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«Vedo nudo» è un viaggio irriverente tra nudità storicizzate e multimediali
- Stefano Miliani
- 05 luglio 2019
- 00’minuti di lettura


Due scatti di Piero Gemelli: «Together», del 1990. Collezione privata
Sedurre col sorriso alla Palazzina Azzurra
«Vedo nudo» è un viaggio irriverente tra nudità storicizzate e multimediali
- Stefano Miliani
- 05 luglio 2019
- 00’minuti di lettura
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliPrendetelo come un viaggio irriverente dal ’900 al tempo dei selfie «Vedo nudo. Arte tra seduzione e censura», alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto dal 6 luglio al 6 ottobre.
Seduzione, censura, rivendica il titolo, ma vale esaltare la benefica vena ironica impressa alla mostra dalle curatrici, Elisa Mori e Giorgia Berardinelli dell’associazione maceratese Verticale d’Arte (che pubblica anche il catalogo), affiancate nella curatela da Stefano Papetti che dirige i Musei Civici di Ascoli Piceno.
La rassegna conclude una trilogia espositiva per l’estate promossa negli anni passati dal Comune e comprende dipinti, disegni, sculture, foto, immagini, video. Ne dà conto la presidente di Verticale d’Arte Elisa Mori: «La nostra non è una dissertazione sul nudo quanto un excursus. Partiamo da opere storicizzate come un magnifico nudo di un giovane Osvaldo Licini poco esposto, un Cagnaccio di San Pietro del 1927, per passare da due tagli in bronzo di Lucio Fontana fino all’oggi con interventi come “Peepshow”, opera multimediale di Rino Stefano Tagliafierro dove opere antiche sono inserite in un ambiente erotico e sensuale».
Per il timbro ironico la curatrice rimanda al giovane in bronzo con smartphone del gruppo The Bounty Killart o al baccanale pop del pittore Giuseppe Veneziano. Rimanda invece a una censura sociale pervasiva la modella anoressica fotografata da Oliviero Toscani. E per la seduzione? Elisa Mori invita a guardare la coppia di modelle unite da una cerniera di Piero Gemelli.

Due scatti di Piero Gemelli: «Together», del 1990. Collezione privata