NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 06 GIUGNO 2024

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GIOVEDÌ 6 GIUGNO 2024

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Il nuovo Bm_Arc, progettato dallo studio britannico John McAslan + Partners, si trova a 44 miglia a ovest di Londra. (© Hufton+Crow); «Natura morta con prosciutto», di Floris van Schooten. © RMN – Grand Palais (Musée du Louvre) Tony Querrec; l’edificio che ospitava la casa e lo studio di Anker apparteneva alla sua famiglia da sette generazioni. Foto © Alexander-Jaquemet; particolare della «Croce delle Misericordie» di Andrea del Castagno restaurata

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Il British Museum inaugura una nuova struttura per la conservazione e la ricerca: si chiama BM_ARC

Il 7 giugno il British Museum inaugura nel Berkshire una nuova struttura (BM_ARC) per la conservazione e la ricerca, destinata a ospitare 1,3 milioni di oggetti circa e a servire sia gli studiosi sia, a partire dall’autunno, il grande pubblico. Situato a circa 70 chilometri a ovest di Londra, il nuovo edificio, dal costo di 64 milioni di sterline, è stato progettato dallo studio britannico John McAslan + Partners e sarà gestito in collaborazione con l’Università di Reading. «Offrirà un approccio radicalmente diverso alla conservazione dei musei, facilitando la ricerca e lo studio da parte di accademici e pubblico», si legge nel comunicato del museo. Questa prima fase del piano, descritto come «uno dei più significativi progetti di riqualificazione culturale mai intrapresi», aumenterà l’accessibilità ad alcuni degli «oggetti storici più importanti» del Regno Unito, tra cui sculture antiche, mosaici e calchi storici.

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Due nature morte seicentesche restituite agli eredi dei legittimi proprietari, che le «ridonano» al Louvre

Due nature morte seicentesche, razziate durante l’occupazione nazista ed esposte al Louvre dagli anni Cinquanta perché non si riusciva a trovare il proprietario, sono state restituite ai 48 eredi di una famiglia ebrea che ne hanno fatto dono al museo parigino. La maggior parte degli eredi, insieme ai loro figli e nipoti, si sono riuniti il 4 giugno per vedere i due dipinti, «Natura morta con prosciutto» di Floris van Schooten e «Cibo, frutta e bicchieri su un tavolo» di Peter Binoit, datati entrambi tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Seicento. Le opere sono esposte al pubblico al Louvre a partire dal 5 giugno, insieme a documenti storici sulla famiglia che le possedeva. Si tratta di «un dovere di memoria nei confronti della mia famiglia, che è stata derubata e perseguitata, e la cui storia parla alle generazioni di oggi», ha dichiarato all’Agence France Presse una dei legittimi proprietari. Ha spiegato di essere stata «il punto di contatto per tutti i passaggi che hanno portato a questo risultato dopo un sacco di duro lavoro e di energia». A suo avviso, questa mostra «testimonia di un gruppo ricco e interessante di persone che durante la Rivoluzione sono state rese cittadini francesi a tutti gli effetti e che hanno avuto destini molto diversi; alcuni di essi sono stati deportati e hanno combattuto fino alla fine; altri hanno resistito, si sono nascosti e sono sfuggiti alla rete», ha dichiarato.

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Antiche vestigia scoperte nel centro di Vibo Valentia

Alcune testimonianze archeologiche, riferibili alle fasi di frequentazione romana della città di Vibo Valentia, sono state scoperte nel quartiere di Sant’Aloe, all’interno del Parco archeologico urbano. Lo ha reso noto la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo, di concerto con l’Amministrazione comunale di Vibo. La scoperta è avvenuta durante i lavori di adeguamento sismico della scuola «Murmura», condotti con la supervisione della Soprintendenza, sotto il coordinamento scientifico del funzionario archeologo Michele Mazza. Durante le operazioni di scavo, che si sono da poco concluse e che hanno interessato i livelli di fondazione dell’edificio, sono stati esplorati 32 vani al piano terra. Al di sotto del piano pavimentale, rende noto la Soprintendenza, «sono stati portati alla luce dei significativi riempimenti di terra, risparmiati dai cavi di fondazione dell’edificio, che in alcuni casi hanno mantenuto intatta la stratigrafia archeologica dell’area. Di notevole interesse sono risultati tredici di questi vani, che hanno restituito una gran quantità di reperti e manufatti murari».

