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L’Arvo Pärt Centre, dedicato al grande compositore estone, sorge nella penisola di Laulasmaa, in una foresta di pini, a un’ora d’auto dalla capitale Tallinn

Foto: Roland Halbe

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L’Arvo Pärt Centre, dedicato al grande compositore estone, sorge nella penisola di Laulasmaa, in una foresta di pini, a un’ora d’auto dalla capitale Tallinn

Foto: Roland Halbe

Un viaggio nello spirito baltico di Tallinn

Identità nazionale e cultura. Una passeggiata tra miti musicali, arte, architettura e letteratura nella capitale estone

Micaela Zucconi

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L’Arvo Pärt Centre, nella penisola di Laulasmaa, appare improvviso davanti agli occhi alla fine di un sentiero sinuoso in una foresta di pini, a un’ora d’auto dalla capitale. Il centro studi, che porta il nome del grande compositore estone, ha aperto nel 2018, a firma degli architetti spagnoli Fuensanta Nieto ed Enrique Sobejano. Quasi un eremo, con tanto di cappella, in linea con l’essenza mistica del maestro, che l’11 settembre compie 90 anni e si è ritirato a vita privata, con la moglie Nora. Le sue opere rivoluzionarie, frutto di una ricerca sofferta, in epoca sovietica lo avevano costretto a un lungo esilio. L’edificio, mimetizzato nel verde, eccetto un’alta torre che svetta sugli alberi e il Mar Baltico, è un crocevia di direttori d’orchestra, professionisti e appassionati: i concerti di musica da camera nell’auditorium dall’acustica perfetta sono sempre sold out. Per l’anniversario sono previste celebrazioni in patria e all’estero fino alla primavera del 2026.

Jaan-Eik Tulve, direttore dell’Ensemble Vox Clamantis (nato nel 1996), amico e appassionato esecutore della musica di Pärt, con il suo gruppo ha preparato un’opera inedita del 1976, «Prayer to the Holy Trinity», e l’arrangiamento vocale della «Silouan’s song», uno dei pezzi simbolo della produzione partiana. «In autunno, annuncia, uscirà l’album “And I heard a voice”, etichetta Ecm, dedicato ad Arvo, che incontriamo costantemente. Ci trasmette una grande vitalità e splende di tutto il suo essere, come un tempo». Del compositore anche l’accompagnamento musicale per l’opera «Birkenau cycle» (2014) che l’amico pittore Gerhard Richter gli ha dedicato, esposta insieme a opere d’arte estoni e tedesche nella mostra «Spiegel im Spiegel» (Specchio nello Specchio, dal titolo di un’opera di Pärt), appena conclusa alla Kunsthalle im Lipsiusbau di Dresda.

Dal 24 ottobre al 12 aprile 2026 la si potrà vedere a Tallinn, al Kumu (Kunstimuuseum), aperto dal 2006, dopo la riconquista dell’indipendenza nel 1991. È il «braccio» più contemporaneo del sistema di cinque musei d’arte fondato nel 1919, durante il primo periodo di autonomia dell’Estonia, uno dei Paesi più invasi di sempre: cavalieri teutonici, danesi, Impero zarista e Germania prussiana, nazisti e sovietici... Il museo, sorto nel parco del barocco Kadriorg Art Museum, è opera dell’architetto finlandese Pekka Vapaavuori. Andamento semicircolare, interno austero, ospita mostre temporanee e collezioni permanenti, in un excursus dalla fine dell’800, passando per gli anni Venti e Trenta del ’900, tra avanguardie e modernismo, occupazione sovietica (1949-91), era poststalinista (quando l’arte estone comincia a riaffermare la sua identità) fino agli anni più recenti. «Cerchiamo di colmare i vuoti del periodo in cui Astrattismo, Pop Art e Concettualismo sopravvivevano clandestinamente», spiega la direttrice Sirje Helme.

