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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliA Firenze il 18 ottobre l’Accademia delle Arti del Disegno presenterà ai propri Accademici il nuovo allestimento preparato per l’arrivo del Dio Fluviale di Michelangelo, che così torna finalmente «a casa». Il giorno seguente, il 19, la sala verrà aperta al pubblico. L’opera fu donata all’Accademia da Bartolomeo Ammannati nel 1583 per favorire lo studio dei giovani artisti, e viene ora ospitata in una sala appositamente progettata per esaltarne il valore.
Il recupero del capolavoro michelangiolesco è stato fortemente voluto dal segretario generale Giorgio Bonsanti, che ha seguito con costanza le vicende del modello negli ultimi anni, e condiviso dalla presidente Cristina Acidini, che ha condotto con successo la campagna di raccolta fondi che lo ha reso possibile (segretario tecnico Enrico Sartoni, assistente Laura Turchi). Il nuovo allestimento porta la firma degli architetti David Palterer e Norberto Medardi.
Il Dio Fluviale è un modello a grandezza naturale concepito intorno al 1526-27 per la Sagrestia Nuova di San Lorenzo, dove Michelangelo stava realizzando le tombe di Giuliano e Lorenzo de’ Medici. La figura rappresenta un Dio Fluviale antropomorfo, con richiami alla scultura classica, concepito come complemento al «Giorno» e alla «Notte», scolpiti per il sepolcro di Lorenzo duca d’Urbino.
La statua avrebbe dovuto essere collocata ai piedi del monumento, in una posizione distesa e maestosa. Il progetto rimase incompiuto e il modello, realizzato in terra cruda, fibre vegetali e animali, caseina e un’anima di filo di ferro, sopravvisse oltre le attese. La sua conservazione fino a oggi è una circostanza straordinaria. Dal 1583, anno in cui giunse all’Accademia, il Dio Fluviale ha ricevuto ripetute cure conservative, ma ha anche vissuto alcune traversie e subito interventi invasivi, come i ferri inseriti verosimilmente nel Settecento.
Per lungo tempo le difficoltà tecniche e concettuali del restauro consigliarono di non eseguire l’intervento. La svolta arrivò nel 2015, quando la richiesta di prestito per la mostra «I Medici e le Arti a Firenze nel secondo Cinquecento» (Palazzo Strozzi, 2017-2018) rese necessario un intervento radicale. Il restauro, affidato a Rosanna Moradei dell’Opificio delle Pietre Dure e da lei terminato con il sostegno dei Friends of Florence, sotto la direzione di Giorgio Bonsanti e di Laura Speranza dell’Opificio, si svolse tra il 2015 e il 2017. Dopo un trattamento antitarlo, si lavorò sulla struttura interna e sulle superfici esterne con consolidamenti mirati, mentre la superficie stessa fu liberata dalla bronzatura antica.
La nuova sala, oltre al Dio Fluviale, accoglie altre due opere. Vi è una lunetta di Francesco Granacci con l’«Adorazione dei Pastori» (1500 ca), testimonianza del sodalizio artistico e personale che legò il pittore a Michelangelo fin dagli anni della giovinezza. L’altra opera è un Crocifisso ligneo del 1510-20 ca, trasferito dalla Cappella di San Luca, uno dei rari esemplari di grandi dimensioni della Bottega dei Sangallo giunti fino a noi.
La sala avrà un suo ingresso dedicato, su via Orsanmichele al numero 6, e sarà aperta al pubblico grazie alla generosa disponibilità dell’associazione di volontariato «Amici dei Musei» di Firenze e di alcuni professori dell’Accademia stessa. Si potrà visitare nelle giornate di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì, con chiusura il giovedì, con orario 10-13 e 14-17 nel periodo invernale, e con orario 10-12.30 e 16-18 nel periodo estivo. Per aperture il sabato e la domenica, consultare il sito. L’ingresso è soggetto a una donazione volontaria non inferiore a 5 euro.

Il Dio Fluviale di Michelangelo nella sala appositamente allestita per accoglierlo
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