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A Ins in Svizzera riapre la casa natale di Albert Anker

Il pittore svizzero Albert Anker ha immortalato la vita rurale di Ins, il villaggio tra Berna e Neuchâtel dove nacque nel 1831 e morì nel 1910. La sua casa, rimasta alla famiglia per sette generazioni e praticamente immutata dalla sua morte, sarà aperta ai visitatori a partire da domani 7 giugno. Un nuovo edificio in legno nel giardino, progettato dall’architetto Marcel Hegg, servirà da spazio espositivo per i disegni e gli acquerelli di Anker; si tratta di lavori rimasti in famiglia, che nel 1994 sono stati donati alla Stiftung Albert Anker Haus da Matthias Brefin, pronipote dell’artista. Poiché Anker non li ha mai venduti, sono molto meno conosciuti dei suoi dipinti, la maggior parte dei quali si trova in musei svizzeri e in importanti collezioni private. La mostra inaugurale, «Luce del Sud», aperta fino al 29 settembre, si concentrerà sui suoi viaggi in Italia.

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A luglio riaprirà parzialmente a Pistoia il Museo Marino Marini

All’inizio di luglio, a quattro anni dalla chiusura per restauri, riaprirà a Pistoia una parte del Museo Marino Marini. L’apertura parziale riguarderà il piano terra dell’edificio e l’attigua Chiesa del Tau che esporrà alcuni delle più importanti sculture dell’artista. Per l’apertura completa del museo è necessaria la messa a norma della struttura, con la sostituzione del vecchio sistema antincendio e di tutti gli impianti elettrici oltre all’adeguamento delle uscite di sicurezza. La spesa prevista è di 400mila euro.

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Nel centro di Bari rinvenuta una tomba con sarcofago

Durante i lavori per l’allargamento della rete del gas nella città di Bari, in via Cardassi, nei pressi della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, gli operai dell’azienda municipale Retegas si sono imbattuti in una «sorpresa» sicuramente inaspettata: dei reperti archeologici. Più precisamente in quella che sembrerebbe una tomba con un sarcofago che, dalle prime verifiche e analisi, apparterrebbe all’epoca romana-preromana, nel contesto dell’antica necropoli «sepolta» della città. Gli interventi degli operai sono stati immediatamente fermati e l’area, oltreché il sarcofago, è stata presa in custodia dalla Soprintendenza ai Beni Culturali che si occuperà delle analisi e dello studio dei reperti, per riuscire a individuare tipologia e periodo di appartenenza.

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Ritrovato un «San Giovanni Evangelista» di Girolamo Negri il Boccia rubato nel 1975

È stato ritrovato un «San Giovanni Evangelista» di scuola bolognese del Seicento rubato quasi 50 anni fa dal Conservatorio di Santa Maria del Baraccano di Bologna, nel 1975. Grazie a un intervento congiunto della Procura di Milano e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna, l’opera è ora tornata nel capoluogo felsineo, al sicuro nella Quadreria di Asp-Aziende pubbliche di servizi alla persona. Il dipinto a olio su tela ovale, realizzato dal pittore bolognese Girolamo Negri, detto il Boccia (1648-1718), era stato venduto insieme alla cornice lignea da una casa d’aste milanese. Il suo recupero, ha spiegato Giuseppe De Gori, comandante del  Nucleo tutela beni culturali di Bologna, «si è dimostrato più complicato del previsto in quanto l’opera era già stata venduta a un ignaro acquirente che a sua volta la stava facendo restaurare. Per identificare il quadro si è dimostrato fondamentale il confronto con una fotografia, scattata all’epoca, presente nella banca dati dei beni illecitamente sottratti che ha permesso a una squadra di storici dell’arte di identificarla correttamente».