Una parata di capolavori e artisti, tra i quali Ulö Sooster, che Ilja Kabakov (padre del Concettualismo russo) citava come suo mentore, e le sorelle Kristine, Lydia e Natalie Mei, attive negli anni Venti tra pittura, scultura e architettura. «Negli anni Novanta, la politica governativa ha proiettato il Paese in un futuro digitale e tecnologico, tradotto in sperimentazione e videoarte nel mondo artistico, oggi fusi in una fluidità di tecniche»: Jaan Tomik, videoartista e pittore, è uno dei più affermati a livello internazionale. Il tema dell’identità nazionale, molto sentito in qualsiasi campo, tocca profondamente anche la letteratura. «Una vera e propria identità letteraria estone comincia a formarsi nell’800. Per esempio con le poesie patriottiche di Lydia Koidula. Agli inizi del ’900, i movimenti nazionali, come la Giovane Estonia, promuovono il rinnovamento della lingua per portare la letteratura a un livello europeo. Slancio che nei decenni successivi ha fatto emergere talenti oggi parte del pantheon letterario nazionale, racconta Daniele Monticelli, docente all’Università di Tallinn, esperto di Semiotica e di Storia della Traduzione in Estonia. Nel centro storico, vicino alla piazza del Municipio, c’è ancora l’Unione degli Scrittori dove ogni mercoledì si tengono incontri letterari. Negli anni sovietici, vi vivevano anche alcuni autori, tra cui Jaan Kross (1920-2007), nominato più volte per il Premio Nobel». In strada, lo ritrae una statua. Quasi di fianco, l’accogliente caffè ristorante Pegasus, dove gli scrittori, come un tempo, usano ritrovarsi (hanno anche uno sconto).

Nel giardino davanti al locale si trova il monumento di un’altra icona: Eduard Vilde (1865-1933), scrittore e diplomatico al quale nel 1927 il Governo della Repubblica assegnò una villa in via Koidula, nel parco di Kadriorg, museo già dal 1946. A settembre vi si tiene un festival letterario, organizzato dal Tallin Literary Centre, che coinvolge, all’altro capo della strada, la casa museo di Anton Hansen Tammsaare (1878-1940), autore che subì una decina di anni di gulag in epoca sovietica, famoso per la sua pentalogia Verità e Giustizia, saga sulla dura vita dei contadini estoni (non tradotto in italiano). La fattoria dove era nato e viveva con i genitori, a Vargamäe, è a sua volta aperta al pubblico. Si trova a circa un’ora da Tallinn, nell’Estonia centro-settentrionale, vicino al villaggio di Vetepere, tra torbiere, foreste e prati. 

Tornati a Tallinn, riguadagniamo l’affascinante centro storico medievale, uno dei luoghi più amati da Elina Liiva, che lo considera il proprio salotto di casa. Ricercatrice all’Accademia Estone delle Arti, insieme a Keiti Lige e Helena Männa ha curato il Padiglione Estone della Biennale di Architettura in corso a Venezia, con il progetto «Let me Warm you», sulla relazione tra ristrutturazioni e cambiamenti climatici. Elina, spesso impegnata a Leopoli, la storica città ucraina quasi ai confini con la Polonia, per consulenze di carattere urbanistico, ci apre una finestra sui nuovi progetti in corso nella sua città, sempre all’insegna dell’efficienza energetica e del rispetto per l’ambiente. Come il Loodusmaja (Casa della natura), il nuovo Museo di Storia Naturale in apertura nell’estate del 2026 a Noblessner, quartiere di Kalamaja (casa del pesce), che integrerà diverse funzioni e sarà il più grande edificio in legno dell’Estonia. Gli spazi verdi esterni saranno parte integrante del design complessivo, rappresentativi della natura estone. 

Nella zona dell’ex area industriale di Põhjala tehas, gli immensi hangar, prima cantieri navali e poi sede di una famosa fabbrica di gomma, sono invece rinati come cittadella creativa, rispettando l’architettura esistente, con gallerie, studi di artisti, atelier di moda, librerie, ristoranti e piccoli caffè, giardini comunitari e appartamenti

Il progetto più atteso (forse per il 2030, finanziamenti permettendo) è però quello della Rail Baltica, la nuova linea ferroviaria ad alta velocità interamente elettrificata, di enorme importanza strategica ed economica, che da Tallin passerà attraverso gli Stati baltici e raggiungerà Varsavia, in Polonia. Un ulteriore avvicinamento, anche tecnico, all’Europa, con binari adeguati a quelli europei (diversi dai russi). 

Da leggere prima di partire: Tallinn di Alessio Franconi (Morellini Editore, 2025) e il numero Paesi baltici (2023) della collana «The Passenger», pubblicata da Iperborea. La casa editrice propone anche autori estoni, come il citato Jaan Kross, Emil Tode e Meelis Friedenthal. Mentre Trinu Laan, vincitrice del premio Andersen 2025, è pubblicata da Sinnos. Imperdibile è l’ormai classico Anime baltiche dell’olandese Jan Brokken (Iperborea, 2015).

Micaela Zucconi, 07 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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