso imbalsamato in una gestualità convenzionale e misurata, La rivoluzione artistica di Francesco. Un teatro che non è stato e forse sarà ha il pregio di restituirci il Giullare di Dio, invitando a riflettere sull’edulcorazione di colui che è stato invece, scrive Attisani, «pietra d’inciampo»: anche per la storia dell’arte.
La rivoluzione artistica di Francesco. Un teatro che non è stato e forse sarà
di Antonio Attisani, 86 pp., Cronopio, Napoli 2025, € 11
La copertina del volume
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