NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 06 MAGGIO 2024

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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: l’«Ecce Homo» di Caravaggio in prestito al Prado (particolare); un render del «playground» al Museo Pecci di Prato; alcuni reperti dagli scavi dell’antica Finziade; particolare della «Madonna con il Bambino» di Andriolo de Santi, ora esposta alle Gallerie dell’Accademia a Venezia

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Il Getty Museum respinge il verdetto della Corte Europea dei Diritti Umani sull’Atleta di Fano ed è pronto a dare battaglia

Il Getty respinge il verdetto della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo che giovedì ha dato ragione all’Italia. Il museo californiano, che solo qualche giorno fa ha restituito alla Turchia una testa di bronzo rubata, è pronto a dare battaglia per tenersi l’Atleta Vittorioso, una statua di bronzo trovata nel 1964 al largo delle Marche e da anni contesa dalle autorità italiane. «Pensiamo che la proprietà da parte del Getty da oltre 50 anni di un’opera d’arte che non è stata creata da un artista italiano, né è stata trovata in territorio italiano, sia giusta, etica e in linea con la legge americana e il diritto internazionale», ha replicato il museo in un comunicato in cui si dice pronto a «continuare a difendere il possesso in tutte le sedi appropriate».

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Il Mose a Venezia non può essere l’unica soluzione: «Il sollevamento continuo mette a rischio l’ecosistema»

A Venezia il 2024 verrà ricordato come un anno da record di acqua alta con 79 casi di marea superiore agli 80 cm registrati solo nei primi quattro mesi, inclusi 14 episodi di marea eccezionale evitati dal sollevamento del Mose. Nel 2023 i casi fino ad aprile sono stati 24, quasi tre volte meno. Se si aggiungono i primi due giorni di maggio siamo a 81 casi superiori agli 80 cm, record assoluto dal 1872. «E il Mose?». La barriera protettiva si alza per ora solo con una marea prevista superiore ai 120 cm e soltanto quando verrà ultimata scatterà a 110 cm. Ma, come scrivevano i ricercatori del Cnr Georg Umgiesser e Davide Tagliapietra in un loro saggio, «Venice and its lagoon fin de siècle», pubblicato qualche mese fa dalla casa editrice Springer Nature sul periodico «Regional Environmental Change»: «Più aumenta il livello del mare e più verrà sollevato il Mose, ma con delle conseguenze perché mancherebbe lo scambio di materiale genetico con il mare».

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L’«Ecce Homo» di Caravaggio in prestito al Prado

Dal prossimo 28 maggio fino a ottobre il Museo Nacional del Prado a Madrid esporrà, in uno speciale allestimento, l’«Ecce Homo» di Caravaggio, grazie a un accordo con la galleria Colnaghi. Dipinta dal Merisi intorno al 1605-09 e già nella collezione privata di Filippo IV di Spagna l’opera negli ultimi due secoli era rimasta di proprietà della famiglia spagnola Pérez de Castro Méndez. Dall’aprile 2021, quando il Museo del Prado ha segnalato al Ministero della Cultura spagnolo l’importanza del dipinto in seguito alla sua ricomparsa presso la casa d’aste Ansorena, dov’era comparso con l’attribuzione alla cerchia di Jusepe de de Ribera, l'opera è stata affidata alla custodia di Colnaghi, in collaborazione con Filippo Benappi (Benappi Fine Art) e Andrea Lullo (Lullo Pampoulides) ed è stata restaurata dallo specialista Andrea Cipriani e dal suo team sotto la supervisione di esperti della Comunità di Madrid. I risultati sono stati raccolti in una pubblicazione che sarà disponibile dopo la presentazione dell’opera. Il dipinto è stato studiato da Maria Cristina Terzaghi, Gianni Papi, Giuseppe Porzio e Keith Christiansen, che hanno approfondito le circostanze della sua scoperta, la provenienza, gli aspetti stilistici, tecnici e iconografici dell'opera, la sua fortuna critica e l'eredità del maestro a Napoli. I quattro esperti condividono la stessa certezza: l'«Ecce Homo» è un capolavoro di Caravaggio.

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Rinnovato l’accordo di collaborazione tra Cnr-Ino e Opificio delle Pietre Dure

A 25 anni dalla firma della prima convenzione, Cnr-Ino (Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto  Nazionale di Ottica) e Opificio delle Pietre Dure di Firenze (Ministero della Cultura) rinnovano l’accordo di collaborazione per un obiettivo «ambizioso ma realistico»: quello di creare, insieme, un laboratorio integrato di indagini chimico-fisiche dotato di strumentazioni uniche e innovative per la realizzazione di nuove conoscenze per la conservazione e il restauro delle opere d’arte. Nel 1998, la prima convenzione tra Cnr-Ino e Opd aveva dato vita al primo laboratorio scientifico di ricerca in Europa, frutto della collaborazione tra i Ministeri dei Beni Culturali, dell’Università e della Ricerca. Da allora professionisti della conservazione dei beni culturali e scienziati hanno unito le proprie competenze per creare soluzioni innovative e non invasive che hanno rivoluzionato le tecniche del restauro. «Un prototipo che ha ispirato la creazione di E-Rihs, infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio che, grazie a queste basi, avrà la sua sede a Firenze», afferma Emanuela Daffra, soprintendente ad interim all’Opificio delle Pietre Dure.

