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Thomas Eakins, Amelia Van Buren sitting with cat on shoulder, 1891

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Thomas Eakins, Amelia Van Buren sitting with cat on shoulder, 1891

Filadelfia, il realismo fotografico di Eakins

Viviana Bucarelli

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Filadelfia (Stati Uniti). Nel suo saggio del 1996 Facing Facts: Realism in American Thought and Culture, 1850–1920 lo storico David E. Shi definisce Thomas Eakins «un vero realista; la cui schiettezza provocò disagio e sfidò le nozioni convenzionali di verità, bellezza e decoro dell’epoca vittoriana».
Eakins, di cui ricorre quest'anno il centenario della morte (nato a Filadelfia il 25 luglio 1844, scomparve nella stessa città il 25 giugno 1916) aveva una personalità forte e carismatica, una visione analitica e una totale dedizione al racconto dei fatti così come appaiono ad occhio nudo. Suscitò uno scandalo che gli costò il posto, quando in uno dei baluardi della formazione accademica tradizionale, la Pennsylvania Academy of Art, incluse come corso obbligatorio per i suoi studenti la partecipazione alle autopsie. Considerato ora forse il più grande artista nordamericano dell’Ottocento, annoverò tra i suoi numerosi talenti anche quello di fotografo. Così come mostra ora la Pennsylvania Academy of the Fine Arts, «Thomas Eakins: Photographer», fino al 29 gennaio, con oltre 60 immagini esposte insieme a sculture e dipinti.

Thomas Eakins, Amelia Van Buren sitting with cat on shoulder, 1891

Thomas Eakins, Blanche Gilroy in classical costume, reclining, with banjo, 1885

Viviana Bucarelli, 21 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Filadelfia, il realismo fotografico di Eakins | Viviana Bucarelli

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