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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliL’excursus sulla pittura italiana del XIV e XV secolo proposto da Giovanni Sarti passa per ben otto regioni
La Galleria Sarti di rue du Faubourg Saint-Honoré espone, fino al 30 luglio, 23 opere di grandi maestri del Tre e Quattrocento italiano. La mostra (dal titolo «Capolavori italiani del XIV e XV secolo») è anche un viaggio attraverso la Penisola passando per Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Lazio. Un cassone nuziale attribuito a Paolo da Visso, su cui sono rappresentati tre episodi della «Teseida» di Boccaccio (circa 1440), ci porta nelle Marche. La grande pala di Neri di Bicci, «Madonna col Bambino in trono tra i Santi Domenico, Zanobi, Francesco e Miniato» (circa 1450-52), con una decorazione in «plein air» nuova per l’epoca, ci invita in Toscana.
«L’Incoronazione della Vergine», una tempera e oro su tavola, di Simone dei Crocefissi (circa 1395), proviene dalla chiesa bolognese, andata distrutta, di San Michele del Mercato di Mezzo. La severa e monumentale «Vergine con Bambino in trono» (circa 1380), che faceva parte di un trittico di grandi dimensioni, è un’opera rara di Altichiero da Zevio. Solo altre due tavole dell’artista veronese sono note, una è conservata al Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, negli Stati Uniti, l’altra è al Museo del Castelvecchio di Verona.
Di artisti veneti sono anche un «San Giovanni Battista» di Paolo Veneziano e una «Vergine con il Bambino» di Lorenzo da Venezia. Del piemontese Defendente Ferrari è esposta la «Virgo Lactans» (circa 1530) che la galleria parigina ha presentato all’ultima fiera d’arte e antiquariato Tefaf di Maastricht, e di Andrea da Bologna una raffinata «Madonna dell’Umiltà» (1372). È esposta anche una «Crocifissione» (1400-10 ca) carica di pathos di Andrea de Aste, che fu un protagonista del gotico tardivo a Genova e a Napoli. I colori accesi e i violenti contrasti vengono attribuiti all’influenza spagnola e valenziana.
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