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Lo diceva con un fiore

Luana De Micco

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«So che non posso dipingere un fiore. Ma forse, grazie al colore, posso rendervi partecipi della mia esperienza del fiore o di quello che il fiore significa per me in quel momento esatto».

Georgia O’Keeffe dipinse fiori, iris bianchi, ma soprattutto calle (la chiamavano «la signora delle calle»), macroscopiche, con il cuore aperto come visto allo zoom, sensuali nelle forme e nei colori, in cui molto vi hanno riconosciuto un’espressione della sessualità femminile. Uno di quei fiori, il «Jimson Weed-White Flower n.1», venduto lo scorso novembre da Sotheby’s a New York per 44,4 milioni di euro, è l’opera di un’artista donna più quotata al mondo.

Georgia O’Keeffe, scomparsa nel 1986, è stata una delle artiste americane più famose, eppure quella che le dedica il Musée de Grenoble dal 7 novembre al 7 febbraio, «Georgia O’Keeffe e i suoi amici fotografi», è la sua prima monografica organizzata in Francia. La mostra, in collaborazione con la Fondation O’Keeffe di Santa Fe (New Messico), ripercorre tutta la carriera dell’artista, dalle prime astrazioni degli anni 1910-20 agli ultimi dipinti di cieli degli anni Sessanta.

Si sofferma anche sulle influenze della fotografia e sugli incontri con i grandi nomi della fotografia suoi contemporanei: Paul Strand, Edward Weston, Imogen Cunningham, Ansel Adams, Eliot Porter e Todd Webb. E naturalmente Alfred Stieglitz, suo marito dal 1924, che la fotografò quasi al limite dell’ossessione sin dal 1917 nella sua famosa galleria «291» di New York.

Luana De Micco, 26 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Lo diceva con un fiore | Luana De Micco

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