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Armando Spadini, «Mosè ritrovato», Musei Vaticani

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Armando Spadini, «Mosè ritrovato», Musei Vaticani

Un convegno in tre sedi per Armando Spadini a cent’anni dalla morte

Tra l’Accademia di Belle Arti di Firenze, la Fondazione Ragghianti di Lucca e il Museo Ardengo Soffici di Poggio a Caiano, due giornate di studio grazie a nuove fonti archivistiche e a carteggi inediti propongono una rilettura dell’opera del pittore, lontano dalle sperimentazioni delle avanguardie 

Laura Lombardi

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«Colorista pieno di passione», come lo definì Giorgio de Chirico, Armando Spadini (Firenze, 1883-Roma,1925), interprete raffinato di un’umanità ritratta con toni intimi, debitori specie dell’arte francese (Renoir in particolare), abile a «estasiarsi sui rapporti di luce e di colore nel paesaggio, sulla tavola apparecchiata, sul volto delle persone» (Leonetta Cecchi Pieraccini), con una pittura lontana dalle sperimentazioni delle avanguardie, è figura che merita approfondimenti sulla complessità della sua ricerca, capaci di meglio definirne il ruolo nella storia dell’arte del Novecento. 

Giunge così, in occasione dei cent’anni dalla scomparsa, il convegno di studi «Acuto senso e profondo amore. Nuove ricerche su Armando Spadini a cent’anni dalla morte», articolato tra l’Accademia di Belle Arti di Firenze (il 24 novembre, sala Pretoni), la Fondazione Ragghianti di Lucca (25 novembre, mattina) e il Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano di Poggio a Caiano (25 novembre, pomeriggio), a cura di Gaia Bindi, Paolo Bolpagni, Giovanna Uzzani, direttori rispettivamente di ciascuna delle istituzioni citate, con Michele Amedei.

Il convegno, che coinvolge numerosi studiosi e il cui titolo è tratto dalla epigrafe commemorativa voluta nel 1925 da Felice Carena all’Accademia di Firenze, propone dunque una rilettura dell’opera di Spadini calata nel dibattito storiografico contemporaneo grazie a nuove fonti archivistiche e a carteggi inediti, suggerendo diverse prospettive. 

Se la giornata fiorentina è dedicata alle tappe della sua carriera artistica tra Firenze e Roma (dove visse dal 1910 alla morte) e i suoi rapporti con la Secessione Romana, la giornata successiva, tra Lucca e Poggio a Cajano, indaga invece la fortuna (e talvolta la sfortuna) critica di Spadini in Italia e all’estero, attraverso i fondi dell’archivio Vieusseux, l’analisi dei rapporti con Ardengo Soffici, ma anche il recupero critico che ne compirà Carlo Ludovico Ragghianti alla mostra fiorentina del 1967 («Arte Moderna in Italia 1915-1967»). Una diretta streaming è proposta sui canali ufficiali degli enti promotori. 

Laura Lombardi, 21 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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