Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliNella biografia di Jean-Michel Basquiat (New York, 22 dicembre 1960 – New York, 12 agosto 1988) Basquiat. Vita lucente e breve di un genio dell’arte (Castelvecchi editore, Roma 2006) Phoebe Hoban, ex redattrice del The New York Observer, riporta alcune considerazioni sul grande artista americano riguardo la sua permanenza a Modena, nel maggio 1981, in occasione della prima mostra europea che il gallerista Emilio Mazzoli dedicò all’allora graffitista Samo.
«Il viaggio a Modena, scrive Hoban, fu per molti versi il prototipo dei futuri viaggi di Basquiat: comportò una grande quantità di contanti, altrettante droghe, esuberanti apparizioni nei ritrovi notturni del luogo, e una frenetica produzione artistica su commissione, sotto l’occhio attento di qualsivoglia gallerista avesse allestito la mostra».
A Modena, presso la Galleria Mazzoli, si svolsero fatti che la storia dell’arte ancora ricorda nonostante siano trascorsi esattamente quarant’anni: l’inaugurazione della personale negli spazi di via Nazario Sauro, infatti, risale al 23 maggio 1981. Samo, che un anno dopo tornò a Modena, già famosissimo tanto che la seconda mostra da Mazzoli non si fece per litigi nell’entourage dell’americano, espose quella prima volta in Europa una quindicina di dipinti e alcuni disegni.
Ecco il ricordo di Emilio Mazzoli di quella collaborazione: «Andai in America pochi mesi prima della mia mostra a Modena e in una rassegna al PS1 di New York vidi le opere di Samo-Basquait, insieme a quelle di altri artisti radunati da alcuni critici tra cui Diego Cortez. Mi piacquero subito i suoi lavori e così acquistai immediatamente 15 tele e una ventina di disegni per la mia mostra modenese. Quando la allestii, dal 23 maggio 1981, vendetti tutto e l’anno seguente, con Samo che nel frattempo divenne uno dei principali artisti contemporanei con il suo nome, Basquait, ne volevo organizzare un’altra.
Ci furono dissidi e, benché lui fosse già arrivato di nuovo in città, decisi di lasciare perdere. In quello stesso 1982, però, la Galleria Civica di Modena realizzò “Transavanguardia: Italia/America” con sue opere insieme a quelle di Chia, Clemente, Cucchi, Paladino e altri, un altro appuntamento importante. Ho voluto bene a Jean-Michel come a un figlio e mi piace ricordarlo nonostante lui in vita, nonostante l’exploit professionale, fosse molto solo. Accadde un po’ lo stesso a Festa e Schifano».
Quella mostra si porta dietro numerosi aneddoti, chissà quanto modificati dal lungo tempo trascorso, riferiti da Anna Ferri nel recente volume Basquiat. Viaggio in Italia di un formidabile genio (Aliberti Editore, Reggio Emilia 2020). Uno di essi si interfaccia direttamente con le opere a quel tempo realizzate a Modena da Basquiat. Al tempo il pittore al lavoro a Modena giocava spesso con un bambino, Andrea Sghedoni, giovane fratello dell’allora assistente di Mazzoli, Rosanna Sghedoni (la madre, oggi scomparsa, di Anna Ferri, da qui il piccolo recente volume di memorie): il piccolo, secondo i testimoni, in più occasioni realizzò dei piccoli disegni direttamente sulle opere che Basquiat stava realizzando.
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