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Una veduta del sito di Nimrud dopo le distruzioni dell’Isis

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Una veduta del sito di Nimrud dopo le distruzioni dell’Isis

Una sfida colossale: il puzzle-rompicapo dei 35mila pezzi di Nimrud

Nel sito iracheno gli archeologi hanno finora raggruppato per monumento o costruzione buona parte dei frammenti ritrovati dopo le distruzioni ad opera dell’Isis. Ci vorrà ancora un anno per completare tutto il lavoro, prima di poter iniziare il restauro vero e proprio

Nel sito di Nimrud, gioiello dell’Impero assiro in Iraq, gruppi di archeologi hanno rinvenuto decine di migliaia di frammenti di decorazioni e resti di un antico palazzo distrutto dagli jihadisti. Dopo la sua ascesa al potere nel 2014, l’Isis aveva scelto come capitale nel nord dell’Iraq Mosul, e a Nimrud, che si trova a una trentina di chilometri di distanza, i suoi combattenti avevano distrutto templi e palazzi. Nel 2016, tra l’altro, avevano raso al suolo un’antica ziggurat del IX secolo a.C.

Fondata nel XIII secolo a.C., Nimrud fu la seconda capitale dell’Impero assiro. La città raggiunse il suo apogeo nel IX secolo a.C., quando era conosciuta come Kalkhu (o Kalhu).

Erano andati in frantumi circa 500 tra bassorilievi e lastre, oltre a diversi «lamassu», figure di tori alati o leoni con volto umano che ornavano il palazzo del re Assurnasirpal II, risalente a 3mila anni fa. Grazie a scavi meticolosi, gli archeologi hanno già raccolto più di 35mila frammenti in questo sito, in predicato di entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

Li attende una sfida colossale: ricomporre i bassorilievi e le sculture. Come riporta un articolo pubblicato sul sito del quotidiano «Le Figaro», sul sito poco per volta i pezzi del puzzle cominciano a ricomporsi. Frammenti della stessa costruzione o dello stesso monumento sono stati posti uno accanto all’altro. Un bassorilievo, per esempio, ritrae Assurnasirpal II a fianco di uomo barbuto e alato, la barba scolpita con piccoli riccioli e un fiore cesellato nel polso. Un altro reca raffigurati alcuni prigionieri ammanettati provenienti da regioni ribelli domate dall'esercito assiro.

Nel 2015, i video di propaganda dell’Isis mostrarono i jihadisti mentre usavano bulldozer, picconi ed esplosivi per distruggere una serie di monumenti, tra cui il Tempio di Nabû, risalente a 2.800 anni fa e dedicato al dio mesopotamico della saggezza e della scrittura. Fu una distruzione simile a quelle compiute nel museo di Mosul o a Palmira, in Siria. Dopo la sconfitta dell’Isis in Iraq nel 2017, i lavori di ricostruzione di Nimrud sono iniziati nel 2018, ma sono stati interrotti dal Covid, per poi riprendere nel 2023. Ci vorranno dodici mesi per completare tutto il lavoro prima di poter iniziare il restauro vero e proprio.

 

Redazione, 13 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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