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Martin Bailey
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Il 10 maggio la National Gallery di Londra svelerà il primo riallestimento completo della sua collezione dall'apertura nel 1991 della Sainsbury Wing. L’ala è stata chiusa per poco più di due anni per creare un atrio d’ingresso più ampio e accogliente. Abbiamo avuto l’occasione di partecipare a una visita in anteprima con Christine Riding, direttrice delle collezioni e della ricerca, che ha supervisionato il riallestimento. Riding descrive il suo lavoro come un’opportunità «unica nella vita». Ora quasi completato, il riallestimento consentirà alla National Gallery di esporre quasi il 40% della sua collezione.
Nelle sale del piano superiore saranno esposti 1.045 dipinti: 919 provenienti dalla collezione e 126 in prestito. Quasi un terzo sarà esposto nell’ala Sainsbury e il resto al piano principale dell’edificio originale Wilkins. A essere passato quasi inosservato tra i festeggiamenti per l'imminente riapertura è che, dopo la chiusura il 22 giugno della mostra «Siena: The Rise of Painting, 1300-1350», nelle sale inferiori dell'edificio Wilkins potranno essere esposte altre opere della collezione. A quel punto sarà possibile ammirare circa la metà dell'intera collezione della galleria, composta da 2.626 dipinti.
Nel frattempo, l'attuale riallestimento di tutte le sale superiori, che celebra il bicentenario della galleria, è stato sponsorizzato da C C Land, una società immobiliare con sede a Hong Kong. Il risultato è una mostra intitolata «C C Land: The Wonder of Art».
Un percorso da ovest a est
I visitatori potrebbero aspettarsi un cambiamento radicale, considerato che sono passati trent’anni dall’ultima riorganizzazione completa, ma lo schema di base rimane simile: una sequenza cronologica che si dipana nel complesso edilizio da ovest a est. I dipinti dell'Europa settentrionale e meridionale sono solitamente collocati in sale separate. All’interno di questo schema di base, la posizione di molte opere è stata modificata.
Il numero di dipinti esposti è leggermente superiore rispetto al passato, grazie a un allestimento più fitto, a un maggior numero di vetrine al centro delle sale, a due pareti con 34 schizzi a olio di paesaggi en plein air (Sala 39) e a uno spazio aggiuntivo (Sala 15a) con piccoli quadri olandesi.
Riding ha voluto evidenziare in particolare in che modo «gli artisti siano stati influenzati dai loro predecessori». L’«Autoritratto con cappello di paglia» (1782) di Elisabeth Vigée Le Brun, ad esempio, condivide lo stesso spazio ottagonale (Sala 15) del quadro che lo ha ispirato, il presunto «Ritratto di Susanna Lunden» (1622-25) di Pieter Paul Rubens. «Barche olandesi nella tempesta (Il quadro marino di Bridgewater)», dipinto da JMW Turner nel 1801, è esposto accanto a precedenti paesaggi marini olandesi, tra cui «Navi olandesi e piccole imbarcazioni al largo in una brezza» (circa 1660) di Willem van de Velde (Sala 19). Talvolta, sottolinea ancora Riding, gli artisti possedevano opere dei loro predecessori: Joshua Reynolds era stato proprietario un tempo di «Il buon samaritano» (1562-63) di Jacopo Bassano (Sala 9) e Lucian Freud aveva una «Donna italiana» del 1870 ca, di Jean-Baptiste-Camille Corot (Sala 41).
Le opere di artiste hanno ora acquisito maggiore rilevanza. La National Gallery possiede solo 27 dipinti di donne (a testimonianza della loro relativa rarità prima della fine dell’Ottocento), 12 dei quali sono esposti. Tra questi figurano opere di Artemisia Gentileschi, Judith Leyster, Rachel Ruysch, Rosa Bonheur, Eva Gonzalès e Berthe Morisot.
Durante i lavori di ristrutturazione alcune opere, come la monumentale «Battaglia di San Romano» (1438-40) di Paolo Uccello (Sala 62), sono state sottoposte a interventi conservativi. Altre sono anche state reincorniciate.
L’accrochage è stato ripensato, alcuni dipinti sono stati appesi leggermente più in alto. Sarà interessante vedere come le didascalie tratteranno argomenti oggi controversi, come la razza.
Non è solo l'allestimento a essere cambiato: tutte le pareti dipinte sono state ridecorate e le sedute in pelle, una replica di quelle ottocentesche dei club, sono state sostituite da moderne panche in legno, che conferiscono un tocco più contemporaneo.
Che cosa succederà ora? Sono ancora da definire le decisioni relative all’allestimento del piano inferiore, ma è probabile che le sette sale ospiteranno opere selezionate da sezioni della collezione ben rappresentate, in particolare il Rinascimento italiano e il Seicento olandese. Le sale del piano inferiore avrebbero spazio per altri 150-300 dipinti. Se il progetto andrà avanti, il pubblico potrà vedere metà della collezione.
Dal «Dittico di Wilton» al tardo Monet
La Sainsbury Wing sarà ora il punto di accesso principale per i visitatori: probabilmente più del 90% passerà da lì anziché dal portico o dagli ingressi Getty. Salendo l'imponente scalinata, i visitatori continueranno a trovare i dipinti del tardo Medioevo e del primo Rinascimento al piano superiore dell'ala, sulla sinistra. La prima opera in cui ci si imbatte è, opportunamente, il «Dittico di Wilton» (1395-99) un’opera di origine inglese o francese, che offre un intrigante spaccato dell'arte rinascimentale (Sala 51). La lunga navata centrale della Sainsbury Wing ospiterà dipinti religiosi di grandi dimensioni. Nel complesso, le 15 sale dell’ala Sainsbury esporranno circa 300 opere.
Il percorso cronologico prosegue poi dall'altra parte della scala superiore attraverso le 47 sale espositive dell'edificio Wilkins, inaugurato nel 1838 e ampliato in più occasioni. La prima serie di gallerie, fino alla sala centrale e al portico, presenterà il tardo Rinascimento e oltre, soprattutto il Cinque e il Seicento. Più avanti si trovano le gallerie che culminano con l'inizio del XX secolo, all’estremità orientale.
Tre artisti hanno sale dedicate: Tiziano, Rembrandt e Claude Monet. Il dipinto Bagnanti ad Asnières (1884) di Georges Seurat, recentemente restaurato, ha una parete tutta per sé nella sala 45, con una teca in cui sono esposti schizzi a olio correlati.
La riapertura porterà sicuramente a un aumento del numero di visitatori, un’esigenza molto sentita. Nel 2019, poco prima del Covid-19, la galleria ha accolto poco più di sei milioni di visitatori, scesi a 3,2 milioni nel 2024, in parte a causa della lenta ripresa del turismo internazionale e della chiusura temporanea della Sainsbury Wing. La riapertura completa e il riallestimento daranno di certo un gradito impulso, ma Riding prevede che la galleria tornerà ai livelli pre-Covid-19 non prima del 2027.

«Whistlejacket» di George Stubbs (1762 circa) è attorniato da una nuova esposizione di dipinti britannici del 1740-1800 © The National Gallery, Londra
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