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«Teatro all’Antica Sabbioneta, Mantova» (2018) di Patrizia Mussa

© Patrizia Mussa

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«Teatro all’Antica Sabbioneta, Mantova» (2018) di Patrizia Mussa

© Patrizia Mussa

Sul palcoscenico del MonFest

A Casale Monferrato il festival racconta attraverso la fotografia la vita da palcoscenico e le relative architetture nell’ambito di cinema, teatro e musica

Francesca Orsi

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Ha inaugurato il 30 novembre la seconda edizione di MonFest, festival di fotografia di Casale Monferrato (Al), a cura di Mariateresa Cerretelli, con il titolo, «On Stage. Cinema Teatro Musica».
Quattordici mostre raccontano la vita sul palcoscenico, animata da attori e musicisti, ma anche la semplice architettura scenica: stelle della musica internazionale ritratte nel pieno delle loro performance dal fotografo Mathias Marchioni; un trittico di mostre in dialogo tra loro («Prima che accada» di Luca Canonici, «Teatralità» di Patrizia Mussa, «Al punto fermo del mondo che ruota» di Lia Pasqualino) che mostrano il palcoscenico nella sua anatomia architettonica, prima e durante la messa in scena; le immagini in bianco e nero di Cesare Colombo che, a distanza ravvicinata, ha colto gli estri performativi del grande direttore d’orchestra Claudio Abbado; e poi ancora i ritratti del famoso fotografo di scena Mimmo Cattarinich che dalla «Dolce Vita» agli anni Duemila ha raccontato i grandi divi del cinema internazionale; Fiorella Baldisserri, poi,  in «Cinema on the road» testimonia per immagini l’avventura di Francesca Truzzi e Davide Bortot in giro per il mondo con un cinema ambulante e Gabriele Croppi in «Visioni», partendo dai frame di quattro capisaldi del cinema come «Metropolis» di Fritz Lang (1927), «Quarto Potere» di Orson Welles (1941), «Stalker» di Andrej Tarkovskij (1979), «Il cielo sopra Berlino» di Wim Wenders (1987), manipola e altera le immagini arrivando a sue personali interpretazioni che riflettono sulla concettualizzazione del cinema.

Tanti altri i volti, i corpi e le gestualità, in bianco e nero e a colori, colti sul palcoscenico di teatri e stadi, o dietro le quinte di concerti e spettacoli, come riuscì a fare Carla Cerati, fotografa sensibile alla narrazione della società, ai suoi riti ma anche alle trasformazioni culturali che la investivano. Al MonFest è esposto il suo lavoro di documentazione su alcune celebri esibizioni del Living Theatre, compagnia teatrale newyorkese, impegnata, tra il 1967 e il 1968, a portare in scena in Europa tre spettacoli iconici del suo repertorio («Antigone», «Frankenstein» e «Paradise Now»), che Carla Cerati fotografò a Milano, Modena e Avignone. Cerati colse pienamente il concetto di «arte come vita», alla base della compagnia che rivoluzionò l’identità teatrale dalla seconda metà degli anni Novanta.

La seconda edizione di MonFest raccoglie tutta la magia dello spettacolo, che sia esso musicale, teatrale o cinematografico, la sua forza, estrosità e quel magma immaginifico che non finisce di fluire quando le luci del palcoscenico si spengono, ma che permane nella mente dello spettatore e nelle immagini che ne sono documento.

@ Luca Canonici

Francesca Orsi, 02 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Sul palcoscenico del MonFest | Francesca Orsi

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