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Una veduta all’interno del Ristorante Famiglia Rana, Verona

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Una veduta all’interno del Ristorante Famiglia Rana, Verona

Tra le opere d’arte, «Due Stelle» Michelin al Ristorante Famiglia Rana

Alla guida dello staff c’è lo chef Francesco Sodano, scelto da Gian Luca Rana per vivere una «meravigliosa avventura gastronomica»

Gianfranco Ferroni

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A Parma, nel Teatro Regio, sono stati assegnati i riconoscimenti della Guida Michelin 2026: il Ristorante Famiglia Rana ha ottenuto uno dei riconoscimenti più ambiti, le «Due Stelle». Nella campagna veronese, a Vallese di Oppeano, alla guida dello staff c’è lo chef Francesco Sodano, scelto da Gian Luca Rana per vivere una «meravigliosa avventura gastronomica». Il Ceo del gruppo Rana, e ideatore del progetto del ristorante, sottolinea che «il mio lavoro principale è individuare talenti e creare le condizioni affinché si possano realizzare e brillare. Qualcuno mi definisce un mecenate, altri un appassionato di maieutica socratica. Io invece credo solo di essere riuscito a diventare l’imprenditore che da giovane avrei voluto conoscere ed incontrare. Ringrazio la Guida Michelin per queste due stelle che sono pura gioia per tutta la nostra squadra, ma sono anche speranza ed energia per tanti giovani ai quali dico di non mollare mai, mai». Rana evidenzia che «nelle sale del ristorante si trova esposta una collezione di opere d’arte che con il loro percorso di materiali naturali, richiami alla terra e forme primitive, raccontano la storia dell’uomo. L’elemento più antico che si può ammirare è un dente di Tyrannosaurus Rex, datato circa 67 milioni di anni fa, che dialoga con opere di artisti contemporanei attraverso tecniche, memorie e valori condivisi. Creazioni che si trovano non solo alle pareti o su ripiani di librerie, ma anche sulla tavola che diventa una superficie dove esprimere talenti ed artigianalità, non solo attraverso i piatti».

Tre i menù degustazione proposti dallo chef di Somma Vesuviana. Si parte con «Ricomincio da tre», quello «principale», naturalmente ispirato al film di Massimo Troisi, che «viene servito in 10, 8 o 6 portate. Un viaggio tra illusioni, sinonimi e contrari, punti di maturazione, partendo dalle origini e dal mare per andare dritti al cuore della memoria. Qui il percorso vuole essere quanto più esaustivo possibile: comprende i piatti signature dello chef, come il Porro tra fumo e cenere, o il Pane e Nutella, e le espressioni più accoglienti della sua cucina». Quindi, il menù «The Doors» che «prende il nome dal celebre gruppo musicale molto amato da Sodano che nel nome evoca l’idea dell’apertura, verso la creatività, il sogno e l’ignoto. Dei tre, è il menù dove la sperimentazione tecnica si esprime senza limiti, dove il gusto esplora nuovi confini. Un menu audace, per osare con coraggio, stupire ed emozionarsi. Qui si viaggia nella tecnica applicata alla creatività con piatti come il Carabineros, con preparazioni ardite e maturazioni di carni e pesci che si spingono per mesi. Un percorso in continua evoluzione che può essere scelto in 10, 8 o 6 portate». Infine, il menù «Vegetale», composto da 6-8 portate, che «ruota attorno all’orto e ai piccoli produttori, mettendo al centro di ogni piatto la golosità delle verdure e degli ortaggi, rendendoli ancora più unici grazie ad accostamenti audaci e cotture innovative. Tra le creazioni, ad esempio, la bistecca di cardoncello, una vera esplosione di umami. Con lo chef che ha dedicato uno sguardo particolare a chi ama non solo flora ma anche fauna, abbinando al menù vegetale elementi di origine animale, in un concetto evoluto di green butchery». Il «secondo» di Sodano è Nicolò Raduazzo, con restaurant manager Pasquale Sannino e head sommelier Danilo Massa.

Una veduta all’esterno del Ristorante Famiglia Rana, Verona

Gianfranco Ferroni, 19 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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