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Statua in legno di Kongô Rikishi (Agyô o a bocca chiusa, particolare), tesoro nazionale. © Tempio Kofukuji

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Statua in legno di Kongô Rikishi (Agyô o a bocca chiusa, particolare), tesoro nazionale. © Tempio Kofukuji

Tre tesori del buddhismo giapponese al Musée Guimet

Le sculture medievali arrivano da Nara, antica capitale e patrimonio Unesco

Luana De Micco

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Parigi. Tre preziose opere medievali lasciano per la prima volta il Giappone e dal 23 gennaio al 18 marzo sono esposte al Musée National des Arts Asiatiques-Guimet in «Nara. Tre tesori del buddhismo giapponese», a chiusura della stagione «Japonismes 2018».

Considerate «tesoro nazionale», le tre sculture arrivano dalla città di Nara, antica capitale dal 710 al 794 e dal 1998 patrimonio Unesco. La più antica delle tre, del IX secolo, è una rappresentazione del Bodhisattva Jizô, intagliata in un unico pezzo di legno e caratteristica del periodo Heian (794-1185). Il culto di questa divinità, protettrice di donne e bambini, era molto popolare in Giappone nel Medioevo.

La scultura era conservata nel complesso templare buddhista di Kofuku-ji, fondato nel 734, in epoca Nara, andato distrutto in un incendio nel 1180.

Le altre due statue furono scolpite in legno di cipresso giapponese nel XIII secolo, durante la ricostruzione del tempio di Nara in epoca Kamakura (1185-1333) e rappresentano due possenti e terrificanti guardiani, Agyô e Ungyô, simbolo l’uno della forza brutale (la statua presenta la bocca aperta) e della forza contenuta l’altro (la bocca è chiusa). Sarebbero opera di Unkei, scultore originario di Nara (nato intorno al 1151 e morto nel 1223), padre dell’omonima scuola, dallo stile particolarmente realista per l’epoca, in rottura con la tradizione.

Statua in legno di Kongô Rikishi (Agyô o a bocca chiusa, particolare), tesoro nazionale. © Tempio Kofukuji

Luana De Micco, 22 gennaio 2019 | © Riproduzione riservata

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