Virtus Zallot
Leggi i suoi articoliMonumentale per dimensioni, numero di pagine e repertorio di (splendide) immagini, il volume di Raphaëlle Ziadé ricostruisce la storia dell’arte dei cristiani di Medio Oriente attraverso le travagliate vicende di quei territori, ancor oggi teatro di incontri e scontri, anche interreligiosi. Particolare rilievo riserva all’osmosi spirituale con l’Occidente cristiano, vivificata dalla frequentazione dei pellegrini e dei crociati che si recavano ai luoghi santi e dalla conseguente importazione in Europa di immagini, per questo conservate nelle nostre chiese e nei nostri musei. Altre immagini sono giunte in Occidente a seguito di scavi e asportazioni più recenti, purtroppo estraniate dal contesto originario ma anche, in alcuni casi, salvate dalla distruzione.
Ziadé presenta i luoghi, i fenomeni e gli oggetti artistici in sequenza cronologica, osservandone la produzione e l’uso dal I al XIX secolo e sempre contestualizzandoli nelle specifiche condizioni spaziali e storiche. Ciascuna opera è descritta con precisione e rimando alle fotografie del testo. La sua analisi evidenzia la pervasività delle immagini poste al servizio dell’esegesi, della catechesi, della preghiera e della liturgia. Erano inoltre realizzate con tecniche e materiali diversi: dal legno all’avorio ecc. Il volume di Ziadé è contributo importante non solo per conoscere e comprendere un’altra storia, ma per approfondire la nostra e, nel contempo, per sensibilizzare alla tutela di un patrimonio che il passato e il presente rendono fragile, nella consapevolezza della sua appartenenza a una memoria comune.
L’arte dei cristiani d’Oriente. Dall’Eufrate al Nilo
di Raphaëlle Ziadé, trad. di Luca Bianco, 608 pp., ill., Einaudi, Torino 2024, € 150
Altri articoli dell'autore
Dal 25 al 29 settembre a Gubbio torna il Festival del Medioevo all’insegna della trasversalità e interdisciplinarità
Antonio Musarra offre molteplici spunti interpretativi agli storici dell’arte occupandosi tanto della città concreta che del suo doppio celeste
Giulia Pollini ha consultato i documenti e ha analizzato i contesti e i manufatti di un capitolo sconosciuto della storia dell’arte dell’Italia meridionale
Una rubrica di Virtus Zallot