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Ragazza in piedi su un carro armato russo distrutto. 07.05.2022 vicino a Makariv, nella regione di Kiev © Mikhail Palinchak, cortesia del PinchukArtCentre

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Ragazza in piedi su un carro armato russo distrutto. 07.05.2022 vicino a Makariv, nella regione di Kiev © Mikhail Palinchak, cortesia del PinchukArtCentre

A Kiev riapre il primo museo dallo scoppio della guerra

Al PinchukArtCentre una mostra fotografica che documenta l’impatto dell’invasione russa e gli effetti dello scontro sulla gente comune

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Tom Seymour

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Il PinchukArtCentre, uno degli spazi espositivi più importanti di Kiev, ha riaperto al pubblico per la prima volta dopo l’invasione russa dell’Ucraina, presentando la mostra «When Faith Moves Mountain». Il museo privato, fondato dall’imprenditore miliardario Victor Pinchuk, è stato costretto a chiudere per 143 giorni mentre il popolo ucraino combatteva per il proprio Paese.

Attraverso il lavoro di artisti ucraini, l’esposizione restituisce una testimonianza visiva del tragico costo umano della guerra. In mostra, opere che ritraggono conflitti storici (in prestito dal M HKA, Museo d’Arte Contemporanea di Anversa) insieme a una serie di fotografie e dipinti ucraini contemporanei realizzati durante la guerra in corso.

«L’esposizione documenta i momenti più orribili della guerra,mostra le sue vittime e restituisce un nome e un volto a coloro che hanno sofferto a causa dei crimini russi», afferma in un’intervista Björn Geldhof, co-curatore della mostra e direttore artistico del PinchukArtCentre. «La guerra non riguarda solo la sopravvivenza dell’Ucraina, ma anche i suoi valori. L’Ucraina ha scelto più volte i valori europei di libertà, per i quali sta morendo e combattendo».

Le fotografie esposte illustrano in modo dettagliato il forte impatto che la guerra ha avuto sulla vita dei civili. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha registrato 11.152 vittime civili nel Paese a partire dal 4 luglio, mentre il costo dei danni diretti alle infrastrutture ucraine è di oltre 100 miliardi di dollari, secondo il primo ministro del Paese Denys Shmyhal.
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Gli artisti ucraini hanno rischiato la vita per trascrivere visivamente l’impatto della guerra sulla gente comune; tra questi, c’è Yevhen Maloletka, che ha catturato il momento in cui un missile colpisce un edificio residenziale ripreso dalla finestra di un ospedale di Mariupol, così come le macchie di sangue cremisi che decorano il pavimento dell’ospedale.

In mostra anche il lavoro di Maxim Dondyuk, nelle cui fotografie una donna anziana cammina tra le tombe improvvisate della città di Chernihiv. I cittadini di Chernihiv, vittime di incessanti bombardamenti russi nelle prime settimane di guerra, sono stati costretti a seppellire le vittime della guerra in fosse profonde. Vicino a ogni tomba è stato posto un cartello con il nome del defunto, per fare in modo che i parenti lo riconoscessero una volta tornati, quando la città fosse stata ritenuta sicura.

Ma in mezzo a scene di orrore ci sono anche simboli di speranza e di sfida, come la giovane ragazza di Mikhail Palinchak in piedi sopra la corazza di un carro armato russo bruciato, o la fioritura primaverile di un albero che, a prima vista, sembra essere stato bruciato fino alla distruzione.

La mostra presenta anche opere di Oksana Chepelyk, Danylo Galkin, Nikita Kadan, Lesia Khomenko, Vlada Ralko, Oleksii Sai, Andriy Sagaidakovsky, Yevhen Samborsky, Anna Zvyagintseva, Yarema Malashchuk e Roman Khimei, e nuovi dipinti dell’artista Lesia Khomenko, che ha ritratto la comunità dei volontari creatasi intorno all’esercito.
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«When Faith Moves Mountains» è il risultato della collaborazione tra il PinchukArtCentre e il M HKA che, in cooperazione con il governo fiammingo, ha prestato più di 40 opere di artisti internazionali, molte delle quali raffigurano l’impatto delle due guerre mondiali sulla popolazione delle Fiandre. I prestiti comprendono opere di artisti come Francis Alÿs, Marlene Dumas, Jan Fabre, Barbara Kruger e Kerry James Marshall. Inoltre, il M HKA si è reso disponibile a prestare la collezione anche se non poteva essere assicurata contro i danni causati dalla guerra. Jan Jambon, ministro-presidente fiammingo, ha affermato in una dichiarazione: «È un rischio che corriamo volentieri. In questo modo possiamo esprimere la nostra solidarietà all’Ucraina».

A seguito dell’invasione, Il PinchukArtCentre si è coordinato con l’Ufficio del Presidente dell'Ucraina per diventare una presenza attiva all’interno di eventi artistici e politici in tutto il mondo, con la partecipazione alla Biennale di Venezia, ad Art Basel e al vertice politico di Davos. «Noi, come tutti gli ucraini, abbiamo l’obbligo di difendere l’Ucraina nel modo migliore che abbiamo a disposizione. E il modo migliore in cui io e il mio team possiamo farlo non è con le armi, ma con le mostre», afferma Geldhof.

A causa degli intensi attacchi aerei, le persone hanno dovuto seppellire in fretta i morti in lunghi fossati, mettendo un cartello con il nome vicino a ciascun corpo. Dopo la fine delle battaglie e la liberazione della città dall'esercito russo, le persone tornano in città e cercano di trovare i loro parenti in questo cimitero. 10.04.2022 Chernihiv © Maxim Dondyuk, cortesia del PinchukArtCentre

Dalla finestra dell’ospedale. 11.03.2022 Mariupol © Yevhen Maloletka, cortesia del PinchukArtCentre

Tom Seymour, 25 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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