Martin Bailey
Leggi i suoi articoliInauguriamo il nuovo anno passando in rassegna alcuni degli esempi più leggeri di un mondo capovolto, di cui persino i curatori più esperti non riescono a capacitarsi. Ecco una minigalleria di dipinti che sono stati inavvertitamente esposti al contrario.
Piet Mondrian, «New York City 1» (1941)
Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen
In vista della mostra «Mondrian: Evoluzione», in programma fino al 12 febbraio nella Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf, i curatori del museo tedesco hanno svolto delle ricerche su un’opera della loro collezione, «New York City 1» (1941). Si sono così imbattuti in una fotografia del 1944 nello studio di Mondrian in cui il dipinto compariva con le doppie linee blu in alto, segno che per decenni l’avevano appeso nel verso sbagliato. La fragilità delle strisce adesive colorate rende però troppo rischioso girare l’opera, ragion per cui in mostra la si continua a vedere «capovolta».
Paul Gauguin, «Villaggio bretone sotto la neve» (1894)
Parigi, Musée d’Orsay
Dopo la morte di Gauguin nel 1903 il paesaggio qui raffigurato fu venduto all’asta a Tahiti. Stando a Victor Segalen, un amico dell’artista presente alla vendita, il banditore presentò il dipinto capovolto, chiamandolo «Cascate del Niagara». Segalen lo acquistò per pochi centesimi e lo girò nel verso giusto: come si scoprì, il soggetto raffigurato erano delle case rurali bretoni, e non l’acqua che precipita dalle rapide del fiume americano. In seguito «Villaggio bretone sotto la neve» venne acquisito dal parigino Musée d’Orsay, dov’è tuttora.
Mark Rothko, «Black on Maroon» (1958)
Londra, Tate
Quando la Tate la comprò, nel 1970, la coppia di dipinti di «Black on Maroon» di Rothko fu appesa in orizzontale, una scelta dettata dal verso in cui l’artista aveva apposto la propria firma sul retro delle tele. Nove anni dopo però, in seguito a una nuova esposizione, i curatori cambiarono idea e allestirono le due versioni di «Black on Maroon» in verticale. Nel 1987 si tornò a un’esposizione orizzontale, quindi di nuovo a quella verticale. I Rothko sono appena stati messi in vendita, ma sul sito web della Tate entrambi compaiono ancora nella versione in verticale.
Salvador Dalí, Quattro mogli di pescatori di Cadaqués (1928)
Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
In una mostra del 1994 alla Hayward Gallery di Londra avevamo notato che le «Quattro mogli dei pescatori di Cadaqués» di Dalí erano appese a testa in giù. A metterci in allarme era stato il fallo: difficilmente Dalí lo avrebbe rivolto verso il basso. I critici d’arte londinesi non se n’erano accorti e l’ignaro Tim Hilton dell’«Independent» parlava del dipinto surrealista capovolto come del «pezzo forte della mostra». Avevamo chiesto lumi ad Antoni Pitxot, amico intimo di Dalí: a quanto ci ha riferito, l’artista gli aveva detto che le tre forme rosse con le mani alzate simili a granchi rappresentano le donne impegnate a rammendare le reti dei mariti. Resta un mistero il motivo per cui il titolo, disorientante, reciti «quattro mogli».
Van Gogh, Erba e farfalle (1890)
Londra, National Gallery
Nel 1965 una studentessa quindicenne in visita alla National Gallery notò che «Erba e farfalle» sembrava appeso al contrario. Una volta avvisato il personale del museo venne fuori che il dipinto era stato rimosso per essere fotografato e, al suo ritorno, era stato riappeso sottosopra. Per fortuna era rimasto capovolto solo per 15 minuti. Il Van Gogh sarà l’opera di punta di una mostra itinerante in Cina di 52 dipinti della National Gallery, che prenderà il via al Museo di Shanghai il 17 gennaio (fino al 7 maggio).
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