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Un nuovo playground permanente per bambini e ragazzi al Museo Pecci di Prato

Grazie a un concorso per idee indetto nel gennaio 2023, la coppia di giovani architetti toscani Ecòl e il designer di giocattoli e illustratore residente ad Amsterdam Luca Boscardin hanno realizzato al Centro per larte contemporanea Luigi Pecci, con la collaborazione degli esperti di partecipazione Sociolab, un nuovo playground permanente per bambini e ragazzi, «L’Anima(le) del museo». Ribadendo le finalità pubbliche e partecipative del Centro, il nuovo spazio ne anima l’esterno in prossimità del percorso di ingresso, coprendo l’area interstiziale di 675 mq che si apre tra ledificio originario progettato da Italo Gamberini e la sua espansione ad anello, detta «il grande piercing», inaugurata da Maurice Nio nel 2016. Con le sue forme geometriche e colorate, il playground rievoca in pianta un animale fantastico da cui emergono elementi tridimensionali che suggeriscono parti del corpo come la bocca, le antenne, gli artigli e la coda, pensati come «sculture abitabili» che invitano i bambini a un primo e ludico contatto con l’arte e la creatività. Il progetto è stato sviluppato attraverso un processo di co-design sul tema degli animali fantastici che ha coinvolto grazie a una serie di laboratori 16 classi di scuole elementari e medie della città. Promosso dal Comune, «L’Anima(le) del museo» si situa nell’ambito del progetto «Ciel’in Città», ideato per la Fondazione per le arti contemporanee in Toscana da Irene Innocente, coordinatrice del Dipartimento educazione del Centro Pecci.

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Annunciati date e tema dell’Esposizione Internazionale 2025 alla Triennale di Milano

La 24ma Esposizione Internazionale di Triennale Milano si terrà dal 17 maggio al 16 novembre 2025. La presentazione ufficiale avrà luogo l’11 settembre prossimo ma in occasione dell’apertura di ArchWeek 2024, il 3 maggio scorso, il presidente di Triennale Milano, Stefano Boeri, ne ha annunciato il tema, quanto mai urgente. «Inequalities. How to mend the fractures of humanity» è il titolo di questa edizione, che coinvolgerà artisti, designer, architetti, progettisti da tutto il mondo, invitati a confrontarsi sulle vie percorribili per ridurre le diseguaglianze che affliggono la popolazione mondiale. Nel pomeriggio dell’11 settembre si terrà anche una tavola rotonda (primo appuntamento del public program «Verso la 24ma Esposizione Internazionale») sul tema intelligenza artificiale e diseguaglianze, cui interverranno designer, studiosi, ricercatori ed esperti che offriranno diversi spunti di riflessione, che saranno poi approfonditi nel corso della manifestazione.

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Scavi archeologici per ricostruire l’impianto dell’antica città di Finziade, nell'agrigentino

Parte una nuova stagione di ricerche archeologiche sul monte Sant’Angelo di Licata (Ag), per ricostruire l’impianto urbanistico dell’antica Finziade, ultima fondazione greca in Sicilia (282 a.C.). Ricercatori, archeologi e studenti tornano in cantiere dal 6 al 31 maggio, a dieci anni dagli ultimi interventi nella città ellenistico-romana che custodisce mura di abitazioni alte fino a 2 metri. Oltre al team di specialisti, prenderanno parte ai lavori 50 alunni del liceo e dell’istituto Fermi di Licata, gli studenti di archeologia delle Università di Catania, Palermo, Napoli, Roma, Milano e 25 volontari di associazioni archeologiche del luogo.

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Lo Stato acquista da Longari Arte Milano una Madonna con Bambino di Andriolo de Santi per le Gallerie dell’Accademia

Una «Madonna con il Bambino» di Andriolo de Santi, già collezione Bardini e poi entrata nella galleria antiquaria milanese Longari Arte, è ora stata acquistata dallo Stato per le Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove sarà presto allestita in esposizione permanente. Nella collezione di Stefano Bardini la si trova a partire dall’inizio del Novecento; fu poi venduta all’asta a New York nell’aprile del 1918.

