Ho Tzu Nyen, «One or Several Tigers», 2017

Image

Ho Tzu Nyen, «One or Several Tigers», 2017

Ho Tzu Nyen esplora la tensione tra passato e presente

Al Mudam la retrospettiva dedicata all’artista e regista cinese dopo le tappe al Singapore Art Museum, all’Art Sonje Center di Seul e all’Hessel Museum of Art di New York

Fino al 24 agosto la mostra «Ho Tzu Nyen: Time & the Tiger» arriva in Europa, al Mudam di Lussemburgo, organizzata con il Singapore Art Museum, l’Art Sonje Center di Seul e l’Hessel Museum of Art di New York, musei che l’hanno già accolta tra il 2023 e il 2024. È la prima grande retrospettiva dedicata all’artista e regista, nato nel 1976 a Singapore, dove vive e lavora, noto per le sue installazioni che mescolano video e realtà virtuale ai riferimenti culturali classici più eclettici, dal Rinascimento italiano alla filosofia giapponese, dal cinema asiatico ai miti precoloniali. In questo modo Ho Tzu Nyen esplora la tensione tra passato e presente, interrogando la percezione e la comprensione della realtà

Ha iniziato il suo percorso artistico studiando arti figurative al Victorian College of the Arts dell’Università di Melbourne, in Australia, per poi accedere al programma di Southeast Asian Studies presso la National University of Singapore, ottenendo un Master of Arts nel 2007. In Italia l’abbiamo visto in particolare nel 2011 per aver rappresentato Singapore alla 54ma Biennale di Venezia con l’opera «The Cloud of Unknowing», presentata ora nella mostra del Mudam, un’installazione video che crea un ambiente sospeso di nuvole, in quell’occasione negli spazi del Museo Diocesiano di Santa Apollonia, ed esplora i temi della conoscenza e della spiritualità ispirandosi ai dipinti veneziani del Cinque e Seicento

La mostra allestisce altre opere maggiori, tra cui «T for Time» (2023), commissionata dal Singapore Art Museum, una doppia proiezione video che utilizza un sistema algoritmico per riorganizzare casualmente i contenuti, creando nuove configurazioni ad ogni riproduzione. Sono presentate storie aneddotiche sul tempo, i ricordi e le tradizioni di misurazione del tempo tra Asia e Europa. Nell’installazione «Hotel Aporia» (2019) l’artista ricrea gli interni di un ryokan, tradizionale locanda giapponese, popolato da figure che hanno vissuto la Seconda guerra mondiale, riproducendo scene di film iconici di Yasujiro Ozu degli anni ’40 e ’50, per esplorare la memoria storica e la cultura giapponese. È esposa anche «One or Several Tigers» (2017), un’installazione multimediale che combina video, animazione 3D e un sofisticato design sonoro e utilizza il simbolo della tigre nella storia del Sud-est asiatico, come punto di partenza per analizzare i concetti di colonialismo, potere e trasformazione culturale.

Luana De Micco, 24 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Ho Tzu Nyen esplora la tensione tra passato e presente | Luana De Micco

Ho Tzu Nyen esplora la tensione tra passato e presente | Luana De Micco