Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Moderno e contemporaneo durante la fiera
Alle mostre inaugurate in vista di Miart, si aggiungono in città altre rassegne: al Museo del Novecento, dall’8 al 10 aprile, arriva dopo le tappe alla GAMeC di Bergamo e al Ma*Ga di Gallarate, «Yuri Ancarani. Bora», terza edizione, curata da Ludovico Pratesi e Angela Tecce, di «Museo Chiama Artista», il progetto di Amaci e Mibact che dopo Milano si trasferirà a Venezia, Bologna, Roma, Pistoia e Bolzano.
In mostra, la sculturavideo «Bora» (2015), un progetto avviato nel 2011 cui concorrono musiche e riprese del paesaggio carsico scosso da quel vento brutale: «una scatola magica piena di vento», commenta Pratesi, perché nel 2015 l’artista ha trasferito immagini e musiche dalle grandi dimensioni al piccolo formato di un monitor Brionvega, facendone una videoscultura.
A Palazzo Reale, fino al 29 maggio, è la volta di «2050. Breve storia del futuro», a cura di P.-Y. Desalves e Jennifer Beauloye, una rassegna in arrivo dai Musées des Beaux-Arts di Bruxelles che, prendendo le mosse dal libro omonimo di Jacques Attali (2006), rilegge le tematiche di quel saggio attraverso 50 opere di artisti contemporanei internazionali.
Alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, dal 6 al 16 aprile, riapre la Project Room, spazio dedicato alle sperimentazioni dei giovani under 30, a cura di Federico Giani: il debutto vedrà protagonisti Andrea Cozzi (1989), Stefano Cozzi (1989) e Marie Janssen (1988), con «La matrice di tutti i segreti», installazione che s’interroga sull’odierna dominanza dei linguaggi dei social, evocando «1.200 sacs de charbon suspendus au plafond au-dessus d’un poêle», opera presentata da Marcel Duchamp all’Esposizione Internazionale del Surrealismo di Parigi nel 1938.
Infine, «Fontana-Leoncillo. Forma della materia» è il tema della mostra curata da Francesco Stocchi per la Fondazione Carriero (dal 6 aprile al 9 luglio), dopo la fortunata rassegna d’esordio «imaginarii». Al centro della mostra, che ruota intorno alla Biennale di Venezia del 1954, quando entrambi gli artisti ebbero una sala personale, è il confronto tra l’approccio «scultoreo» di Fontana alla pittura e quello «pittorico» di Leoncillo alla scultura.
Altri articoli dell'autore
10 Corso Como dedica al maestro romagnolo una mostra incentrata sulla realtà più labile che esista, selezionando scatti in cui si aprono riflessioni sugli statuti della fotografia e sull’atto stesso del fotografare
Con un convegno in programma il 22 e 23 maggio sarà presentato il restauro degli affreschi realizzati nella Chiesa di San Salvatore nel 1375 dal Maestro di Lentate
Al Museo Castello San Materno di Ascona sono riunite 55 opere tra dipinti, disegni e cicli grafici, molti provenienti da una collezione privata svizzera, altri dal Kunst Museum Winterthur
A maggio, il progetto del filantropo e imprenditore giapponese Hiroyuki Maki inaugura a Venezia due mostre per promuovere anche in Europa l’arte contemporanea del suo Paese