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Una mostra racconta l’evoluzione del genere artistico dal Cinquecento al secolo scorso
- Stefano Luppi
- 22 maggio 2024
- 00’minuti di lettura


«L’orientale» (1942) di Alberto Savinio (particolare)
Da Cantore cinque secoli di ritratti
Una mostra racconta l’evoluzione del genere artistico dal Cinquecento al secolo scorso
- Stefano Luppi
- 22 maggio 2024
- 00’minuti di lettura
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«Il volto è la parte infinitamente meno fisica del corpo, fatto di sguardo, di contrazioni della bocca, di pieghe, di tutto quell’insieme di sottili attributi attraverso i quali l’anima si rivela nel corpo», così scrive l’argentino Ernesto Sabato (1911-2011) nel suo romanzo Sopra eroi e tombe. Il rapporto tra le sembianze e l’anima-psiche si evidenzia nella storia dell’arte attraverso il ritratto, genere che, nei secoli, ha cambiato le proprie caratteristiche: dagli schemi fissi dell’arte antica, si pensi ai ritratti del Fayyum di epoca egizia romana fino al Realismo ottocentesco, che diede vita anche alla «scienza» fisiognomica, sino all’interpretazione del volto nel ’900, metafora dell’imperscrutabilità umana.
Il forte interesse rivolto alla psicologia del soggetto ritratto si percepisce visitando la rassegna «Volti. Ritratti italiani dal XVI al XX secolo», dal 24 maggio al 29 giugno alla Cantore Galleria Antiquaria: in collaborazione con la Galleria d’Arte Frediano Farsetti di Milano, sono stati raccolti 24 pezzi, una dozzina di dipinti antichi e una di opere dell’Otto-Novecento, poste a confronto. Il percorso, curato da Pietro Cantore e Sonia Farsetti, si articola cronologicamente e presenta, tra gli altri, «Ritratto di gentildonna del Cinquecento» di Innocenzo da Imola, due ritratti del bolognese Bartolomeo Passarotti fino a pezzi settecenteschi napoletani firmati da Gaspare Traversi e Giuseppe Bonito. Proseguendo nel percorso spiccano i più recenti «Le due amiche» (1896) di Giovanni Boldini, «La fillette au lapin» (1922) di Gino Severini, «L’orientale» (1942) di Alberto Savinio e «Opera ubiqua» (1993) di Gino De Dominicis. Tra gli altri, anche lavori di Lavinia Fontana, Agostino Carracci, Felice Casorati, Massimo Campigli, Filippo de Pisis e Michelangelo Pistoletto.