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Luana De Micco
Leggi i suoi articoli«Non conoscevo la pittura. Ma voi me la fate amare»: parola di Luigi XVI. È così che il sovrano francese, morto sul patibolo nel 1793, aveva espresso la sua ammirazione nei confronti dell’opera di Elisabeth Vigée-Le Brun, una delle rare pittrici dell’epoca il cui nome è famoso almeno quanto quello dei colleghi maschi suoi contemporanei. Va sottolineato che Elisabeth Vigée-Le Brun ebbe un modello speciale: la regina Maria Antonietta, che la scelse come ritrattista ufficiale.
I suoi quadri più noti sono proprio i ritratti della sovrana, come «Maria Antonietta in gran abito di corte» (1779), conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e «Maria Antonietta con i suoi figli» (1787), che si trova alla Reggia di Versailles. Entrambi sono esposti nella prima retrospettiva che la Francia dedica alla pittrice, «Elisabeth Vigée-Le Brun. 1755-1842», alle Galeries Nationales del Grand Palais dal 23 settembre all’11 gennaio. Elisabeth Vigée-Le Brun nacque a Parigi nel 1755 da madre parrucchiera e padre ritrattista, scomparso quando lei aveva solo 12 anni, dopo averle insegnato il mestiere e trasmesso la passione per l’arte.
Privilegio raro per una donna, nel 1783 fu ammessa all’Accademia reale di pittura. Tra gli splendidi autoritratti, quello con la figlia Julie, detto «La dolcezza materna» (1786), è uno dei più belli del Louvre. Tra i ritratti di dame, ci sono anche quelli raffiguranti Carolina Murat, una delle sorelle di Napoleone, e Yolande de Polastron, duchessa di Polignac. Più raramente dipinse uomini. Di particolare intensità è il ritratto del pittore «delle rovine» Hubert Robert del 1788, anch’esso conservato al Louvre.
Nel 2016 la mostra, che riunisce 130 opere, sarà allestita nei due musei che hanno collaborato alla sua realizzazione: il Metropolitan Museum of Art di New York (8 febbraio-15 maggio) e il Musée des Beaux-Arts du Canada di Ottawa (10 giugno-12 settembre).
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