«L’attesa» (1920) di Ottone Rosai

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«L’attesa» (1920) di Ottone Rosai

Emergenti e disillusi, come gli anni Trenta

Nello studio dell’avvocato Giuseppe Iannaccone, Chiara Di Luca e Aronne Pleuteri dialogano con la collezione degli Anni ’30 sull’inutilità della guerra

Dopo i due anni di pausa imposti dalla pandemia, lo studio legale milanese Giuseppe Iannaccone e Associati (corso Matteotti 11) presenta dal 17 settembre al 25 novembre la mostra «Caos calmo», a cura di Daniele Fenaroli e Gloria Vergani. Ottavo appuntamento del progetto «IN PRATICA», il percorso espositivo mette in dialogo artisti emergenti con opere della Collezione di Giuseppe Iannaccone, celebre avvocato e appassionato collezionista di arte italiana «dissidente» realizzata tra le due guerre, sezione implementata con recenti acquisizioni, e di arte contemporanea.

I protagonisti dell’ottava edizione sono Chiara Di Luca (Milano, 1996) e Aronne Pleuteri (Erba, 2001), due giovani artisti che, come accade ai neoavvocati che «fanno pratica» negli studi legali accanto ai «veterani», sono affiancati qui (per la prima volta) da autori degli anni Trenta della Collezione Iannaccone. Il confronto non è più, come per i precedenti appuntamenti, con affermati artisti contemporanei, ma con opere di Scipione, Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Aligi Sassu (allora giovani anch’essi), con cui scatta un’inattesa complicità.

«In occasione di questa edizione di “In Pratica”, spiega Iannaccone, ho voluto che i due giovani artisti prescelti, Chiara Di Luca e Aronne Pleuteri, si confrontassero con alcune opere della mia raccolta degli anni Trenta, perché sono lavori di grande umanità e straordinariamente attuali, parlano della guerra, della sua inutilità, della sofferenza umana, ma anche e direi principalmente di come anche un grande dolore possa ispirare poesie sublimi al vero artista. Credo che su questo i giovani artisti debbano riflettere».

I lavori sul tema di Persefone di Chiara Di Luca e quelli su Nietzsche e Zarathustra di Pleuteri dialogano con naturalezza con i dipinti di coloro che hanno attraversato un tempo disilluso e complesso come il nostro, suscitando una profonda riflessione sull’inutilità della guerra. «Con mia grande sorpresa, commenta Iannaccone, ho scoperto due talenti nascenti che si sentono estremamente vicini agli artisti degli anni Trenta».

«Gli sposi» (1939) di Tomea Fiorenzo

«Due fantasmi tentano di picchiarsi ma sono incorporei» (2022) di Aronne Pleuter

«L’attesa» (1920) di Ottone Rosai

Ada Masoero, 16 settembre 2022 | © Riproduzione riservata

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