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Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliPer un decennio è stato idolatrato e le televisioni di tutto il mondo se lo contendevano. Dal 2001 al 2011 Zahi Hawass è stato considerato l’egittologo per eccellenza da masse di studiosi e fanatici appassionati dell’Egitto antico. Dopo la caduta del presidente Mubarak, a inizio 2011, è riuscito a creare il Ministero di Stato delle antichità. Ne è stato alla guida per alcuni mesi e poi si è dimesso. La sua uscita di scena è stata accompagnata da una serie di polemiche e di attacchi, molto spesso portati da persone che in passato lo avevano esaltato. I problemi più recenti arrivano dal Governo degli Stati Uniti che ha aperto un’inchiesta sui suoi rapporti con la National Geographic Society. I soldi che Zahi Hawass avrebbe percepito dall’organizzazione di Washington sarebbero da considerare una tangente. Da noi interpellato, Hawass ha risposto con un lungo messaggio mail in cui dettaglia i suoi rapporti con National Geographic e conclude amaramente: «Dopo la rivoluzione, alcune persone in Egitto si sono prese il gusto di scrivere contro di me accusandomi di essere stato corrotto da National Geographic. Ho prodotto documenti che hanno dimostrato la mia innocenza. Le stesse persone ora se la prendono con National Geographic». Zahi Hawass sostiene di non avere favorito in alcun modo National Geographic e porta a sua difesa il fatto che, durante la sua gestione, Discovery Channel avrebbe realizzato molti più documentari. Per quanto sia controversa la sua figura, a Zahi Hawass va però il merito di avere trasformato il Consiglio superiore delle Antichità egiziano in un’istituzione efficiente e moderna, di avere attirato milioni di turisti in Egitto e, proprio in collaborazione con National Geographic, di avere organizzato una mostra itinerante sui tesori di Tutankhamon che avrebbe portato nella casse dello Stato egiziano qualcosa come 120 milioni di dollari.
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