Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Pasticciacci al Colosseo

Una sequenza grottesca di quattro errata corrige nei bandi per biglietteria e vigilanza. Un pentito mette in difficoltà il secondo lotto e la Raggi fa ricorso

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Mentre si aspetta di sapere chi sarà a guidare il Parco archeologico del Colosseo, l’ultimo partorito dalla riforma Franceschini (la selezione pubblica, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 14 aprile, si concluderà il 30 giugno con la scelta tra gli 84 candidati in lizza) due pasticci e una polemica di cui francamente non si sentiva proprio il bisogno si abbattono sul monumento più famoso e visitato d’Italia, con i suoi 6,4 milioni di visitatori l’anno.
 
Il primo coinvolge la Consip, la centrale unica per gli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, società in house del Ministero dell’Economia e Finanze potenziata dal governo Renzi, che ne mise a capo Luigi Marroni, già direttore dell’Azienda Sanitaria di Firenze e poi assessore al diritto alla Salute della Regione Toscana, oggi nell’occhio del ciclone in veste di grande accusatore nelle inchieste delle procure di Roma e Napoli. Si tratta della gara per l’affidamento dei servizi di biglietteria e di vigilanza per i siti del Colosseo, Palatino-Foro romano e Domus Aurea, pubblicata l’8 febbraio 2017 e divisa in due appetitosi lotti, rispettivamente da 33 e 12 milioni di euro. Da subito inizia un vero e proprio calvario, con una sequenza grottesca di errata corrige: nel primo, del 20 febbraio, la data d’apertura della procedura di aggiudicazione viene rimandata dal primo marzo al 6 aprile; il 2 marzo errata corrige numero due, che permette ai partecipanti alla gara di effettuare sopralluoghi in loco dal 6 al 15 marzo previo appuntamento, con il conseguente slittamento del termine di richiesta alla Consip di eventuali informazioni o chiarimenti entro il 17 dello stesso mese; il 14 marzo errata corrige numero tre, su ben quattro punti del disciplinare di gara «a fronte di rilevati errori materiali», in particolare su audioguide, flyer e biglietterie; il 27 marzo un nuovo avviso di proroga, con rinvio del termine delle offerte dal 5 aprile al 25 maggio e, contestualmente, errata corrige numero quattro, che corregge l’errata corrige numero due. Tutto tristemente ma doverosamente documentato sul sito Consip. Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo? È auspicabile una maggiore serietà per le gare future considerando anche gli attuali regimi di proroga, in cui da anni operano Electa, Civita, Giunti e tanti altri concessionari?


Il secondo pasticcio riguarda il restauro finanziato da Tod’s, col faro dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, puntato sulla Cobar srl, aggiudicatrice lo scorso 17 febbraio del secondo lotto dei lavori, quello relativo ai sotterranei su cui sorgerà il nuovo piano di calpestio dell’arena, integralmente ricostruito come da volontà espressa dal ministro Franceschini (cfr. n. 348, dic. ’14, p. 8). Un lotto vinto con un ribasso del 30% e un’offerta di 3,5 milioni di euro. A creare problemi sarebbero da un lato i requisiti del direttore dei lavori, che si ipotizza siano arrivati solo dopo il rilascio della certificazione Soa (per gli appalti pubblici oltre i 150mila euro) che pure li esige e anche dopo la presentazione dell’offerta; dall’altro la tardiva ammissione, a seguito della deposizione di un pentito, di una richiesta di mazzette per lavori svolti al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. La Cobar, che vanta lavori importanti a Roma (Palazzo Barberini), Napoli (Palazzo Reale), Caserta (Reggia) e in altre parti d’Italia, rischia ora l’esclusione. La ditta arrivata seconda è quella stessa Aspera che al Colosseo ha già portato a termine il primo lotto, quello relativo alle facciate, dopo che la società Gherardi, vincitrice dell’appalto ma in difficoltà economiche, le aveva «affittato» il ramo d’azienda. Sarà di nuovo lei a eseguire i lavori?


Intanto il 21 aprile la sindaca Raggi, la cui giunta dopo quasi un anno brilla per immobilismo anche in campo culturale, annuncia un ricorso al Tar del Lazio per un presunto scippo di risorse alla città, per via del nuovo Parco archeologico. La risposta di Franceschini è durissima: «Da Raggi fake news come strumento di lotta politica. Le risorse derivanti dai biglietti del Parco archeologico del Colosseo contribuiranno per un 80% alla tutela e valorizzazione di tutti i Beni culturali statali presenti nel territorio di Roma e per un 20%, come già avviene dal 2015, per tutti i musei e i luoghi della cultura dello Stato, al sostegno dell’intero sistema museale nazionale. Esattamente come prima». Sentivamo il bisogno di simili polemiche? Non sarebbe meglio collaborare per risollevare una città in ginocchio? La chiosa del ministro è lapidaria: «Chi non ci crede può andare (o sarebbe potuto andare) a vedere il Dm 12 gennaio 2017 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 58 del 10.3.2017».

Federico Castelli Gattinara, 05 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio

Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas

Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi

Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale

Pasticciacci al Colosseo | Federico Castelli Gattinara

Pasticciacci al Colosseo | Federico Castelli Gattinara