
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
L'immaginario visivo dell'esotismo nelle opere del parigino Musée du quai Branly
- Luana De Micco
- 29 gennaio 2018
- 00’minuti di lettura


«Afrique-Équatoriale française», di Jeanne Thil (1887-1968), 1935 © Musée du quai Branly - Jacques Chirac. Foto Enguerran Ouvray
Il Romanticismo del colonialismo
L'immaginario visivo dell'esotismo nelle opere del parigino Musée du quai Branly
- Luana De Micco
- 29 gennaio 2018
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliNell’importante collezione del parigino Musée du quai Branly-Jacques Chirac, dedicata alle civiltà non europee, figurano anche 500 opere pittoriche e grafiche, molte delle quali sono ancora poco note o del tutto inedite. Dal 30 gennaio al 28 ottobre, in occasione della mostra «Dipinti da lontano», è esposta una selezione di 220 tra tele e disegni.
La collezione è nata in piena epoca coloniale ed è stata a lungo conservata al Palais de la Porte Dorée, a Parigi, costruito per accogliere l’Esposizione coloniale internazionale del 1931. L’edificio ospitò prima il Musée des Colonies (1931-35), poi il Musée de la France d’Outre-Mer (1935-60), quindi il Musée des Arts africains et océaniens, che chiuse a sua volta i battenti nel 2003. A questo punto le collezioni furono trasferite nel futuro Musée du quai Branly, che sarebbe stato inaugurato nel 2006. Alla Porte Dorée, invece, dal 2007, si visita il Musée de l’Histoire de l’Immigration.
Le opere esposte nell’attuale mostra hanno un grande interesse storiografico: sono tanto oniriche quanto documentaristiche, sono sia immagini «romantiche» sia di propaganda coloniale. Il percorso si sviluppa in tre sezioni: la prima («Séduction des lointains») si concentra sull’immaginario visivo dell’esotismo con i paesaggi selvatici, i porti pittoreschi, le scene di mercati e le feste religose; la seconda («Altérité plurielle») propone ritratti tra stereotipi e approccio etnografico; la terza («Appropriation des lointains») mette in scena la potenza coloniale, con i ritratti degli esploratori e le scene di conquiste territoriali.

«Afrique-Équatoriale française», di Jeanne Thil (1887-1968), 1935 © Musée du quai Branly - Jacques Chirac. Foto Enguerran Ouvray