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Nagasawa da Building, da Moshe Tabibnia e alla Casa degli Artisti

Mentre da Building è in corso, fino al 20 luglio, la grande retrospettiva «Hidetoshi Nagasawa 1969-2018», curata da Giorgio Verzotti ed estesa (fino al 25 maggio) anche alla Galleria Moshe Tabibnia, dall’8 maggio al 4 giugno la Casa degli Artisti, una vera fucina del contemporaneo, restaurata e riaperta nel 2019 dal Comune di Milano, propone un ulteriore approfondimento, sempre a cura di Giorgio Verzotti e in collaborazione con Building, sul lavoro dell’artista, giapponese d’origine ma nato in Cina e naturalizzato italiano, aprendo le porte dello studio che Nagasawa (1940-2018, in Italia dal 1967) occupò in questo edificio tra il 1978 e il 2007, e intitolandolo a lui. Qui sono esposti alcuni suoi lavori (disegni, maquette, calchi e la scultura «Compasso d’Archimede», 1991) che documentano il processo creativo di Nagasawa nel luogo in cui lavorò, al fianco di tanti altri artisti, primo fra tutti Luciano Fabro, che con lui, Jole De Sanna, Paola Brusati e Giuseppe Spagnulo aveva restituito l’edificio abbandonato di via Garibaldi 89A alla funzione di promozione dell’arte contemporanea cui nel 1909 l’avevano destinato i fondatori, i fratelli Bogani.

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Il bilancio della quinta edizione di The Phair | Photo Air Fair

A Torino si è conclusa il 5 maggio la quinta edizione di The Phair | Photo Art Fair, con grande partecipazione di pubblico da tutta Italia. Dal 3 al 5 maggio, gallerie italiane e internazionali hanno animato la Sala Fucine delle Ogr Torino, con oltre 100 artisti italiani e internazionali. Da Germania, Francia, Montenegro, Svizzera e Principato di Monaco e da tutta Italia, le gallerie che hanno partecipato a The Phair hanno proposto una ricca selezione di progetti. La fiera si è tenuta per la prima volta nella Sala Fucine delle Ogr, area iconica delle ex Officine per la riparazione dei treni. Particolare interesse ha suscitato il progetto «Orizzonti Urbani. Visioni e prospettive di otto artiste del territorio», con cui The Phair ha voluto mettere al centro otto artiste donne che lavorano sul video e sull’immagine sul territorio: Maura Banfo, Roberta Bruno, Monica Carocci, Eva Frapiccini, Marzia Migliora, Marilena Noro, Elisa Sighicelli e Grazia Toderi.

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Mostre aperte | Cattelan da Gagosian a New York

Dopo grande attesa, si è finalmente inaugurata la mostra di Maurizio Cattelan da Gagosian a New York negli spazi della sede ubicata a Chelsea. La mostra, che rimarrà aperta fino al 29 giugno, si intitola «Sunday» ed è curata da Francesco Bonami, storico amico e critico di fiducia di Cattelan. Sono solo due le opere esposte. La prima è una scultura in marmo bianco intitolata «Novembre», che raffigura un uomo steso su una panchina a prima vista addormentato (entrando nella galleria lo si vede di schiena) ma che in realtà sta urinando. Il secondo lavoro intitolato «Sunday» è composto da 64 riquadri di acciaio ricoperti di foglia d’oro, che successivamente sono stati oggetto di raffiche di pallottole, a ricordare due caratteristiche della società americana: ricchezza e violenza. I 64 pannelli un po’ furbescamente sono in vendita venduti singolarmente. Cattelan, forse un po’ nell’ombra negli ultimi tempi, ritorna alla ribalta sia con la mostra nello spazio più prestigioso di Gagosian sia con l’inaspettata presentazione di suoi lavori nel padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia. Evidentemente il Vaticano lo ha perdonato per la famosa scultura che raffigurava Giovanni Paolo II colpito da un meteorite.

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Addii: Frank Stella

Il 4 maggio è scomparso per un linfoma, nella sua casa al Greenwich Village di New York, il pittore americano Frank Stella. Aveva 87 anni. Tra il 1950 e il 1954 frequentò la Phillips Academy di Andover, in Massachussetts, e nel 1958 terminò gli studi alla Princeton University, nel New Jersey. In quello stesso anno si trasferì a New York, dove l’anno successivo partecipò a una collettiva («Sixteen Americans») al Museum of Modern Art (MoMA) di New York. La sua storica serie di «Black Paintings» ha contraddistinto Stella come minimalista negli anni Sessanta, prima di ampliare la sua gamma di opere con colori vivaci su tele sagomate, dipinti a rilievo, sculture di grandi dimensioni e lavori con architetti. Negli anni Settanta e Ottanta incorporò nelle sue opere alluminio e fibra di vetro, e cominciò a dedicarsi a sculture destinate a spazi pubblici. Nel 1961 a Londra l’artista aveva sposato la storica dell’arte, critica d’arte e curatrice Barbara Rose. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo e il suo lavoro ha ispirato generazioni di artisti. Tra le mostre a lui dedicate, si ricordano due retrospettive al MoMA di New York (1970 e 1987) e una grande mostra al Whitney Museum nel 2015. 

Redazione, 06 maggio 2024 | © Riproduzione riservata