Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Astino (Bergamo). Il Monastero di Astino, fondato all’inizio del XII secolo da alcuni benedettini vallombrosani guidati dal monaco Bertario, si estende in una valle silenziosa e intatta che si apre a pochi minuti da Bergamo Alta, regalando ai visitatori un affascinante «paesaggio culturale» in cui si sommano natura e cultura, architettura e paesaggio, storia e religione (e, perché no, le prelibatezze gastronomiche del territorio). I secoli e il lungo abbandono avevano però lasciato segni pesanti sul complesso monumentale che, acquisito da Fondazione Mia-Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, socio unico di Val d’Astino srl, è oggetto da anni di un impegnativo restauro (cfr GdA n. 299, giugno 2010), ormai avanzato.
Per presentarne gli ultimi risultati e riproporre le opere d’arte di proprietà del monastero riemerse di recente dopo secoli di dispersione e degrado e ora restaurate da Franco Blumer, Studio Restauri Formica e Antonio Zaccaria, nel complesso del Santo Sepolcro in Astino è stato realizzato un nuovo percorso di visita al monumento ed è stata allestita la mostra«Il Monastero restituito 2016» (aperta fino al 31 ottobre), voluta dalla Fondazione e ideata e curata da Alessandra Civai, che ha ricollocato nelle sedi originarie dipinti di Antonio Cifrondi e Marcantonio Cesareo e del senese Pietro Sorri, oltre ai frammenti ritrovati di un «Compianto» in terracotta del 1500 circa, e al «Reliquiario di san Giovanni Gualberto», 1685 circa, d’argento. Tutti, come anche il percorso monumentale nella chiesa del Santo Sepolcro e nel monastero, sono commentati da dispositivi tecnologici come il video con effetti 3D «Raccontami di Astino», a cura di Adriano Merigo, e «docce sonore» che diffondono audio evocativi nei quali la «voce» di un antico monaco parla delle opere esposte e della loro storia.
Come spiega Alessandra Civai, «la mostra è frutto di una ricerca sugli antichi inventari e del loro confronto con lo stato attuale. In passato, poiché il complesso era stato abbandonato dopo le soppressioni napoleoniche, molte opere scomparvero poi, quando di recente si è riacceso l’interesse intorno al monastero, alcuni dipinti sono stati restituiti in forma anonima nel 2013, uno è stato donato da privati alla Diocesi di Bergamo per la ricollocazione al monastero. Altre opere erano conservate presso il Comune di Bergamo, che le ha concesse in comodato. La nostra speranza è che questa mostra stimoli la donazione di altre opere scomparse, per poterle ricollocare là dove si trovavano in passato e ricomporre quanto più possibile l’integrità storica dell’edificio». La mostra è corredata da una guida a stampa, bilingue come l’intera didattica del museo. È stata poi approntata (da Fondazione Mia con l’Orto Botanico di Bergamo e il Parco dei Colli) la app bilingue «Astino arte natura agricoltura», a cura di Smilevisit con il contributo di Regione Lombardia, che accompagna la visita dell’intero comprensorio del monastero e della sua valle, includendo i colli a ovest di Bergamo, in sette itinerari a tema dedicati all’arte, all’agricoltura sostenibile, allo sport nella natura e altro.

Antonio Cifrondi, Visitazione, inizio sec. XVIII, particolare

Percorso monumentale di Astino: chiesa del Santo Sepolcro
Altri articoli dell'autore
10 Corso Como dedica al maestro romagnolo una mostra incentrata sulla realtà più labile che esista, selezionando scatti in cui si aprono riflessioni sugli statuti della fotografia e sull’atto stesso del fotografare
Con un convegno in programma il 22 e 23 maggio sarà presentato il restauro degli affreschi realizzati nella Chiesa di San Salvatore nel 1375 dal Maestro di Lentate
Al Museo Castello San Materno di Ascona sono riunite 55 opere tra dipinti, disegni e cicli grafici, molti provenienti da una collezione privata svizzera, altri dal Kunst Museum Winterthur
A maggio, il progetto del filantropo e imprenditore giapponese Hiroyuki Maki inaugura a Venezia due mostre per promuovere anche in Europa l’arte contemporanea del suo Paese