Le elezioni presidenziali statunitensi sono entrate nel vivo dopo il ritiro del presidente Joe Biden e il conseguente subentro della vicepresidente Kamala Harris come candidata democratica contro Donald Trump. Questa mossa ha rinvigorito il Partito Democratico e la campagna di Harris ha ottenuto 200 milioni di dollari di donazioni solo nella prima settimana. Il sostegno è arrivato in particolare dal mondo dell’arte e della cultura, con artisti come Carrie Mae Weems e Shepard Fairey che hanno realizzato cartelloni e altre opere per promuoverne l’elezione, e collezionisti e filantropi che hanno dato il loro contributo attraverso le donazioni. Agnes Gund, presidente emerita del Museum of Modern Art (MoMA) di New York e nota filantropa, che già aveva venduto un’opera di Roy Lichtenstein per finanziare la riforma della giustizia penale, afferma che Harris «rappresenta opportunità e ottimismo». E prosegue: «Tutelerà tutto il patrimonio artistico e culturale degli Stati Uniti e dei suoi cittadini a livello nazionale e internazionale».

Il 27 agosto l’Autorità israeliana per le antichità ha annunciato l’apertura al pubblico a partire da ottobre di due tombe romane di epoca imperiale, risalenti a circa 1.700 anni fa e decorate con pitture murali raffiguranti figure mitologiche greche. Le tombe, ubicate nei pressi del porto di Ashkelon, nella parte occidentale del Paese, sono state scoperte a distanza di oltre mezzo secolo l’una dall’altra. La prima, risalente al IV secolo e decorata con rappresentazioni di ninfe con le teste ornate da corone di fiori di loto, bambini che suonano flauti e vari uccelli e animali, è  stata portata alla luce negli anni ’30 da una spedizione britannica. La seconda, risalente al II secolo e utilizzata per la sepoltura di diverse generazioni di una famiglia aristocratica, è stata scoperta negli anni ’90 dall'archeologa israeliana Elena Kogan-Zehavi. 

Il Rijksmuseum ha acquisito una rara prima edizione di un libro illustrato di storia naturale sul Suriname che all’epoca della sua pubblicazione valse alla sua autrice aspre critiche. Il Metamorphosis Insectorum Surinamensium (1705) di Maria Sibylla Merian (1647-1717) è considerato un «punto culminante» della stampa antica, perché ritrae insetti esotici in un’epoca in cui gli europei erano desiderosi di esplorare, dare un nome e comprendere il mondo. Composto da 60 descrizioni e tavole colorate a mano, il volume fu criticato per errori biologici e per lo «sfruttamento» delle conoscenze delle popolazioni indigene e degli schiavi. «Non conosco altri esempi di una donna naturalista che abbia intrapreso un simile viaggio a cavallo tra XVII e XVIII secolo per poi produrre un libro così bello», afferma il curatore delle collezioni della biblioteca del Rijksmuseum Alex Alsemgeest. «A quel tempo la maggior parte delle critiche riguardarono il suo approccio scientifico e il fatto che l’autrice non menzioni mai i nomi di chi le fornì le informazioni di cui aveva bisogno... A essere onesti, probabilmente non fu tanto per questi motivi quanto per il fatto che fosse una donna».

Il 4 settembre la curatrice indipendente e consulente d’arte contemporanea Marie-Ann Yemsi assumerà l’incarico di direttrice del centro d’arte Villa Arson di Nizza. Succede a Éric Mangion, direttore dal 2006 al 2023, passato ora alla testa del Frac Occitanie Montpellier. Laureata in scienze politiche, francese di origine tedesca e camerunense, Yemsi «presta particolare attenzione alle produzioni teoriche, critiche ed estetiche del Sud globale e sviluppa programmi artistici multidisciplinari all’incrocio tra arti visive, performance, danza, musica e scrittura». Nel 2005 ha fondato Agent Créatif(s), un laboratorio di produzione culturale e consulenza d’arte contemporanea dedicato alla promozione di artisti emergenti provenienti dall’Africa e dalle sue diaspore. Ha curato numerose mostre ed è stata direttrice artistica dell’11ma edizione dei Rencontres de Bamako-Biennale Africaine de la Photographie (2017-18) e curerà la 19ma edizione di Momenta Biennale de l’image, che si terrà a Montreal nell’autunno del 2025. Vincitrice del programma di residenza di Villa Albertine, realizzerà un progetto di ricerca negli Stati Uniti all’inizio del 2025.

A Milano il Forum Cultura 2024 (Mudec, 4-6 settembre) si propone come un momento di riflessione e condivisione rivolto ad esplorare le molteplici dimensioni del panorama culturale contemporaneo, dalle arti visive alle arti performative, passando per biblioteche e musei. Il programma prevede tre giorni di incontri, dibattiti e tavoli di lavoro, progettati per stimolare la collaborazione tra cittadini, esperti del settore e operatori culturali: durante le mattinate, i tavoli di lavoro a porte chiuse permetteranno un confronto diretto e approfondito su una vasta gamma di temi tecnici e strategici. I pomeriggi, invece, saranno aperti al pubblico e trasmessi in diretta streaming, per consentire una più ampia partecipazione e condivisione delle idee discusse. 

La secolare processione a Viterbo, la sera del 3 settembre, della «Macchina di Santa Rosa», che fonde liturgia e spettacolo in onore della patrona di Viterbo Santa Rosa morta nel 1251, è un evento internazionale che si svolge tra piazze e vie affollate. È una torre illuminata, alta 28 metri, peso 50 quintali, trasportata da 153 «facchini»: uomini «devoti alla santa e animati da fede e amore». Esempio d’ingegneria avanzata, è uno spettacolare modello ideato dall’architetto Raffaele Ascenzi, ex «facchino». È costruita con leghe leggere e molto resistenti: fibra di carbonio, acciaio e alluminio. La macchina è una vera «cattedrale da trasporto», che incorpora elementi architettonici gotici e barocchi con dettagli luminosi e decorazioni di artisti. Dal 2013 il Trasporto della Macchina di Santa Rosa è nella lista Unesco, Patrimonio Culturale Immateriale. Suggestivo il cammino difficile e complesso dei 153 facchini che si tramandano il titolo da una generazione all’altra nella notte di «Sollevate e fermi!»: il primo grido-comando del capofacchino per gli uomini che portano a spalla la Torre luminosa. Questa sera è Luigi Aspromonte, che da 34 anni trasporta la macchina, come il nonno, il padre e il figlio.

A Bologna, il 5 settembre, aprirà ufficialmente le sue porte al pubblico Grand Tour Italia, un parco enogastronomico che in 50mila metri quadrati celebra la biodiversità culturale e gastronomica delle 20 regioni italiane. Grand Tour Italia offre un viaggio attraverso il cibo, l'arte, le tradizioni e l’intrattenimento, in un ambiente che fonde educazione, divertimento e sostenibilità. Ogni regione ha uno spazio dedicato che comprende un’area paesaggistica e di promozione turistica, un’osteria tipica, un mercato con prodotti regionali e un’area didattica. Ad alcuni partner di rilievo come la Scuola Holden, Coldiretti e Slow Food è stata affidata la narrazione di storia, cultura, agricoltura e biodiversità enogastronomica.