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Abside della basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

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Abside della basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

Un mosaico di studi sul mosaico

Nuovi scritti sul Medioevo romano

Raffaella Giuliani

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Il restauro come riconoscimento del procedimento creativo dei musivarii medievali romani, testimoniato attraverso otto straordinari mosaici, oggetto d'interventi dell’Istituto Centrale del Restauro: questo è il tema di fondo del volume, in un ideale passaggio del testimone che va da Cesare Brandi a Michele Cordaro e Giuseppe Basile. L’opera si caratterizza per l’innovativa impostazione multidisciplinare: una monumentale raccolta di dati relativi a una serie di cantieri di restauro, attuati in un intervallo di 15 anni, dall’Icr (oggi Iscr).

L’arco temporale preso in considerazione va dal V secolo, con la controfacciata di Santa Sabina (432-440), al XII, col mosaico dell’abside di Santa Maria Nova (1143-1161), passando per l’abside di San Teodoro, l’arco absidale della basilica pelagiana di San Lorenzo al Verano, il mosaico di San Sebastiano, già sulla controfacciata di San Pietro in Vincoli, l’abside della basilica di
Santa Cecilia, l’abside e l’arco absidale della basilica superiore di San Clemente. Ogni monumento viene presentato mediante: introduzione, di tipo storico artistico; vicende e attività del cantiere musivo, sui processi tecnici che hanno portato alla realizzazione dell’opera; restauri storici e restauro Icr; analisi delle malte; analisi delle tessere vitree.

Già dal rigoroso approccio analitico, appare evidente una concezione assoluta della materia costituente l’opera, che procede dall’assunto brandiano, non a caso ribadito da Gisella Capponi, direttrice Iscr, in apertura di volume, che intende la conservazione innanzitutto come riconoscimento, cioè conoscenza profonda e globale dell’opera d’arte nei suoi aspetti materiali e immateriali, finalizzato alla trasmissione alle generazioni future. Da ciò ne consegue l’apporto fondamentale, nel volume, della parte grafica e fotografica, ivi incluso il portato rilevantissimo scaturito dalla diagnostica, con cui i testi dialogano in stretta interrelazione.

La seconda parte dell’opera non è svincolata dalla prima, ma la completa, stabilendo con essa un dialogo ricco di contenuti, in gran parte innovativi. È d’obbligo la menzione del saggio di Maria Andaloro, che prende in esame il tema a lei caro della relazione tra mosaico e pittura, in particolare nel procedimento esecutivo, comune alle due tecniche artistiche, delle giornate. Gli aspetti materici sono considerati nei contributi di sintesi di Carla D’Angelo (tecnica esecutiva), di Paola Santopadre, Pierluigi Bianchetti, Giancarlo Sidoti (malte) e di Marco Verità (tessere vitree), cui si devono anche, fra le appendici all’opera, gli interessanti capitoli di confronto con altri monumenti musivi romani, le cui tessere vitree sono state sottoposte a indagini diagnostiche.

In definitiva il volume si può ritenere un punto di riferimento imprescindibile per lo studio del mosaico tout-court, non solo per le innovative acquisizioni di tipo storico artistico, tecnico e conservativo, che scaturiscono da una conoscenza globale del dato materico, ma anche sotto il profilo metodologico, veramente rigoroso ed esemplare.

Oltre agli specialisti menzionati, gli altri autori dei saggi dell’opera sono, in ordine alfabetico: Elisabetta Anselmi, Giulia Bordi, Chiara Bordino, Daniela Gennari, Geraldine Leardi, Valeria Massa, Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani.

Mosaici medievali a Roma attraverso il restauro dell’Icr. 1991-2004, a cura di Maria Andaloro e Carla D’Angelo, 542 pp.,ill. col., Gangemi, Roma 2017, € 60,00

Abside della basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

Raffaella Giuliani, 17 aprile 2018 | © Riproduzione riservata

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