Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliDiversi artisti hanno operato per scardinare atteggiamenti feticistici dei collezionisti ma anche una mitizzazione romantica dell’opera d’arte, quando è intesa come espressione più autentica dell’autore. Nella stessa direzione sembra muoversi l’ultimo progetto dell’italiano GB Group, «Bronzini», alla Sala 1 dal 7 maggio al 31 luglio. Fondato a Londra da Giordano Boetti Raganelli (figlio di Alighiero Boetti), Leonardo Gualco e Alessandro Giacobbe, il GB Group realizza in maniera programmatica «living objects», ovvero eventi immersivi e performance in cui il pubblico assume un doppio ruolo: protagonista e mezzo attraverso cui l’opera si realizza.
Per potenziare il progetto «Bronzini» ha scelto di coinvolgere anche Pietro Ruffo e il duo LU+PA (Lulù Nuti e Pamela Pintus), che nel suo lavoro combina linguaggi tradizionali, legati anche al corpo, con internet, la pubblicità, il marketing, lasciando emergere ostacoli, contraddizioni, punti di frizione. «Il nostro progetto nasce da una lucida visione del presente, spiega GB Group, al quale cerchiamo di trovare una soluzione pragmatica».
Ogni anno le monete da 1, 2 e 5 centesimi causano ingenti perdite economiche perché in alcuni Paesi europei il costo di produzione è superiore al loro valore reale. Spesso poi non sono usate, causando così un’ulteriore perdita economica. Così gli artisti hanno creato delle opere d’arte con i centesimi, che saranno cambiate con l’esatto ammontare del denaro impiegato.
Seguirà il rilascio dell’autentica, per cui l’opera acquisterà lo stesso valore economico dei lavori prodotti dall’autore: «Queste opere d’arte costituiscono un bene da posizionare sul mercato, conclude il GB Group. Nell’ipotesi che l’opera non salga di valore nel tempo è sempre possibile riportare i bronzini in banca e riottenere la somma inizialmente spesa per l’acquisto dell’opera». La galleria sarà dotata di appositi stand, parte del lavoro curatoriale del gruppo.
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