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Due dei quattro applique a tre luci in bronzo dorato Luigi XV, 1750-55 circa, attribuite a Jacques Caffiéri

Cortesia di Sotheby’s

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Due dei quattro applique a tre luci in bronzo dorato Luigi XV, 1750-55 circa, attribuite a Jacques Caffiéri

Cortesia di Sotheby’s

«Treasures» a Londra e Parigi: in totale quasi 8 milioni di euro

Le due aste di Sotheby’s di arti decorative hanno chiuso la stagione 2024 con buone percentuali di venduto

Gianfranco Fina

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Si sono svolte a distanza di una settimana l’una dall’altra, le aste denominate «Treasures», che Sotheby’s dedica alle arti decorative antiche, la prima si è svolta  a Londra il 4 dicembre, nella sede di Bond Street, la seconda a Parigi , l’11 dicembre, nella nuova sede di rue du Faubourg de Saint Honoré. Entrambe erano caratterizzate dalla presenza di mobili, argenti, porcellane, bronzi dorati nella più pura tradizione dell’antiquariato classico, legati quasi tutti da una provenienza illustre e dall’alta qualità, che gli specialisti della casa hanno ampiamente illustrato nelle pagine del catalogo. Esaminiamo nel dettaglio i risultati delle due giornate.

Vendita a Londra

La tornata tenutasi a Londra contava sulla presenza di 23 lotti per una base d’asta totale compresa tra i 3 e 4,9 milioni di sterline; il risultato in cifre è stato di 15 lotti venduti (65%) per un totale complessivo di 4.482.000 milioni di sterline, con un valore medio per lotto di 298.800 sterline. La parte del leone l’hanno fatta le quattro appliques in bronzo dorato, a tre fiamme, attribuite al grande bronzista Jean-Jacques Caffieri, di origini italiane, nipote dell’artista napoletano Daniele e figlio di Filippo, rinomato scultore chiamato in Francia dal cardinale Mazzarino. Eseguite in perfetto stile rococò furono consegnate al padiglione dell’Ermitage di Versailles per il piacere della marchesa di Pompadour e trasferite poi al castello di Crécy del duca di Penthièvre. Vendute durante la rivoluzione passarono la Manica e appartennero, nella seconda metà del XIX secolo a William Lowther, secondo conte di Lonsdale e in seguito fino ad ora alla famiglia Cunliffe-Lister, conti di  Swinton. Quando la qualità e la provenienza sono di questo livello, il mercato risponde con entusiasmo. Infatti, dopo una lunga battaglia a colpi di offerte in sala, al telefono e su internet, il martello s’è fermato a 1.920.000 sterline diritti inclusi, contro la stima di 500mila-un milione di sterline.

La seconda cifra della tornata l’ha raggiunta una suite di sei poltrone ed un sofà, tutte in legno di mogano finemente scolpito ed intagliato, eseguite per Giorgio quarto conte di Cardigan per la grande residenza di Ditton Park,nel Buckinghamshire; la serie completa all’origine era composta da 24 poltrone e due sofà, ma molti esemplari nel tempo erano  stati venduti. Sotheby’s ha preferito suddividere ulteriormente l’insieme vendendo separatamente tre coppie di poltrone e il sofà, ma è presumibile che uno stesso acquirente abbia ricomprato il tutto per la somma totale di 552mila sterline, così composta: 108mila sterline l’una le prime due coppie di poltrone, 168mila sterline rispettivamente per la terza coppia ed il sofà.

Il perché di questa cifra, che pare oggi stratosferica, è presto detto: si tratta  infatti di un raro esempio in tardo stile Chippendale con uno sguardo rivolto al Luigi XV francese, eseguite nella metà del XVIII dalla mano dell’ebanista John Gordon, stile che, quando viene proposto in asta, incontra sempre il gusto degli acquirenti inglesi o americani, al di là delle mode del momento. 

Divano in mogano intagliato di Giorgio III, 1765 circa, attribuito a John Gordon. Cortesia di Sotheby’s

A 252mila sterline è stato aggiudicato un «cabinet» , per noi monetiere, in legno ebanizzato e decorato  con applicazioni di pannelli di pietre dure tra cui agata, diaspro sanguigno, diaspro rosso e lapislazzuli, arricchito da bronzi dorati e cesellati ed eseguito negli opifici di pietre dure a Roma attorno al 1650, opera di grande effetto decorativo e di alta qualità. Non si sa chi fu il primo committente, ma se ne conosce invece la storia dal primo Ottocento quando fu acquistato da William Beckford, appassionato collezionista di opere in pietra dura e pietra lavica e conservato a Lansdown Tower, a Bath, fino 1841 e poi rivenduto più volte, sempre accompagnato dalla curiosa descrizione come «disegnato dal Bernini». Il gruppo di 18 poltroncine in legno dorato attribuite a Thomas Chippendale, che decoravano la sala da pranzo del palazzo dei visconti Astor a Cliveden nel Buckinghamshire, ha trovato un acquirente per 420mila sterline

Nella vendita erano presenti anche alcuni importanti oggetti d’argenteria quali, ad esempio, una coppia di secchielli portabottiglia a forma di vaso Medici, eseguiti a Londra da Benjamin Smith nel 1807 secondo il gusto di Giorgio III, che ostentavano orgogliosamente le armi di Charles Lennox, duca di Richmond, discendente dagli Stuart, noto tra l’altro per il carattere fumantino ed i numerosi duelli sostenuti, anche per futili motivi. I due secchielli all’origine erano accompagnati da altri sei esemplari identici e facevano parte di un servizio da tavola in argento composta da circa 200 pezzi eseguito congiuntamente da Paul Storr e da Benjamin Smith, insieme che fu smembrato nel 1946 e i cui elementi si trovano ora suddivisi tra musei e collezioni private. Anche in questo caso il binomio storia/qualità ha pagato infatti, contro la base d’asta di 50/70.000 sterline, la gara si è chiusa alla bella cifra di 204.000 sterline, diritti inclusi.

