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Alessandro Martini
Leggi i suoi articoliUltimi due lotti per il restauro del capolavoro di Guarino Guarini: riaprirà al pubblico nel 2017, a vent’anni dall’incendio, e sarà parte dei Musei Reali
La Cappella della Sindone riaprirà al pubblico entro il 2017. Finalmente (cfr. «Vernissage» n. 49, mag. ’04, p. 11). Se così sarà, come annunciato dalla Soprintendenza torinese, saranno passati esattamente 20 anni da quell’11 aprile del 1997 quando il capolavoro del Barocco internazionale, realizzato da Guarino Guarini (1866-83) e sede dal 1894 del discusso e venerato «sacro lino», bruciò vittima di un corto circuito delle attrezzature del restauro avviato nel 1993.
Ironia della sorte, il cantiere si sarebbe chiuso di lì a poche settimane. Da allora, una lunga serie di indagini, dibattiti, studi, 16 contratti d’appalto di lavori e di servizi, oltre a una ventina di contratti con Politecnico, Università di Torino ed esperti di varie discipline, riguardanti le varie fasi della messa in sicurezza urgente, della conoscenza e della sperimentazione, della progettazione e, infine, della realizzazione dei diversi interventi. Tra questi, la sostituzione al primo livello della Cappella, interamente realizzato in marmo nero di Frabosa Soprana (Cn), di 13 delle 30 colonne dell’ordine minore, di tutte le 8 lesene dell’ordine maggiore, delle 2 colonne e dell’arco sghembo di affaccio verso il Duomo.
Conclusi lo scorso anno gli interventi strutturali per rendere nuovamente la Cappella capace di reggersi senza opere di presidio, sono ora in corso le opere di restauro, integrazione e finitura delle superfici interne (lotto avviato grazie a 2,7 milioni di euro della Compagnia di San Paolo), affidate il 27 gennaio all’associazione temporanea di imprese Carla Tomasi srl /Studio C.R.C. di Roma, che si è aggiudicata i lavori con un ribasso virtuale del 21,92%.
L’intervento, che si concluderà in un anno, prevede:
il restauro, l’integrazione volumetrica con malte appositamente formulate e la finitura superficiale dell’apparato decorativo lapideo interno con l’obiettivo di ricostruire il volume e la morfologia di tutti quei conci lapidei originali che sono stati oggetto di consolidamento durante i precedenti cantieri;
l’esecuzione degli intonaci esterni in corrispondenza della muratura laterizia dei costoloni e del cestello e il restauro degli intonaci interni presenti al I livello in corrispondenza dei due vestiboli.
Per l’ultimo lotto, che in un anno a partire dalla seconda metà del 2016 prevede il restauro delle superfici esterne, il rifacimento dei serramenti esterni e quello dei tetti delle camere di luce, il Mibact ha messo a disposizione 1,5 milioni di euro nell’ambito dei «Grandi progetti Beni culturali», oltre a 1 milione proveniente da fondi Cipe. Il restauro della volta affrescata, degli elementi decorativi lignei e bronzei e dell’altare sarà realizzato grazie a finanziamenti privati.
Alla conclusione dei lavori, annuncia la direttrice Enrica Pagella, la cappella, cerniera fra il Duomo e Palazzo Reale, diverrà parte del percorso di visita dei Musei Reali.
Intanto è giunto a compimento un altro tassello della riorganizzazione dei 5 musei parte del polo sabaudo: i Giardini Reali, il cui cantiere si era fermato in occasione della recente Ostensione della Sindone (19 aprile-24 giugno), sono stati riaperti a Pasqua nella porzione occidentale, compresa tra Palazzo Reale, la Manica Nuova che accoglie la Galleria Sabauda e il Museo archeologico. Fungeranno tra l’altro da snodo dei percorsi museali e da nuovo accesso alla Sabauda.
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