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Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliPotenza ospita il Polo bibliotecario, nato nel 2017 a seguito di un protocollo d’intesa tra il Ministero della Cultura, la Regione Basilicata e la Provincia di Potenza con l’obiettivo di integrare in un unico luogo le collezioni della Biblioteca provinciale (fondata nel 1893) e della Biblioteca nazionale (istituita nel 1975). Il patrimonio complessivo conta circa 340mila unità bibliografiche tra libri rari, periodici e fondi, tra cui quello del bibliofilo e pittore Giuseppe Viggiani, nipote del meridionalista lucano Giustino Fortunato, composto da circa 15mila volumi; un patrimonio rilevante, oggetto in questi anni di un’ampia campagna di digitalizzazione.
Situato nel parco dell’ex ospedale San Carlo, parte del complesso «Ophelia» progettato da Giuseppe Quaroni e Marcello Piacentini agli inizi del Novecento, il Polo bibliotecario ha sede in un nuovo edificio realizzato dalla Provincia di Potenza grazie a un investimento di 6,5 milioni di euro. Gli spazi, destinati alla lettura, alle conferenze e alle attività educative, si estendono anche all’esterno grazie al progetto «Biblioteca en plein air», che ha consentito la riqualificazione del giardino e della terrazza, in un’ottica di pieno abbattimento delle barriere architettoniche e cognitive. Il Polo è infatti anche uno spazio di apprendimento e inclusione. Numerosi i progetti attivati, articolati in percorsi didattici dedicati a coding, robotica e Intelligenza Artificiale grazie al «FabLab», il laboratorio per l’innovazione tecnologica aperto agli studenti e alla comunità.
Accanto a questi, trovano spazio diversi programmi di inclusione: «Pomeriggi Narranti», per promuovere la lettura tra persone in condizioni sociali svantaggiate; «Mamma Lingua. Storie per tutti, nessuno escluso», progetto dell’Associazione italiana biblioteche rivolto alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni appartenenti alle comunità straniere; e «BiblioAut», dedicato all’inclusione dei bambini con disturbi dello spettro autistico. «Tutte queste pratiche condividono un’ispirazione e una visione comuni, fondate su un’idea forte: una biblioteca può davvero contribuire a rendere migliore la comunità di riferimento sotto molti aspetti, ma solo se è disposta a rimettersi costantemente in discussione, a ridisegnare spazi e servizi, e a rifocalizzare la propria funzione essenziale di mediazione formativa, assumendo, di volta in volta, i punti di vista, sempre mutevoli, del suo pubblico», spiega il direttore del Polo, Luigi Catalani.
Il Polo è aperto anche all’arte contemporanea: all’ingresso accoglie i visitatori «Aliens Welcome», installazione realizzata nel 2022 da Andrea Nolè e Rub Kandy (alias Mimmo Rubino). È inoltre sede di una collezione di opere realizzate da Albert Friscia (New York, 1911-Roma, 1989), oltre 700 tra disegni, dipinti, sculture, opere cinetiche e grafiche, donate nel 2000 dalla moglie Lidia Di Bello, con la consulenza dello storico dell’arte Bruno Mantura, alla Biblioteca nazionale di Potenza. La donazione, come riportato nel documento ufficiale, fu «sollecitata dalla concreta finalità di vedere realizzato un centro di notevole interesse culturale» nella città natale di lei. Il percorso espositivo racconta la produzione multiforme di Friscia, evidenziandone l’evoluzione stilistica: «È una collezione di grande valore, che attraversa il Novecento e due continenti: l’America, dove Friscia nasce e si forma, lavorando anche in Messico, e l’Europa, tra la Francia, in cui esplora nuovi linguaggi artistici, e l’Italia, dove sceglie infine di fermarsi. Le sue opere cinetiche, precoci rispetto ad altre ricerche coeve, testimoniano uno studio profondo sulla luce, sul colore e sul movimento, che fa di Friscia un artista autentico, capace di sperimentare senza sosta attraverso i linguaggi stessi dell’arte», conclude la curatrice della collezione e storica dell’arte Barbara Improta.
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