Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliIn un articolo di recente pubblicazione l’egittologo inglese Nicholas Reeves ha rivelato di conoscere dove è stata sepolta la regina Nefertiti
Secondo quanto da lui affermato la tomba della sposa di Akhenaton (1350-1333 a.C.) dovrebbe trovarsi nella Valle dei Re, più precisamente dietro la parete nord della camera sepolcrale di Tutankhamon.
La notizia ha evidentemente suscitato grande clamore ed è stata ripresa dai più importanti organi di stampa internazionali. La teoria di Reeves si basa su alcune fotografie ad altissima risoluzione eseguite dalla ditta Factum Arte di Madrid dalle quali è stata realizzata una replica in grandezza naturale del sepolcro di Tutankhamon che è visitabile dal 2012.
L’attenta osservazione delle immagini avrebbe condotto Reeves a individuare tracce di un’apertura che occuperebbe tutta la metà destra della parete nord. Secondo un’argomentazione tanto minuziosa quanto aleatoria, proprio dietro quel muro si troverebbe l’ultimo sepolcro di Nefertiti. Il ragionamento è basato quasi esclusivamente su studi dello stesso Reeves secondo i quali la celeberrima regina, alla fine del regno di Akhenaton, avrebbe assunto la coreggenza con il nome di Neferneferuaton e, alla morte dello sposo, sarebbe poi ascesa al trono cambiando di nuovo identità (e stavolta anche sesso) e avrebbe regnato come Smenkhkara.
La planimetria della sua tomba avrebbe seguito i cambiamenti di status e da sepoltura destinata ad accogliere una regina, sarebbe stata ampliata fino a raggiungere dimensioni più consone a quelle di un sovrano.
Non è tutto. L’analisi delle fotografie di Factum Arte ha condotto Reeves ad affermare che dietro la parete ovest della camera funeraria di Tutankhamon si nasconde un secondo ambiente, stavolta destinato a custodire ulteriori tesori del già ricchissimo corredo del sovrano.
Nonostante appaia stringente e ben documentata la teoria di Reeves suscita non poche perplessità, soprattutto se si tiene conto del fatto che tutto il periodo che intercorre tra la fine del regno di Akhenaton e quello di Tutankhamon è abbastanza confuso e i dati a disposizione sono scarsi e sottoponibili a interpretazioni tanto varie quanto contraddittorie.
Per quello che riguarda la tomba di Nefertiti buona parte del ragionamento dell’egittologo inglese si basa sull’ipotesi che la decorazione sulla parete nord della camera funeraria di Tutankhamon sarebbe stata dipinta in due fasi successive. Questo avrebbe dovuto comportare un cambiamento dei nomi dei due sovrani nei cartigli del quale però, proprio dall’analisi delle fotografie pubblicate sul sito di Factum Arte, non vi sarebbe traccia alcuna.
Il fatto che la camera funeraria si trovi a un’altezza inferiore rispetto agli altri ambienti della tomba è ulteriore prova del fatto che le scene dipinte sulla metà destra della parete nord sarebbero state eseguite con il resto della decorazione e non in una fase precedente alle pitture della porzione sinistra.
A questo c’è da aggiungere che Howard Carter, lo scopritore della tomba di Tutankhamon, dovette di sicuro saggiare la consistenza delle pareti alla ricerca di ambienti retrostanti la cui chiusura avrebbe comunque lasciato tracce sull’intonaco, così come dimostrano le fotografie prese al momento della scoperta, in cui risultano ben visibili i punti dove si trovano le nicchie destinate a ospitare i «mattoni di fondazione».
Caute sono state le risposte delle autorità egiziane che, nonostante abbiano concesso a Reeves di effettuare ulteriori ricerche all’interno della Tomba di Tutankhamon, hanno accolto le sue teorie con velato scetticismo.
Altri articoli dell'autore
La missione archeologica del Consiglio Superiore delle Antichità egiziano ha rinvenuto la tomba in grado di aggiungere tasselli importanti all’inizio e alla fine dell’Antico Regno, il periodo in cui furono costruite le piramidi di Giza
La struttura in mattoni crudi è stata rinvenuta a Ismailiya, località del Delta orientale oggetto di scavo solo da alcuni decenni
Una serie di scavi nel santuario di Amon restituisce gioielli e amuleti all’interno di un vaso spaccato molto probabilmente risalenti alla XXVI dinastia (650-550 a.C.)
Ci sono perplessità sul «sabbioso» e «polveroso» cimelio, di proprietà del famoso scopritore della tomba di Tutankhamon, battuto all’asta a 12mila sterline