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Un fior di disegnatore tra Gare e Musée

Luana De Micco

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Per un anno e mezzo il disegnatore Manuele Fior ha potuto vagare per le sale del Musée d’Orsay, schizzare su un taccuino le sue idee, prendere appunti, esplorare o semplicemente vagabondare con la mente tra i capolavori dell’Impressionismo e del Postimpressionismo del museo, prima di tornare a casa a disegnare. È così che è nato l’albo «Le variazioni d’Orsay» (edito in Italia da Coconino Press). Un progetto realizzato in collaborazione con il museo parigino: «Alcuni fumettisti erano stati chiamati per realizzare una serie sul Museo del Louvre. Ma poi il progetto è stato esteso anche ad altri musei. A me è stata data la possibilità di “prendere possesso” del d’Orsay e di raccontare una storia. Naturalmente ho subito accettato», ha detto il disegnatore di Cesena, classe 1975, che vive a Parigi da alcuni anni. Sua è la graphic novel Cinque chilometri al secondo che nel 2013 ha ricevuto la Fauve d’Or come migliore album al Festival internazionale del fumetto di Angoulême. Le gouache di Fior proiettano il lettore nella Parigi di fine ’800 e primissimo ’900, e hanno per protagonisti gli stessi Cézanne, Renoir e soprattutto Dégas. Ma i piani temporali si incrociano, si salta dal sogno alla realtà, dal passato al presente e viceversa. Quello di Fior è il secondo volume di una trilogia ispirata al Musée d’Orsay. Il primo, Moderne Olympia della francese Catherine Meurisse, è stato pubblicato nel 2014. Il terzo potrebbe essere affidato al fumettista statunitense Craig Thompson, autore di Blankets.

Luana De Micco, 05 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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