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Restaurata la «Croce delle Misericordie» di Andrea del Castagno

La Croce dipinta, detta delle Misericordie (post 1454-ante 1457) di Andrea del Castagno è tornata a splendere grazie al restauro commissionato dal fiorentino Comitato dei Cento. L’intervento è stato presentato il 5 giugno nella Sala dell’Annunciazione del Convento della SS.ma Annunziata a Firenze. Come ogni anno il Comitato dei Cento, con la sua presidente Maria Oliva Scaramuzzi, ha selezionato una realtà fiorentina a cui destinare il proprio impegno nel restauro. Per questa edizione 2024 la scelta è andata alla Basilica della SS.ma Annunziata, per molti la Chiesa dei fiorentini: «È sempre per noi fondamentale, dice la presidente Oliva Scaramuzzi, restituire a Firenze opere e luoghi restaurati e ripristinati; è un grande onore per il Comitato dei Cento poter, senza parole, ma con i fatti raggiungere i propri obiettivi di sostegno e valorizzazione di luoghi e realtà amate dai cittadini». Grazie all’intervento di restauro, commissionato dal Comitato, è stato possibile riportare alla sua bellezza originale un esemplare molto raro e poco noto di pittura pienamente rinascimentale. 

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In due vetrate al Teatro Due di Parma Paladino raffigura i maggiori drammaturghi di sempre

Sulla scia di autori che lungo l’intera storia dell’arte si sono dedicati alle vetrate utilizzate per trasmettere messaggi (le più antiche integre, del 1130 ca, sono nella Cattedrale di Augusta, in Germania e ritraggono figure dell’Antico Testamento), Mimmo Paladino (Paduli, 1948) propone dal 6 giugno due nuovi lavori al Teatro Due di Parma. L’opera, realizzata nell’ambito del progetto «Arcipelaghi 2024» di Reggio Parma Festival, è composta da due ampie vetrate che richiamano alcuni dei più grandi autori del teatro di ogni tempo. L’artista campano raffigura Euripide, Shakespeare, Molière, Eduardo De Filippo, Carmelo Bene fino ai contemporanei Sarah Kane e Tennessee Williams, attraverso volti e maschere inseriti in un sistema di segni, linee e strutture colorate che restituisce il complesso mondo della storia del teatro. Paladino, peraltro, oltre a non essere nuovo alle collaborazioni teatrali, ha già partecipato in passato al Reggio Parma Festival realizzando il «Sipario d’artista», collocato al Teatro Regio, uno dei principali d’opera attivi in Europa.

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Domani 7 giugno viene riaperto il Museo Archeologico Regionale di Centuripe

Il 7 giugno, alle ore 17, a Centuripe (Enna), verrà riaperto, dopo dieci anni, il Museo Archeologico Regionale. È il frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra le istituzioni: l’Assessorato per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana, il Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci e il Comune di Centuripe. A pochi anni dal rientro della celebre «Testa di Augusto», altro obiettivo centrato e fortemente voluto dall’Amministrazione, il rilancio nella sua piena integrità e ricchezza di una delle strutture archeologiche più importanti della Sicilia rappresenta l’essenza stessa delle politiche di sviluppo turistico, culturale ed economiche portate avanti nel piccolo comune ennese. A precedere la manifestazione, il 6 giugno dalle 9 alle 13 il Museo sarà visitabile eccezionalmente per gli studenti di Centuripe. 