 I due candelieri in argento dorato con le figure dell’estate e dell’inverno che formano gli steli, eseguiti nel 1648 all’Aja dal raro argentiere Andries Grill, degno continuatore dello “stile auricolare” inventato da Johannes Lutma, hanno anche loro superato la base d’asta massima raggiungendo la cifra totale di 156.000 sterline. Segnaliamo infine il tavolino da centro eseguito verso il 1860, caratterizzato da una elaborata base in bronzo dorato eseguita per supportare uno spettacolare piano in Blue John, quella varietà di fluorite violacea rarissima, particolarmente apprezzata nel mondo anglosassone, e che si trova in sole due località del pianeta terra, di cui una è una ristretta zona del Derbyshire. La rarità e la qualità hanno portato questo ottimo esempio di arte vittoriana a raggiungere la cifra di 174.000 sterline contro la base di 80/120.000 sterline. Concludendo: un’asta decisamente positiva dove anche i mobili hanno riconquistato quel posto al sole che certamente meritano e che da qualche tempo, a causa del mutare delle mode, pareva avessero perduto.

 

 

 

 

Armadio italiano in bronzo dorato e pietre dure intarsiate in ebano, Roma, seconda metà del XVII secolo. Cortesia di Sotheby’s

Asta di Parigi

Nella capitale francese erano proposti 29 lotti con una base d’asta complessiva compresa tra i 4milioni ed i 6.400.000 euro, ma il pubblico non ha risposto secondo le aspettative della casa; sono stati venduti 16 lotti, pari al 55 % del totale, per una cifra complessiva, diritti d’asta compresi, di «soli» 2.538.000 euro. Esaminando la classifica delle aggiudicazioni il primo posto lo guadagna un cabinet francese d’epoca Luigi XIV, riccamente intarsiato con peltro ed ebano venato, ottone, tartaruga, osso ed avorio e databile al 1660-80 circa, ma privo di un’antica provenienza certa che giustificasse la speranza di ottenere una cifra netta  compresa tra i 500 e gli 800mila euro, così il martello si è fermato a 450.000 euro che con i diritti d’asta sono diventati 540mila, cifra comunque di tutto rispetto. La scatola d’oro e smalti, eseguita dall’orafo parigino Jéan Frémin nel 1743-54, considerata da tutti gli specialisti del settore uno degli esemplari migliori prodotti nel XVIII secolo, ha invece superato la cifra massima di riserva ottenendo il risultato 324mila euro (diritti inclusi).

Quest’oggetto, destinato ad un raffinatissimo collezionista, è caratterizzato dalla totale mancanza di diamanti o altre pietre preziose incastonate, che solitamente ornano queste super tabacchiere;  l’eccezionalità è invece dovuta al gioco di smalti policromi, rosa, verdi, azzurri per decorare un complicato treillage di rose, campanule e altri fiori, applicati ad una base di oro magistralmente cesellato. Ottimo risultato anche per il tavolo da centro, elegantissimo nel contrasto tra il nero dell’ebano e la ricca guarnitura di ormolu a cerchi che corre tutt’intorno alla fascia, stampigliato dall’ebanista Philippe-Claude Montigny e realizzato attorno al 1770; perfettamente centrata la stima della Sotheby’s che lo poneva tra i 220 ed i 280mila euro, infatti il risultato finale è stato di 264mila euro. L’unico dipinto proposto in quest’asta di arte decorativa era «La Fontana» di Hubert Robert, un grande (72x56 cm.) acquerello firmato e datato 1782, raffigurante una fontana realizzata con un sarcofago romano, opera di cui l’artista aveva fatto anche altre copie di diverse dimensioni, ed appartenuto al famoso pioniere dell’alta moda francese, Jacques Doucet; quest’opera ha scatenato una lunga competizione tra vari contendenti, in sala, al telefono e on-line, ed alla fine è stata assegnata alla cifra di 216mila euro contro la stima di 50-80.000 euro. Degno di menzione è il calamaio di Giuseppe Valadier, databile al 1795, in argento dorato e piano in diaspro rosso, poggiante su quattro leoncini accucciati, due contenitori per l’inchiostro e la polvere, un campanellino ed un piccolo obelisco centrale, appartenuto all’illustre famiglia dei principi Massimo, che diede alla Chiesa ben due Papi. Anche in questo caso la stima prudenziale di 40-60mila euro è stata sopraffatta dal risultato finale di 144mila euro. Con questa vendita si è concluso per la Sotheby’s l’anno 2024, relativo alle opere di arte decorativa, con la speranza che l’anno a venire possa dare risultati più continuativi e successo anche per le opere non dotate di un pedegree particolarmente importante.

Armadietto Luigi XIV impiallacciato in peltro ed ebano, intarsiato in ottone e peltro, parquet ebanizzato e in legni esotici, intarsiato in tartaruga, osso e avorio, 1660-1680 ca. Cortesia di Sotheby’s

«La Fontana» di Hubert Robert. Cortesia di Sotheby’s

Gianfranco Fina, 16 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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