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Un nuovo allestimento per la Casa Museo Matteotti a Fratta Polesine

Per non dimenticare i 100 anni trascorsi dall’assassinio di Giacomo Matteotti, l’omonima Casa Museo a Fratta Polesine riapre l’8 giugno dopo una serie di interventi di restauro e di completo riallestimento del percorso museale. Il progetto di ristrutturazione è stato affidato allo studio di architettura 120grammi, mentre il ripensamento e l’aggiornamento del percorso narrativo sono a cura di Luca Molinari Studio, team guidato dal professor Luca Molinari, ordinario di Teoria e Progettazione dell’Architettura presso la Seconda Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli», con la supervisione del professor Giampaolo Romanato, presidente del Comitato Scientifico della Casa Museo, e della Direttrice dello stesso, la dottoressa Maria Lodovica Mutterle. «Abbiamo immaginato la sequenza espositiva della Casa-Museo di Giacomo Matteotti appoggiandoci da una parte all’impianto della casa esistente e dall’altra a una suddivisione tematica che offra al visitatore una lettura più completa, trasversale e coinvolgente del suo personaggio», spiega il professor Molinari.

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Ad Ostia antica nuove scoperte di oggetti della vita quotidiana

Nuovi frammenti archeologici di oggetti utilizzati nella vita imperiale e legati ai rituali del culto emergono dagli scavi nell’Area Sacra del Parco archeologico di Ostia antica. La scoperta, che segue il recupero di due frammenti dei Fasti Ostienses venuti alla luce nel 2023, è avvenuta nel corso di un recente intervento, attuato con fondi Cipe, e finalizzato alla risistemazione generale dell’area per la sua prossima riapertura al pubblico con il restauro dei templi e il ripristino delle canalizzazioni che garantivano lo smaltimento delle acque meteoriche. Durante lo svuotamento di un pozzo profondo circa 3 metri posto davanti alla scalinata del tempio di Ercole, è emersa una cospicua quantità di reperti databili in gran parte tra la fine del I e il II secolo d.C., molto ben conservati in quanto immersi in un fango povero d’ossigeno. Si tratta di ceramiche di varia tipologia, anche miniaturistiche; di lucerne, di frammenti di contenitori in vetro, lacerti di marmo, ossa animali combuste e noccioli di pesca, sicuramente utilizzati in specifici rituali sacri all’interno dell’area archeologica.

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L’Associazione Archivio Storico Olivetti e il Polo del ’900 propongono un incontro nell’ambito di Archivissima

Il 6 giugno alle ore 18.00, presso la sede del Polo del ’900 di Torino, verranno presentati gli archivi fotografici dell’Associazione Archivio Storico Olivetti pubblicati sulla piattaforma 9centRo. Dopo i saluti di Gaetano Tondo, Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, dialogherà con Gianni Oliva e Stefania Ricci, curatori della mostra fotografica «Archivi emozionali» che con l’occasione verrà aperta al pubblico. L’evento si inserisce nella cornice di Archivissima 2024, primo festival italiano dedicato alla promozione dei patrimoni conservati negli archivi storici di enti, istituzioni e imprese. Fino al 9 giugno, infatti, un ricco programma di appuntamenti si susseguiranno nel capoluogo piemontese. Per il palinsesto completo, consultare il sito.

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Si chiama «Artown» il nuovo progetto immobiliare del Gruppo Building nel centro di Milano

Un nuovo progetto di architettura residenziale prende vita nel centro di Milano, nel cuore dei Navigli, nelle vicinanze del Parco Segantini. Arte e architettura si fonderanno nel progetto immobiliare «Artown», realizzato dal Gruppo Building per creare un connubio unico, dando vita a opere e installazioni artistiche che dialogheranno con gli ambienti interni ed esterni del complesso, con una particolare attenzione alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale. Il progetto, sviluppato dallo studio DFA Partners di Daniele Fiori in collaborazione con Boffa Petrone & Partners e commercializzato da Oneshot Real Estate Solutions, prevede il recupero di un vecchio fabbricato industriale in via Crollalanza e la creazione di un complesso residenziale su tre livelli con un intervento dell’artista Vincenzo Marsiglia e la curatela di Beatrice Audrito.

Redazione, 06 giugno 2024 | © Riproduzione riservata